Vi sto cercando, ma voi trovatemi

Daniele Prati
Vi sto cercando, ma voi trovatemi
73 min readMar 12, 2020

Chissà
8 aprile 2021

Chissà se anche le altre dittature, penso a quelle del Novecento, che conosco meglio, sono entrate in funzione così? Con un lento deterioramento delle libertà civili e dei diritti universali, attuato in modo ipnotico, evidente e al tempo stesso irriconosciuto, dalle persone che, in un breve volgere di tempo e opinione, si sono ritrovate a essere complici del regime, a essere fascisti, così, come un pezzo di puzzle che schiocca nella sua sede.

Chissà come avviene, e in che tempi, la redenzione liberatoria, la Resistenza. Se necessitiamo di alleati, e quali, e se ci sono.
Chissà se succederà come le altre volte o questa volta la loro vittoria sarà definitiva. In cinque, diecimila anni, loro hanno affinato tecnica e tecnologie, hanno capito e studiato l’uomo, l’hanno plasmato con l’evoluzione del controllo e l’involuzione della specie, che chiamiamo progresso. Mentre per noi, negli stessi cinque, diecimila anni, il senso di essere “umano”, la libertà, la fratellanza, la dignità che comporta, non sono cambiati, sono gli stessi da quel primo momento in cui un uomo ha guardato negli occhi un altro e si è riconosciuto.

Ultimo post: andate a fare in culo
22 gennaio 2021

Una fallacia logica è un errore vizioso di ragionamento. Se la persona che la usa è in malafede è proprio un trucco, una truffa, uno strumento per aggirare la verità e imporre la propria idea su quelle degli altri, senza sottoporsi alla verifica dei fatti.
Nelle mie parole, la fallacia logica è come fanno a mettervelo in culo facendovi credere di volerlo. Nel paese dei farlocchi, in cui viviamo, è da 40 anni che vi deprivano di questo strumento affinché non rompiate il cazzo e facciate quello che dicono senza tante storie.

Segue un elenco delle fallacie logiche legate al covid. Fateci un po’ quel cazzo che vi pare, come ho fatto io. Il sito che uso come indice è questo: https://yourlogicalfallacyis.com/.

  1. Strawman: distorcere gli argomenti di qualcuno per renderlo più facilmente attaccabile

Se negli ultimi mesi vi hanno scoperto negazionista, no-vax, terrapiattista e pure trumpiano, sapete di cosa stiamo parlando.

2. False cause: presumere che una relazione, reale o presunta, tra due cose significhi che una sia la causa dell’altra.

Qui c’è l’imbarazzo della scelta: i contagi salgono perché la gente fa l’aperitivo, va in vacanza, a scuola, in palestra, a correre, non si vaccina, si assembra, si saluta abbracciandosi, non porta la mascherina etc etc.

3. Appeal to emotion: provocare una reazioni emotiva anziché argomentare.

Leggi un’altra testimonianza dalla corsia di un infermiere stanco o di Mario Rossi che ha perso la nonna e mi esplode lo scroto.

4. The fallacy fallacy: siccome un’affermazione è stata argomentata male, o è stata commessa una fallacia, l’affermazione stessa è sbagliata.

Qui i migliori sono quelli di Fanpage: scelgono uno scemo a caso in una folla, gli chiedono l’opinione sul covid, quello risponde “termostato” e allora… va be’ avete capito.

5. Slippery Slope: affermare che se permettiamo che succeda A, allora alla fine succederà anche Z, e perciò non si può permettere che A accada.

Qui è come sfondare un culo rotto: “se apriamo ora sarà stato tutto inutile e non possiamo permetterci di abbassare la guardia…”.

6. Ad hominem: attaccare la vita e i tratti personali dell’interlocutore nel tentativo di sminuire le sue argomentazioni.

Dicasi problemi di ego: ti dico che sei vittima di tutte o alcune di queste fallacie e la tua reazione è di stizza perché ho iniziato dandoti dell’idiota. Capita, con la verità e con gli idioti.

7. Tu quoque: evitare di replicare a una critica, criticando chi la pone.

“Siamo tutti bravi a criticare ma tu cosa avresti fatto al posto di Conte?”

