Quale Strada Prendere

oscar badoino
Verbania Laboratorio Civico Digitale
5 min readJun 6, 2017

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Considerazioni non richieste sul piano triennale ICT e qualche spunto da #VerbaniaInnova

il 26 e 27 maggio a Verbania si è tenuta una 2 giorni dal titolo #VerbaniaInnova, la mia personale sensazione è che sia stato un primo “calcio d’inizio” perché sul territorio del Verbano Cusio Ossola si prendessero sul serio i temi dell’Agenda Digitale e si creasse entusiasmo tra funzionari, insegnanti, cittadini, politici, e società civile.

Si può affermare che sia stato un successo? ritengo prematuro dare un giudizio sulla 2 giorni, sarà un successo solo se non sarà un momento isolato, sarà un successo se l’entusiasmo delle persone troverà terreno fertile, sarà un successo se la politica perseguirà con costanza i primi obiettivi che sono stati individuati, sarà un successo se si allargherà il campo di coloro che verranno interessati dal tema.

Ma se sarà un successo il merito oltre che dell’organizzazione, dell’amministrazione comunale, dei funzionari, delle scuole, e del pubblico presente, sarà anche ( e soprattutto ) grazie alla compentenza e alla passione che i relatori hanno portato durante la 2 giorni.

treno in corsa nelle città

A tempo debito farò un pezzo esclusivamente su #VerbaniaInnova, ma ciò che mi preme ora è ribadire un parallelismo tra l’azione di Diego Piacentini del Team Digitale di AgID - Agenzia per l'Italia Digitale e ciò che succedde ai “confini del regno” , nonché il rischio delle 2 velocità che questo parallelismo implica.

treno a vapore nelle periferie

Sia molto chiaro non ho intenzione di sparare a zero contro il “Piano triennale per l’informatica nella PA” e tanto meno sul concetto di “sistema operativo Paese” solo per citare 2 argomenti d’attualità e che hanno un percorso chiaro e forte per la loro applicazione.

Voglio anche essere trasparente, tutto il percorso per ora sta avendo un suo sviluppo prettamente “centralistico” e “verticistico”, ma riconosco che nel paese degli 8000 comuni e dei 60milioni di CT della Nazionale questa scelta potrebbe anche essere l’unica perseguibile per ottenere dei risultati tangibili.

Quello che però mi auguro è che AgID - Agenzia per l'Italia Digitale, Diego Piacentini e Team Digitale abbiano ben chiaro i rischi che questo comporta e le azioni che successivamente dovranno essere messe in campo per evitare scollamenti sociali, economici e culturali nel “sistema operativo digitale del paese” , nessuna polemica da parte mia, al contrario ritengo che il digitale dovrebbe essere una sorta di “zona franca” anche nel dibattito politico perché è abilitante per la crescita del paese a 360 gradi qualunque sia la nostra l’ideologia politica

Quindi affermando che per ora il percorso è “centralistico e verticistico” non voglio buttare benzina sul fuoco, voglio esprimere la mia considerazione sul tema, e sostengo questa tesi analizzando alcuni semplici dati:

  1. le città intorno ad un tavolo per una sorta di “cabina di regia” insieme a Diego Piacentini sono città metropolitane, oppure città con un’alta coscienza ed esperienza sul tema digitale;
  2. AgID - Agenzia per l'Italia Digitale praticamente si rapporta esclusivamente con i capoluoghi di regione, senza più creare un correlazione concreta con i le realtà provinciali e comunali delle regioni stesse;
  3. la stessa presentazione della community di sviluppatori per aiutare il progetto è stata fatta esclusivamente a Roma durante il codemotion con grande spirito di abnegazione da parte di tutto il Team Digitale .

Tutto questo non deve essere visto come un problema, ma come un’occasione: ai “confini del regno” le attività per migliorare la consapevolezza digitale del territorio non mancano, da una parte eventi come #VerbaniaInnova che cercano di dare un inizio a tutto il percorso, dall’altra attività che portano avanti come progetto RENA su tutto il territorio, oppure dirigenti della PA e insegnati come Gianluigi Cogo o esperti come Piersoft Fedele Congedo o collaboratori in grandi città FrancescaMMontemagno o studenti e scuole sul tutto il territorio nazionale…

Insomma non credo ci sia un problema se dall’Alto c’è una spinta forte e centralistica e dal basso e dalla periferia ci sono azioni mirate e più conformi alle esigenze territoriali, ma sia chiaro non vedo il problema purché ci siano 3 condizioni:

  1. Ciò che avviene “ai confini del regno” deve avere dignità e ogni tanto dovrebbe essere supportato dai “vertici” per evitare la sensazione di abbandono
  2. Evitare di soffocare ciò che avviene “ai confini del regno” con la giustificazione “sappiamo noi di cosa avete bisogno” è sufficente in dire “ abbiamo qualcosa che può aiutarvi nel vostro percorso”
  3. Prevedere anche un regime sanzionatorio per le PA e le realtà che non si adeguano alle indicazioni “centralistiche e verticistiche”, perchè la storia del nostro paese è costellata di successi quando un’azione centrale è stata accompagnata dalle sanzioni (penso al divieto di fumo, o alle cinture di sicurezza). E perché le sanzioni e gli obblighi permetteranno alle attività territoriali di avere degli interlocutori più attenti e interessati.

Ovviamente questa è la mia opinione che è motivata anche da una sensazione: la sensazione che se si escludono i “confini del regno” rischiamo di avere una società civile talmente divisa e differente che da una parte le nuove generazioni “cittadine” useranno lo strumento per migliorare e per crescere e invece le generazioni dei territori “periferici” useranno lo strumento per credere a chi alimenta odio e a chi diffonde panzane culturali. Siamo realmente disposti a giocarci il futuro di generazioni avvenire solo perchè coinvolgere le periferie è complesso?

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oscar badoino
Verbania Laboratorio Civico Digitale

esperto in multitasking, ovvero nella volontà di fare cento cose....ci provo e ci credo sempre