La Bond girl bolzanina (interpretata da Kim Basinger)

Massimiliano Boschi
venti3
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4 min readJan 27, 2021

Dominetta Petacchi, detta Domino, protagonista di “Agente 007- Thunderball (Operazione tuono)”.

“Si chiamava Dominetta Vitali. Nata a Bolzano, nel Sudtirolo, quindi probabilmente metà austriaca. Ventinove anni, professione attrice. Era arrivata sei mesi prima con il Disco (uno yacht, ndr) ed era palese che fosse l’amante del padrone dello Yacht, un italiano di nome Emilio Largo”.
Ian Fleming introduce così la “Bond girl” di “Agente 007- Thunderball (Operazione tuono)” nella versione edita da Adelphi nel 2019.
Nella pagine successive, i lettori (e James Bond) apprenderanno che Dominetta Vitali, detta Domino, aveva studiato in Inghilterra, ma dopo la morte dei genitori in un incidente ferroviario era tornata in Italia. Come ricorderanno gli appassionati della saga, anche il fratello di Domino, un pilota d’aereo, svolse un ruolo fondamentale nella trama: “Suo nonno — si legge — era cosi famoso nelle Dolomiti come cacciatore di frodo e contrabbandiere che nel cimitero di Bolzano gli hanno fatto la lapide più bella di tutte le tombe dei Petacchi”.

Ecco il primo problema, Petacchi, non Vitali, perchè, come spiegato dalla stessa Domino: “Vitali è un nome d’arte, suonava meglio e l’ho adottato. Al ritorno in Italia mi sono fatta chiamare Vitali. Volevo cambiare tutto”.
Tutto questo lo potete, però, leggere solo nel libro di Fleming, perché nei due film che ne sono stati tratti, le cose si sono complicate parecchio.
Ai provini per il cast del film “Agente 007- Thunderball (Operazione tuono)”, la produzione scelse, infatti, di affiancare a Sean Connery l’attrice francese Claudine Auger. Quest’ultima impressionò a tal punto i produttori che il personaggio di Domino venne modificato trasformandolo in una francese, più congeniale alla sua interpretazione. Di conseguenza le origini italiane e bolzanine della Bond girl scomparvero. Non cambiò, invece, il contesto. Anche se francese, Domino continuò ad essere l’amante del cattivo del film, l’italianissimo membro della Spectre Emilio Largo, interpretato da Adolfo Cieli con tanto di benda sull’occhio sinistro.

Non andò molto meglio con “Mai dire mai” (Never Say Never Again) film del 1983, remake di “Agente 007-Thunderball”. Quest’ultima pellicola non fa parte della saga ufficiale di James Bond, nonostante la presenza di Sean Connery per motivi che potete leggere qui
La produzione di “Mai dire mai” scelse per il ruolo di Domino la trentenne Kim Basinger, tre anni prima del suo ruolo in “9 settimane e mezzo”.
Questa volta le origini italiane vennero rispettate, ma, purtroppo, non nella versione circolata nelle nostre sale.
Nella versione originale inglese, infatti, al cognome “Petacchi” venne tolta una “c”, ma le origini italiane rimasero intatte, anche se Bolzano non riuscì a meritarsi nemmeno una citazione. Nella versione circolata nelle sale italiane, però, non vi è traccia nemmeno di Domino Petachi perché la Bond girl, già amante di Largo, venne trasformata in Domino Petrescu di chiare origini rumene.

Il motivo del cambiamento risulta evidente ascoltando l’audio originale inglese.
Petachi viene infatti pronunciato Petaci e, a quel punto, l’assonanza con la Claretta amante di un “cattivo” molto più noto di Largo venne considerata “indelicata” e si preferì optare per le origini rumene.
Fu così che la storia della Bond girl bolzanina finì nel dimenticatoio.
Sui motivi che spinsero Ian Fleming a scegliere proprio Bolzano come luogo di nascita di Domino circolano diverse voci, ma nessuna ha trovato conferma.
Molto probabilmente, ha a che fare con l’attività di intelligence svolta dal creatore di James Bond durante la seconda guerra mondiale, magari ci torneremo.

La nascita del nome di James Bond, invece, è molto più nota e chiara, l’ha raccontata lo stesso Ian Fleming: “Stavo cercando il nome giusto quando mi capitò tra le mani un libro di ornitologia scritto da un certo James Bond”.
Per gli appassionati, ecco la copertina del libro e un’immagine di James Bond, quello vero, l’ornitologo.

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Massimiliano Boschi
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Collaboro con “Alto Adige Innovazione” e “FF- Das Südtiroler Wochenmagazin”. In passato con “Diario della settimana”, “Micromega” e “Il Venerdì di Repubblica”.