8. Personal incredulity: una cosa non può essere vera poiché si sono incontrate difficoltà nel comprenderla o non se ne conosce bene il funzionamento.

Provato a spiegare che cosa si intende per dittatura, o diritti costituzionali, o libertà fondamentali a qualcuno recentemente?

9. Special pleading: cambiare ciò che si sostiene o rifinirlo introducendo un’eccezione nel momento in cui si è smentiti.

“Il vaccino eliminerà il virus e dovrebbe essere obbligatorio.”
“Ma veramente ci si vaccina per l’influenza ogni anno, ma mica sparisce.”
“Ah sì, e il vaiolo? E i marò? e Bibbiano?”

10. Loaded question: fare una domanda che nasconde una cosa assunta per ovviamente vera tale per cui non si può dare risposta senza dare l’impressione di essere colpevoli.

Tu non vuoi sacrificare un po’ della tua libertà per il bene di tutti?

11. Burden of proof: onere della prova.

Siamo in emergenza sanitaria: coprifuoco, mascherine obbligatorie ecc.
Ma io non vedo niente, né bombardamenti aerei né carrettate di morti.
Solo perché il nemico è invisibile.

12. Ambiguity: usare un doppio significato o qualche ambiguità di linguaggio per indurre a credere una verità distorta o erronea.

Gli asintomatici contagiosi, i malati sani, i falsi positivi e il gatto di Schrödinger.

13. The gambler’s fallacy: credere che i “ritardi” incidano su eventi statisticamente indipendenti, come le estrazioni del Lotto.

A che ondata prevista, che ci prenderà di sorpresa, siamo arrivati?

14. Bandwagon: fare ricorso alla popolarità o al fatto che diversa gente faccia qualcosa nel tentativo di dare credito a un argomento.

Va be’, questa mi sento stupido anche a spiegarla, se non la capite per voi è già troppo tardi. Ah, guardate cosa succede in Francia, Germania, Brexit e Svezia.

15. Appeal to Authority: dire che siccome un autorevole personaggio pensa qualcosa, questa cosa deve essere dunque vera.

Qui c’è l’imbarazzo della scelta, partite dall’OMS giù ai virologi da Vespa fino alla Ferragni, Vieri e Jovanotti. Oppure guardate lo spot di Tornatore, che però non mi sento di linkare.

16. Composition/division: assumere che una parte di qualcosa debba essere applicata al tutto, o ad altre parti di questo; o che il tutto valga per le parti.

Eh ma la gente muore!
Muoiono gli anziani con patologie pregresse o gente curata male.
La gente muore, salvate donne e bambini per primi!
Sono già salvi…
La gente muore!

17. No true scotsman: commettere quello che può essere chiamato “ricorso alla purezza” come metodo per non curarsi di obiezioni o errori nei propri argomenti.

Lo volete capire che c’è una pandemia, che la gente muore, che c’è un’emergenza? È come in guerra e in amore, o a carnevale, o a Las Vegas, insomma vale tutto.

18. Genetic: giudicare qualcosa come buona o cattiva sulla base di dove o da chi arriva.

Chi ha detto Cina?

19. Black-or-white: presentare due alternative come le uniche possibilità, mentre in realtà ne esistono diverse.

O chiudiamo tutto o moriamo tutti. O ci vacciniamo tutti o non ne usciamo più.

20. Begging the question: usare un argomento circolare in cui la conclusione è inclusa nella premessa.

L’unica cosa che abbassa la curva è chiudervi in casa e quindi abbiamo deciso di chiudervi in casa. Il vostro cane si sta mordendo la cosa perché è più sveglio di voi.

21. Appeal to nature: argomentare che siccome una certa cosa è “naturale” questa è dunque valida, giustificata, inevitabile, buona o ideale.

Questa l’ho commessa io, a me continua a sembrare un’influenza, che vi devo dire?

22. Anecdotal: usare l’esperienza personale o un esempio isolato invece di un argomento robusto, specialmente per distogliere l’attenzione dai dati statistici.

Tipo dire che quest’anno sono morte le stesse persone del 1944, ma non dire che succede statisticamente da dieci anni in qua?

