VOCE DEL VERBO PARTECIPARE

oscar badoino
Verbania Laboratorio Civico Digitale
5 min readFeb 27, 2017

“La Libertà è partecipazione” ( cit Giorgio Gaber)

Un articolo di Alice De Ambrogi

Il tema della partecipazione può sembrare familiare a tutti. Del resto si tratta di una parola semplice, di uso comune, non è difficile ritrovarla nei discorsi delle persone. Eppure di certe cose, anche quelle che sembrano più semplici, si ha certamente la percezione dell’esistenza, ma capirne il vero significato può essere più difficile e complesso. Ci vuole la volontà di approfondire, studiare, dedicarci un po’ il proprio tempo. Ed è da lì, dal tempo che dedichi, dalla voglia che hai di capire per davvero, le idee prendono forma e mostrano il proprio senso.

Così è stato per me il tema della partecipazione. Certamente una bella parola. Ma che cosa fosse per davvero non ne avevo idea, solo adesso ne percepisco a grandi linee, la potenzialità, la vastità e la delicata fragilità. E la bellezza.

Può succedere che cresca la voglia di mettersi a confronto con un tema, ci si può lavorare, qualcosa si può capire, molto rimane da scoprire. E’ per questo che si comincia a guardare con curiosità tutto ciò che gravita attorno a quel mondo, per esempio un’occasione di incontro come quella organizzata a Milano su questo tema conosciuta quasi per caso. Il titolo è bellissimo: Voce del verbo partecipare #comuninnovano. Dal principio alla pratica. Inclusione, intelligenza e responsabilità collettiva. E’ organizzato dall’ Assessorato Partecipazione, Cittadinanza attiva, Open data — Comune di Milano, rappresentato dall’assessore Lipparini e da tutti i sui collaboratori

Dunque i requisiti ci sono tutti: il tema interessante, l’organizzatore autorevole, e c’è anche la bella compagnia di Oscar e Marinella.

Partiamo!

Mettiamo subito le cose in chiaro. Questo non vuole essere riassunto esaustivo della giornata, non sarei nemmeno in grado di riportare e ricordare tutto. Per questo ci sono i Relatori, le persone molto preparate che ci hanno lavorato e a cui va da subito il mio ringraziamento per la professionalità e la competenza, ma anche per la bella umanità che ho respirato per tutta quella giornata. Questo vuole essere un po’ il racconto di ciò che mi porto dietro e dentro. Un po’ perché mi piace raccontare, un po’ perché il buon caro oscar mi stressa se non butto giù niente.

Siano benedette le persone che dicono di voler fare una cosa e poi la fanno.

IL POSTO OCCUPATO

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Non è la prima cosa che è stata detta. Ma è la prima che mi viene in mente. Ogni donna vittima di femminicidio ha occupato un posto nel mondo. E’ stata a teatro, al cinema, al ristorante, in libreria, ha vissuto la propria vita ovunque. E ovunque non c’è più. Non potrà più andare a teatro, al cinema, al ristorante, in libreria. Anche qui, oggi, a Palazzo Reale avrebbe potuto esserci ma non può. Per lei c’è un posto occupato. Flavia Marzano ci spiega che ovunque lei vada occupa un posto per ogni vittima di femminicidio. E io la ringrazio molto per questo, dovremmo farlo tutti noi.

LA PARTECIPAZIONE E’ UNA RELAZIONE

Se si potesse trovare un sinonimo di partecipazione sarebbe relazione. Una relazione può assumere diverse forme, può essere uno a uno, uno a molti, molti a molti. E’ quindi sbagliato pensare alla partecipazione come ad un invito a partecipare ad un evento informativo, per essere reale la partecipazione va “agita” in prima persona da tutti i cittadini. I processi partecipativi prediligono l’allargamento dei destinatari soggetti delle relazioni e lo fanno attraverso alcuni elementi facilitatori come possono certamente essere le nuove tecnologie. Per questo mi appare subito chiaro che tutto ciò che si inserisce all’interno dell’agenda digitale sia un fondamentale veicolo di partecipazione. Se vogliamo partecipare dobbiamo avere i mezzi per farlo e i mezzi tecnologici di qualsiasi specie sono fondamentali per il coinvolgimento dei cittadini. Quindi, per favorire la partecipazione dei cittadini è fondamentale investire in tutto l’universo tecnologico che gravita intorno all’agenda digitale.

LA PARTECIPAZIONE E’ UN LINGUAGGIO

Linguaggio — o grammatica di comunicazione comune

Il secondo elemento che contraddistingue la partecipazione, per come io ho inteso, è il modo con cui si comunica. Perché tutti possano partecipare, tutti devono prima comprendere. Le politiche che applichiamo devono quindi essere comunicate con parole più semplici in modo che attraverso la loro comprensione sia molto più facile applicare politiche condivise. Trovo sia davvero interessante la proposta, emersa durante gli interventi, di trovare una forma universale di comunicare nelle pubbliche amministrazioni. Mi è sempre più chiaro, infatti, che la dimensione in cui vivo non può essere ristretta al mio paese di origine, ma debba assumere per necessità e per responsabilità sempre più una dimensione almeno europea (e per quanto mi riguarda anche europeista!) e questo mi fa pensare che sia davvero giusto creare un linguaggio condiviso ed universale anche rispetto alle politiche che applichiamo.

LA PARTECIPAZIONE E’ UN LUOGO

Per essere agita la partecipazione ha bisogno di luoghi fisici, ma anche piattaforme virtuali, in cui sperimentarsi. Sono molti gli esempi che vengono proposti rispetto ad alcuni luoghi, anche virtuali, in cui è data l’opportunità di incontrarsi e confrontarsi tra cittadini. E’ necessario che le amministrazioni si pongano il problema dell’offerta di spazi comuni in cui i cittadini possano costruire partecipazione e proposte.

LA PARTECPAZIONE E’ MEDIAZIONE

Pare banale da dire, ma partecipando si favorisce la mediazione tra le parti. Inevitabilmente con il coinvolgimento di tutti gli attori possono essere portate all’attenzione di tutte le pubbliche amministrazioni tutte le istanze (anche proprio quelle a cui non avevamo mai pensato!) che concorrono alla risoluzione di un determinato conflitto sociale, culturale, ambientale applicato ad un territorio. Più si allarga la partecipazione ai “portatori di interesse” (che non è una parola brutta, semplicemente sono coloro che sono a vario titolo coinvolti in un determinato processo amministrativo) più si favorisce tra loro la mediazione, più le politiche risultanti saranno condivise.

LA PARTECIPAZIONE SVILUPPA L’IMMAGINAZIONE

Me lo sono lasciato per ultimo, non ricordo chi lo abbia detto, ma trovo che sia un concetto straordinario. Favorendo relazioni tra le persone, parlando in un linguaggio semplice in luoghi fisici o virtuali per trovare una mediazione tra le parti, le persone non fanno altro che sviluppare la propria immaginazione. Niente può stimolare la creatività di una persona come la ricerca di soluzioni condivise. E le soluzioni prima di applicarle concretamente bisogna immaginarle. E’ davvero bello che la politica del futuro possa prevedere anche l’utilizzo dell’immaginazione, della creatività, la continua ricerca di bellezza delle cose. Se questo può essere il futuro, perché non volerne far parte?

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oscar badoino
Verbania Laboratorio Civico Digitale

esperto in multitasking, ovvero nella volontà di fare cento cose....ci provo e ci credo sempre