Un po’ di tropici nelle Alpi

Palme prêt-à-porter

Caterina Longo
venti3
3 min readDec 24, 2020

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Merano (Giardini di Castel Trauttmansdorff)

Edgar Allan Poe sosteneva che il posto migliore per nascondere qualcosa è in piena vista. Anche senza voler nascondere nulla, è vero che, spesso, si finisce per non vedere più quello che guardiamo tutti i giorni.

Passegiata Guncina, Bolzano

Le chiome eleganti e i fusti sinuosi delle palme sullo sfondo di vette innevate: questa immagine è stata, ed è ancora, un classico di pubblicità e brochure turistiche di diversi comprensori altoatesini. Neve e tropici sono un contrasto che affascina, ma a cui siamo abituati, insomma, è “normale”. La cosa non stupisce. Il Trachycarpus fortunei, la palma cinese, si trova spesso in Alto Adige: accoccolata al riparo dai venti al caldo nella conca meranese, nella passeggiata Gilf o Tappeiner, o a Bolzano, sulla passeggiata del Guncina. Qui è in compagnia di altri ospiti, altrettanto esotici e stranieri– ulivi di Gerusalemme, agavi americane, fichi d’india. Nei giardini privati, la palma è un must have e spesso il tocco perfetto per le architetture liberty di fine secolo di tante villette.
Insomma, la palma è amata, ma rimane confinata al decorativo di case private e passeggiate: al contrario che in molte città italiane, in Alto Adige non ha infatti conquistato il tessuto urbano cittadino e le piazze. (delle palme in piazza Walther, a Bolzano, ve le immaginereste?). Al massimo si guadagna una rotatoria in una via secondaria.

Villa Zita, Bolzano, quartiere Gries

Ma come è giunta dai subtropici alle Alpi, la palma?
A Merano la prima palma cinese fu piantata nel 1878 nel giardino di Castel Maur, oggi Hotel Palace. Dalla brochure dei Giardini di Castel Trauttsmansdorff -che ospita uno spettacolare palmeto con tanto spiaggetta sabbiosa- si apprende che la “regina” delle piante veniva protetta dalle nevi invernali con una tettoia. Durante la prima guerra mondiale, non si ebbe più tempo di dedicarsi alle tettoie per le palme. E, come spesso accade in questi casi, si vide che ce la facevano benissimo a resistere anche sotto la neve.
A guardare bene, anche se in altra forma, le palme si erano fatte strada ben prima nella patria di Andreas Hofer. Che era più che ventenne quando il pittore Karl Henrici dipinse per la famiglia Menz di Bolzano, nel 1789, la “stanza delle cineserie” nell’omonimo palazzo, con tanto di palme svettanti a fare da sfondo*. Era la moda per le cineserie, fascino e nostalgia per l’esotico e un mondo presumibilmente intatto — moda diffusa, a quel tempo, in tutta Europa.

Hofburg di Bressanone, Stanza delle Cineserie, particolare

Neanche il vescovo di Bressanone rimase immune: anche nel palazzo vescovile spuntarono infatti le palme nel salottino cinese, sulle tappezzerie dipinte dall’artista Franz Altmutter all’inizio del 1800. Sempre a Bressanone, palme a grandezza naturale decorano la stanza della torre della casa Scheuchegg in via Bruno, forse ispirate agli affreschi di Henrici. Ma torniamo sulle passeggiate. Se a forza di parlare di palme vi fosse venuta voglia di averne una, potete cercare i Palmbox sparsi per la città. Uno è vicino all’hotel Eberle di Bolzano sulla passeggiata Sant’Osvaldo. Potete tentare la sorte piantando i semi. Buona fortuna!

*Palazzo Menz a Bolzano ospita la catena di abbigliamento COS. Gli affreschi di Karl Henrici sono visibili salendo al secondo piano durante gli orari di apertura del negozio.

Palmbox sulla passeggiata Sant’Osvaldo a Bolzano

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Caterina Longo
venti3

Amo l’arte, i(l) boschi, le immagini e le storie che fanno dei giri immensi e poi ritornano.