23. The texas sharpshooter: selezionare ad arte insiemi di dati che calzino una certa argomentazione, o isolare i soli dati che seguono una tendenza che combacia con un certo pregiudizio.

Per questo la curva del PIL o dello spread non ce li mostra più nessuno ma l’indice RT è ovunque?

24. Via di mezzo: dire che un compromesso, o un punto di vista intermedio tra due estremi, debba essere la verità.

Stiamo valutando una soluzione per permettere alla gente di assembrarsi ma senza avvicinarsi tra di loro: una manifestazione su un’app apposita. Ah, stiamo pensando a un passaporto sanitario obbligatorio per mettere d’accordo chi vuole il vaccino obbligatorio e chi no.

CONCLUSIONE

Questo post per me è l’ultimo perché come diceva Bill Hicks ai tempi di Bush, non c’è nulla da dire.
L’unica domanda da farsi, oggi come allora, è questa: quanto cazzo devono infilarvi su per il culo prima che vi accorgiate che vi stanno inculando?

LA RESA DEI CONTI

15 dicembre 2020: un episodio inatteso di giornalismo

Peppino e i Lonely Hearts hanno già annunciato una nuova stretta per le festività natalizie eccetera eccetera.

Vi ho da un pezzo abbandonati al vostro destino ma voglio tornare un’ultima volta in questo diario per mostrarvi la potenza di un cervello ossigenato. Non sono un giornalista e non ho una laurea scientifica. Sono un coglione qualsiasi, con una connessione internet e senza televisione (e senza mascherina, mai posseduta).

Mancano 15 giorni ma abbiamo, finalmente, i dati statistici sulla mortalità in Italia. Ma prima le fonti, così non rompete il cazzo: Istat, IndexMundi e John Hopkins University.
I dati dicono che mi devo scusare con il virus, dato che ha salvato, SALVATO, quasi 60.000 persone in Italia quest’anno.

La realtà è che da 10 anni in qua, ogni anno, in Italia muoiono 600.000 persone circa (arrotondo brutalmente).
E ogni anno, sempre in Italia, ne muoiono 6.000 in più dell’anno precedente.

I dati del 2020 (al netto di 15 giorni mancanti, in cui non potrà succedere nulla di statisticamente rilevante, spero) dicono che il trend sarà rispettato e che quindi anche quest’anno avremo circa 600.000 morti (1% della popolazione) più altri 6.000 rispetto al 2019 (0,01%).

AGGIORNAMENTO IMPORTANTE
Mentre scrivevo questo post è uscita la notizia che quest’anno in Italia sono morte 700.000 persone.
Il dato è stato accostato a quello del 1944, in piena seconda guerra mondiale, e quindi mi preme precisare che secondo i dati alla base di quest’articolo la variazione percentuale dalla mortalità attesa è stata maggiore di un 0,15%.
Fa meno titolo della seconda guerra mondiale, lo so.

Però ribadisco: la percentuale dei morti per l’anno 2020 differisce dello 0,15% da quella attesa per lo stesso anno, come dire che invece dell’1% dei morti ne abbiamo avuto l’1,15%.

Ecco, mi sentivo di fare questa precisazione, avendo io citato dati arrotondati per facilità di calcolo, che se non possono comunque competere sul piano retorico con analogie cubitali con i caduti della Seconda Guerra Mondiale, sono però dati reali la cui oggettività non vorrei inficiare con la mia pigrizia.

Lo stesso vale per la riflessione provocatoria che segue nel post originale, basata sugli stessi dati ma, ripeto, volutamente iperbolica, per indurre a riflettere sulla reale portata del fenomeno.

I morti per covid sono 65.000 circa, ma non sono “extra conto”, come pensavo, dato che il totale normale è rispettato, sono da ascrivere al bilancio ordinario: significa che sono morte 59.000 persone in meno di quelle previste (65.000 meno 6.000)!!!

È un cazzo di miracolo. Il covid è la salvezza dell’umanità, altro che una piaga.

Chiedo perdono, se ho dubitato, ora credo anch’io, sono finalmente un covidiota.
Esco a comprare anch’io una mascherina (con il cazzo).

