Terremoto, cosa si sa finora e come si misura la sua energia (non c’è nessun complotto)

Valigia Blu
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5 min readOct 27, 2016
La chiesa di San Salvatore a Campi di Norcia — via Corriere.it

[a cura di Antonio Scalari]

(Ultimo aggiornamento: venerdì 28 ottobre 2016: ore 9,37)

Sta proseguendo la sequenza sismica iniziata il 26 ottobre con le scossa di magnitudo 5.4, con epicentro in provincia di Macerata, al confine tra le province di Ascoli Piceno e Perugia. Sono stati registrati più di 500 eventi di magnitudo pari o superiore a 2 e cinque scosse pari o superiori a 4. Alcune scosse successive a quella di magnitudo 5.9 si sono spinte ancora più verso nord, rispetto alle due scosse principali.

Non si sono registrati neanche ieri vittime né feriti gravi. Tuttavia solo nelle Marche sono più di 4mila gli sfollati, in una quindicina di comuni della Regione. Durante un vertice a Camerino, Enti locali, Protezione Civile e Governo hanno concordato sulla necessità di trovare per queste persone una sistemazione non in tendopoli, ma alberghi presso le località costiere o in strutture ancora agibili sul territorio.

Il Consiglio dei Ministri ha esteso lo stato d’emergenza adottato già lo scorso agosto e ha approvato un primo stanziamento di 40 milioni di euro. I danni provocati da questo terremoto sono ingenti e diffusi. Molti edifici nei centri storici dei paesi colpiti, e nelle loro frazioni, sono inagibili.

Sono state attivate l’’Unità di crisi nazionale e quelle regionali del Ministero dei beni e delle attività culturali per la verifica dei danni al patrimonio storico delle aree colpite dal terremoto.

È in gran parte crollata la chiesa di San Salvatore a Campi di Norcia, così come la chiesa di Borgo Sant’Antonio, nel comune di Visso. È stata lesionata la facciata della chiesa dell’Abbazia di Sant’Eutizio, vicino a Preci, uno dei complessi monastici più antichi d’Italia. Hanno subito danni il Palazzo dei Governatori e il Palazzo dei Priori a Visso. La ex chiesa di Sant’Agostino a Visso ospita una collezione di ventisette manoscritti autografi di Giacomo Leopardi, tra cui quello del celebre idillio L’Infinito. I documenti saranno ora trasferiti a Bologna.

Il 26 ottobre alle 19:10 si è verificato un terremoto di magnitudo 5.4 con epicentro vicino a Castelsantangelo sul Nera, in provincia di Macerata, al confine con le province di Ascoli Piceno e Perugia. Alle 21:18, c’è stata una seconda scossa di magnitudo maggiore, 5.9, con epicentro pochi chilometri a nord della precedente.

I due sismi sono avvenuti a una profondità, rispettivamente, di 9 e 8 chilometri. Oltre a queste due scosse principali ce ne sono state molte altre di minore intensità, tra cui una di magnitudo 4.5 alle 23:42.

Dopo la prima scossa si era diffusa la notizia che ci fossero vittime, ma è stata smentita dalla Protezione Civile. Il capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio ha dichiarato che, alla mezzanotte di ieri, non si stava svolgendo alcuna operazione di ricerca e soccorso.

Anche dopo la seconda scossa non sono state segnalate vittime né feriti gravi. Otto persone a Fabriano e una a Visso hanno riportato lievi ferite. A Ussita due anziane sono state soccorse dopo il crollo della facciata della loro abitazione. Ci sono poi persone (il numero non è confermato, ma è dell’ordine di qualche decina) che si sono presentate al pronto soccorso, ma nessuno in serie condizioni.

Sono stati segnalati danni gravi e crolli di edifici a Castelsantangelo sul Nera, Visso, Ussita, Camerino, in provincia di Macerata, e a Preci e Norcia, in provincia di Perugia. Ma è ancora difficile verificare con precisione la loro entità e diffusione nelle diverse località colpite. Il sindaco di Ussita ha detto che sono crollate diverse abitazioni e la facciata della chiesa e che una frazione è isolata. «Il nostro paese è finito», ha aggiunto.

A Camerino il campanile di una chiesa è crollato sopra un edificio. In generale, le due scosse hanno aggravato le condizioni di molti edifici già resi inagibili dal terremoto che ha colpito l’Italia centrale lo scorso 24 agosto. A Campi di Norcia la chiesa di San Salvatore è ormai semidistrutta.

Come commenta il sismologo Alessandro Amato, l’area interessata si trova nel margine settentrionale della struttura responsabile del terremoto di magnitudo 6.0 dell’agosto scorso. Potrebbe dunque trattarsi dell’attivazione di una nuova faglia, collegata con il precedente sisma, come spiega Paolo Messina del Cnr. Le scosse sono state avvertite in modo distinto in molte città e province dell’Italia centrale, compresa Roma, ma anche in diverse aree del Nord e del Sud.

Dopo la seconda scossa, in Rete si è diffusa la notizia che si trattasse di un sisma di magnitudo 6.3, un dato errato ripreso per qualche istante anche da alcuni quotidiani. Per questo motivo, quando l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) ha pubblicato il dato della magnitudo, c’è stato chi ha avanzato il dubbio che fosse stato abbassato.

Questo sospetto, come già accaduto in passato, ha di nuovo alimentato la bufala secondo cui l’Ingv rivedrebbe di proposito le magnitudo dei terremoti perché, secondo una legge approvata nel 2012, lo Stato non garantirebbe alcun risarcimento per danni causati da eventi sismici di magnitudo inferiore a 6.0. Una tale norma però non è mai stata approvata. Inoltre il risarcimento dei danni di un terremoto non si basa sulla sua magnitudo, ma sulla valutazione dei danni che esso provoca.

La confusione è generata anche dal fatto che negli istanti successivi a un evento sismico è possibile che vengano pubblicati, anche in Rete, dati non ancora confermati e provenienti da più istituti, che utilizzano scale di misurazione differenti e che possono produrre stime diverse.

La magnitudo, infatti, esprime l’energia rilasciata durante un terremoto, ma non sempre si applica la stessa magnitudo. Nella maggior parte dei casi l’Ingv fornisce la prima stima dell’intensità utilizzando la magnitudo locale (o magnitudo Richter). Altri istituti, come lo United States Geological Survey (Usgs), utilizzano una magnitudo diversa (magnitudo momento). Lo Usgs, infatti, ha calcolato per il secondo terremoto una magnitudo 6.1.

La magnitudo locale (o Richter) si calcola più rapidamente e misura l’energia di un terremoto dall’ampiezza massima delle oscillazioni che vengono registrate da un sismografo. La magnitudo momento valuta invece l’intera onda e la sua forma e si ricava dalle caratteristiche geometriche della faglia e dal suo scorrimento. Per questo viene considerata più rappresentativa della grandezza di un terremoto, soprattutto di quelli superiori a 6.0–6.1.

Dice Alessandro Amato: «Noi elaboriamo i dati della rete sismica nazionale, registrati entro poche centinaia di chilometri dall’epicentro, e li riproduciamo attraverso un modello tarato sulle caratteristiche del territorio italiano. Il risultato, dunque il valore della magnitudo, è più realistico rispetto a quello di altri istituti, che sfruttano dati provenienti da diversi centri europei o mondiali e li riproducono su un modello meno specifico per quanto riguarda le particolarità del territorio».

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