Attentati e attacchi terroristici: cosa sta succedendo in Afghanistan

Valigia Blu
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5 min readJan 30, 2018
di Hedayatullah Amid/EPA-EFE/Shutterstock

[A cura di Andrea Zitelli]

In poco più di dieci giorni, l’Afghanistan è stato colpito da diversi attacchi e attentati che hanno provocato più di un centinaio di morti e altrettanti feriti. Azioni rivendicate da gruppi terroristici, come ISIS e talebani, che stanno aumentando la loro violenza in un paese in guerra guidato da un governo fragile, con gravi problemi di sicurezza, sociali ed economici.

L’attacco vicino alla base militare di Kabul

L’ultimo attentato, in ordine di tempo, è avvenuto la mattina del 29 gennaio. Un posto di blocco, vicino a un’accademia militare, è stato attaccato da cinque persone armate. Sono morti 11 soldati afgani e altri 16 sono rimasti feriti, secondo quanto riferito alla BBC da una portavoce del ministero della Difesa. Il portavoce ha aggiunto che quattro dei cinque attentatori sono stati uccisi nello scontro a fuoco, mentre uno è stato arrestato. Il cosiddetto “Stato Islamico” ha successivamente rivendicato l’azione tramite un comunicato dell’affiliata agenzia stampa Amaq.

L’attentato suicida con un’ambulanza imbottita di esplosivo

Due giorni prima, il 27 gennaio, un’ambulanza imbottita di esplosivo è saltata in aria nel centro di Kabul provocando 103 morti e 235 feriti, ha detto il ministro dell’Interno afgano, Wais Barmak. Il veicolo, guidato da un attentatore suicida, ha oltrepassato un posto di blocco della polizia per raggiungere una strada affollata in un quartiere pieno di edifici governativi e ambasciate. I talebani hanno poi rivendicato l’attacco, che risulta essere uno dei più letali degli ultimi mesi in Afghanistan.

L’attacco alla sede di Save The Children

Il 24 gennaio uomini armati hanno attaccato un ufficio regionale dell’organizzazione non governativa “Save the children” a Jalalabad (roccaforte dell’ISIS), città dell’Afghanistan orientale, capoluogo della provincia di Nangarhar. I morti sono stati 6 e più di 20 le persone ferite, hanno comunicato fonti ufficiali. Il cosiddetto “Stato Islamico”, tramite l’agenzia stampa Amaq, ha dichiarato che “istituzioni britanniche, svedesi e afgane a Jalalabad” erano state prese di mira da tre attentatori e da un’auto carica di esplosivo.

Save the Children ha annunciato di aver sospeso temporaneamente tutte le sue attività nel paese.

L’attacco all’Hotel Intercontinental

Dieci giorni fa, sabato 20 gennaio, il lussuoso Hotel Intercontinental a Kabul è stato attaccato e assediato da uomini armati per più di 10 ore. L’attacco ha causato più di 40 morti. I talebani hanno rivendicato l’azione, dichiarando di aver preso di mira “membri di paesi occupanti e ufficiali dell’amministrazione di Kabul”. L’Intercontinental aveva già subito un attentato nel 2011 dai talebani.

Cosa sta succedendo in Afghanistan

Questi attentati e attacchi terroristici sono avvenuti in un paese guidato da un governo di unità nazionale (al potere dal 2014 e appoggiato dall’Occidente) “fragile e fratturato”, scrive Amanda Erickson sul Washington Post: “Il presidente Ashraf Ghani presiede una coalizione afflitta da rivalità e lotte interne e la corruzione è dilagante”. Le difficoltà organizzative, sociali ed economiche dell’Afganistan non finiscono qui, continua la giornalista: “Le forze di sicurezza interne sono deboli e a corto di personale — circa 10.000 di loro sono morti in combattimento nell’ultimo anno. Nel frattempo, la vita quotidiana è diventata quasi impossibile in vaste aree del paese. La disoccupazione è cronica, i servizi di base sono in pessimo stato e almeno 10 civili sono morti ogni giorno nel 2017 a causa di combattimenti. Gli enti umanitari si stanno ritirando o riducendo significativamente le loro operazioni”. Un negoziante, Mohammad Hanif, ad esempio, intervistato dalla Reuters dopo l’attentato del 27 gennaio scorso a Kabul, ha denunciato: «Come dobbiamo vivere? Dove dovremmo andare? Non abbiamo sicurezza. Non abbiamo un governo adeguato. Cosa dovremmo fare?»