27 ottobre 2020: la fine delle cose è scritta nel loro inizio

Manifestazioni di protesta in tutta Italia, perfino qui a Cesenatico.

Era l’11 marzo e scrivevo questo:
“Non so bene come vi siate fatti convincere a rinunciare ai vostri diritti fondamentali, ma so che la scelta è stata di chi ci governa. Se ricordo bene dai miei studi elementari, quando un governo limita le libertà del popolo a cui dovrebbe garantirle, lo si dovrebbe destituire. E se non si può destituire, arriviamo al punto di questo messaggio.
Io sono con voi che resisterete, e sono pronto.
Vi sto cercando, ma voi trovatemi.”

Be’, ben trovati, ve la siete presa comoda.

Postilla all’epilogo, dopo l’estate 2020

È di queste ore l’ennesima trovata di Peppino e i Lonely Hearts: obbligo di mascherina all’aperto e qualche altro accessorio. Mi chiedono da più parti di riattivare questo blog, ma ho constatato che a chiedermelo è chi la pensa come me.

Potrei dire, e l’ho fatto già con amici e conoscenti, altre mille cose su quest’ultima trovata e sull’estate appena trascorsa, e sarebbero cose estremamente crude e oneste, logiche, perfino vere (wow).
Ma se c’è una cosa che ho imparato proprio da questo blog è che non puoi fare niente per la gente stupida e per la gente impaurita, e ancora meno per la gente con una stupida paura. Quindi no, non riaprirò il blog, priverò l’Italia del mio apporto intellettuale, tanto la scena nazionale è ben presidiata dalle voci di Scanzi, di Tommaso Paradiso o Fabio Volo, e farò come se non esisteste.

Non dovrebbe essere difficile perché davvero non esistete, ed eravate stati già informati, da PPP per esempio.

Alla fine non c’è stato bisogno di voi: epilogo

Da qualche giorno cerco di trarre un bilancio da questa “cosa” che abbiamo passato. Ho riletto tutto il blog e ancora mi trovo d’accordo con me stesso. Mi chiedo se avrei potuto fare di più, e forse con indulgenza mi rispondo che essere stato pronto a “salire sui monti” è il massimo che potessi fare.

Ho cercato di esercitare le mie capacità analitiche e il mio senso di giustizia nel modo più coerente possibile, senza rinunciare al dubbio e all’umiltà che porta con sé. Mi sono negato a ogni confronto basato su stereotipi, cliché e ignoranza, ma non mi sono mai astenuto dal contraddire subito e con veemenza chiunque li usasse. Non ho potuto confrontarmi quanto avrei voluto per mancanza di interlocutori e quindi ho dovuto cercare in me stesso le opposizioni ai miei argomenti. Questo atteggiamento mi è servito a dare sicurezza e fermezza alle mie posizioni. Sono abituato a essere il più feroce critico di me stesso, è come mi costruisco.

A proposito del bilancio che vorrei tirare, per questo blog e come persona, penso di poter ricorrere a un solo “algoritmo di significato”, l’unico che conosco e su cui cerco di basare la mia esistenza: attraversare la vita rifiutando tutti i compromessi ma senza rinunciare a niente e, infine, morire un essere umano migliore di quello che sono nato.

Sul piano pratico, penso di raccogliere questo blog in un libricino o in un pdf, magari illustrarlo, e metterlo nel mio sito web. A disposizione di chi in futuro vorrà ascoltare la voce di un tizio qualunque durante la pandemia del 2020. A lui rivolgo ora il titolo e lo spirito di questo testo:

Ti stavo cercando, ma mi hai raggiunto tu.

Aggiornamento del 1 giugno 2020

Mi viene da pensare a Bigfoot o allo Yeti o al mostro di Loch Ness. Il lago di Loch Ness lo visitai pure, durante un viaggio in Scozia tanto tempo fa, e comprai una toppa da cucire con il mostro, o forse era un cappellino… non ricordo, un qualche pezzo di merchandising.

Quando vedo le mascherine e i guanti, le colonnine con i dispenser di amuchina (nei posti di lusso) e disinfettante tarocco (nei posti popolari), penso a voi come visitatori del gift shop Italia e consumatori del merchandising legato al covid-19.
Certo che mi viene da ridere.