In questa situazione di estrema difficoltà, le reti dei gruppi terroristici, anche in competizione tra loro, conquistano forza e potere, racconta ancora Erickson sul Washington Post: “Oggi i talebani controllano un terzo dell’Afghanistan, il maggior numero di territori dall’intervento (ndr militare) degli Stati Uniti nel 2001; (…) hanno lanciato grandi attacchi nelle principali città, creando tra i civili un senso di insicurezza generale”. In questo complicato e difficile territorio anche l’ISIS, che ha perso terreno, continua comunque la sua azione: “Lo Stato islamico ha lanciato numerosi attacchi contro gli stranieri e la minoranza sciita dell’Afghanistan. Il gruppo ha rivendicato almeno 15 attentati nel paese nel 2017, rispetto a un paio nel 2016”. I talebani, spiega Annalisa Perteghella su Ispi, portano avanti una “rivolta contro un governo percepito come illegittimo e una presenza internazionale considerata alla stregua di un’occupazione”, mentre l’ISIS, presente nel paese dal gennaio 2015 e con la sua roccaforte nella provincia del Nangarhar (a 200 km da Kabul), “è impegnato in una causa di portata globale, in linea con l’aspirazione e la vocazione universale del Califfato”.

Con gli attacchi — rivendicati sia dai talebani che dall’ISIS — di questi ultimi dieci giorni, la violenza terroristica si è comunque concentrata principalmente sulla capitale del paese. Per Secunder Kermani, corrispondente della BBC per Pakistan e Afghanistan, questo fatto presenta diverse chiavi di lettura, scrive: “I funzionari governativi dicono che è una risposta ai progressi compiuti dalle forze di sicurezza in altre parti del paese. Gli attacchi aerei statunitensi hanno contribuito a respingere i talebani in alcune parti della provincia di Helmand, ad esempio. Tuttavia, potrebbe anche essere che i militanti abbiano deciso di attaccare la capitale perché ritenuto un modo più efficace per minare la fiducia nel governo e attirare l’attenzione internazionale invece di cercare di conquistare e mantenere il territorio nelle zone rurali”.

Kermani aggiunge inoltre che secondo “il capo dei servizi segreti afghani l’ondata di attacchi è stata una risposta all’aumento delle pressioni statunitensi sul Pakistan. Gli Stati Uniti e l’Afghanistan, infatti, accusano quest’ultimo di fornire un rifugio ai militanti (ndr dei gruppi terroristici) e il presidente Donald Trump ha recentemente sospeso gli aiuti di sicurezza a Islamabad (ndr capitale del Pakistan)”. Il Pakistan ha respinto queste accuse definendole “incomprensibili”.

A essere chiamata in causa sarebbe anche la politica estera degli Stati Uniti. Zabihullah Mujahid, un portavoce dei talebani, dopo l’attentato con l’ambulanza imbottita di esplosivo che ha provocato più di 100 morti, ha dichiarato che c’era un chiaro messaggio per il presidente americano Donald Trump: “(…) Se vai avanti con una politica di aggressione (…) non aspettarti che gli afgani rispondano con i fiori”. Trump, però, che lo scorso anno ha inviato più truppe in Afghanistan e ordinato un aumento degli attacchi aerei e dell’assistenza alle forze afghane, ha detto che l’attentato ha rinnovato “la nostra determinazione e quella dei nostri partner afgani”, scrive il Guardian.

Intanto Kiran Stacey sul Financial Times riporta che “per la prima volta, gli Stati Uniti, su richiesta del dipartimento di difesa” “nell’aggiornamento statunitense di questo trimestre sulla ricostruzione del Afghanistan ha omesso alcuni dei suoi dati più significativi, compresa la percentuale del paese controllato dal governo afghano”. L’autore del rapporto, John Sopko, continua il giornalista, dice di non essere sicuro perché queste informazioni siano state censurate: «I talebani sanno quanto territorio controllano, e così il governo afgano e l’esercito americano. Gli unici che non lo sanno, sono i cittadini americani che pagano per questo servizio». Fonti esterne citate dal Financial Times affermerebbero che la richiesta del dipartimento della difesa americana suggerisce che, “mentre gli Stati Uniti riprendono la guerra con la nuova strategia di Trump, i funzionari sono particolarmente sensibili su come le condizioni della sicurezza nel paese siano peggiorate”.

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