N.B. A mio avviso, è solo lo strascico di allarmismo che Giuseppi e gli altri devono tenere vivo per non perdere la faccia e passare per i cialtroni che sono.

In ogni caso devo cominciare a pensare a come chiudere questo blog visto che tra poche settimane chi ha un cervello funzionante tornerà normale e comprensibilmente non avrà voglia di vedere quanto siamo stati idioti, come non ha voglia di vedere foto di quando portava i capelli con il mullet (non so come si dice in italiano, scusate).

Su cosa fare di questo blog accetto suggerimenti e se vi va potete scrivermeli qui prati.daniele[at]gmail.com oppure su facebook, se siete sopravvissuti allo scrematura dei covidioti.

Aggiornamento dal cielo in una stanza del 30 maggio

Due brevi storie tristi-19:
Ieri sera sono passato a bere una cosa nel mio street bar preferito qui a Cesenatico. Sarò stato 20 minuti, sono passate 20 macchine di vigili, carabinieri e polizia, e 20 persone a passeggio (cani inclusi).
Fate la curva di questi numeri, coglioni.

Sempre ieri facevo gli esercizi sul tappettino in camera. Mio fratello è venuto a fare la doccia. Da ora in poi dovrò uscire dalla camera mentre lui si riveste perché durante gli addominali respiro troppo forte. Aggiornate il conteggio vittime del virus con anche le persone morte cerebralmente. Coglioni.

Postilla: Coglioni!

Aggiornamento sacrificale numero 2 del 28 maggio

Voglio fare come voi e introdurre argomenti insensati come pettegolezzi e senza nessun supporto fattuale. Qualcosa tipo “infatti in Svezia i contagi crescono” oppure “infatti il premier inglese ha smesso di fare il coglione dopo che se l’è presa” o “la mascherina è un segno di rispetto verso gli altri”.

Nel video che segue non ci sono mascherine, ma non state a sovraccaricare il vostro cervello con troppe informazioni, in fondo è solo un abuso di autorità ai danni di un cittadino comune da qualche parte nel mondo, non vi riguarda, voi state lottando con problemi ben più gravi, con un terribile virus che uccide chi respira senza mascherina. George Floyd è morto, ha cercato di respirare senza mascherina, gli sta bene.

Aggiornamento sacrificale del 26 maggio 2020

C’è un’espressione che ho escluso dalla lista del post precedente che merita almeno una menzione speciale.

MENZIONE SPECIALE: Sacrificare un pochino di libertà personale per il bene comune è una cosa giusta
No, non lo è. E non perché io sia un egoista. In che modo “sacrificare una libertà personale” aiuterebbe il bene comune? Il virus non è una capricciosa divinità, non è che sta lì e pensa “gli uomini mi hanno sacrificato una sessione di jogging o la stretta di mano e quindi li risparmierò dalla mia ira”. Andiamo…
Tanto varrebbe ripristinare la pratica di sgozzare capretti su altari oppure offrire figlie primogenite a mostri marini per propiziare la navigazione, salvare il raccolto o ingraziarsi un dio in una guerra... mettiamoci ad adorare i miominipony arcobaleno a questo punto… Ma vi sentite?

Aggiornamento a tappeto, sempre del 24 maggio 2020

Ecco la lista aggiornata delle prime cinque espressioni legate al covid-19 che mi fanno sanguinare le orecchie, ogni fottuta volta.

NUMERO 5: Se ti vuoi bene, resti a casa
Non so quanta gente ho rimosso dai miei social dopo che l’ha usata. No davvero, provate a pensarci un attimo. “Se ti vuoi bene”, condizione presa come assoluta e messa in testa a un tu generico, “resti a casa”, conseguenza ineluttabile della condizione arbitraria e inspiegabilmente imperativa. Fate il test di Greimas, all’inverso suona così “Se odii te stesso, esci a fare un giro”.
È più chiaro adesso?

NUMERO 4: Bisogna essere responsabili e fare la propria parte
Davvero, e stare sul divano a rincoglionire e ingrassare è la nostra parte? E adesso mi dirai che devo sentirmi anche orgoglioso di essere un membro attivo della comunità, anche un pochino eroe dopotutto… anzi sai cosa, posto un infermiere sui social e chiamo i vigili per denunciare un runner, così, per spirito di corpo verso gli altri eroi.

NUMERO 3: Ci sono delle regole e vanno rispettate
Ma che cagata è? Anche lo ius prime noctis era una regola: vuoi dirmi che se fosse in vigore faresti chiavare la tua sposa novella al padrone di casa? L’unica regola universalmente e sempre valida è quella di non rispettare le regole che non rispettano noi.

NUMERO 2: La gente muore
Questa era al primo posto prima della fase 2. Sì, tecnicamente la gente muore da sempre, anzi non fa altro, anche adesso migliaia di tabagisti, di bambini affamati, di malati di cancro e anche di vecchi e di bunjee jumpers stanno morendo, quindi a cosa dobbiamo questa subitanea presa di coscienza?

NUMERO 1: C’è troppa gente in giro, non va bene
Di prepotenza al primo posto da quando è iniziata la fase 2. Non l’ho mai capita: c’è troppa gente in giro rispetto a cosa? Su quale parametro si misura la “gente in giro”? E poi, dove dovrebbe essere la gente scusa? Bah.

Aggiornamento intransigente del 24 maggio 2020

Ieri sera ho rinunciato a una cena con gli amici in un ristorante abituale perché mi hanno imposto di indossare la mascherina tra l’ingresso e il tavolo: venti passi, forse trenta.
Una volta di più è stato inutile fare notare l’assurdità della situazione.
Il gestore ha invocato un po’ di comprensione, e pazienza, ha parlato di una barca su cui saremmo tutti, perché il punto è che “girano” e fanno le multe, o peggio, fanno chiudere. E in questo momento hanno bisogno di lavorare.
Andrà tutto bene a tutti ma, personalmente, io la vivo così: la scelta è tra cedere a un ricatto velato da parte dell’autorità e trattare da idioti i tuoi clienti per poter lavorare, oppure dimostrare con i fatti ai tuoi clienti, specialmente a quelli storici, che sono più dei soldi che ti lasciano, che sono persone con un cervello e portatori asintomatici di dignità e rispetto.

La vita è comunque fatta di scelte anche quando ti nascondi dietro al fatto di non avere scelta.

Aggiornamento ripensamento del 22 maggio 2020

Pensavo fosse inutile continuare a insultarvi. Poi ho visto per caso questo:

Se potete guardare questo senza che il vostro cervello si liquefaccia ed esca dagli orifizi facciali in forma di filamenti rossi scintillanti… be’, allora per voi è troppo tardi.

Aggiornamento delle minime speranze del 22 maggio 2020

Alla luce del contegno degli italiani durante il lockdown, devo ammettere che non è che riponessi grandi speranze in loro e nel loro cervello quando è iniziata la fase 2.

Nei miei sogni più scabrosi e pornografici vedevo un deputato fare un discorso in aula rifiutandosi di indossare la mascherina perché è “un uomo libero e nessuno può mettermi il bavaglio e, soprattutto, il Parlamento di questa Repubblica non ha votato nessuna legge del genere e quindi questa legge non la riconosco.” Invece ho visto De Luca dare degli imbecilli a chi non porta la mascherina, e nessun Parlamento all’orizzonte.

E puntualmente: le file davanti al fornaio con la mascherina, al bar per il caffè con la mascherina. Ogni analfabeta funzionale di questo paese può cazziarti e importi di indossare la mascherina per accedere a un servizio o in un luogo. Bariste, commesse, benzinai, ristoratori. Ieri al Leroy Merlin un tizio mi ha puntato una pistola elettronica alla testa, stavo per menarlo. Tutti ti dicono cosa fare e pensare, che temperatura corporea avere. Va bene che sono cresciuto in un paese cattolico e quindi c’ho fatto l’abitudine, ma così è ridicolo. Cazzo c’è, un undicesimo comandamento?

In ogni caso, sono giunto a non riporre nessuna fiducia nella vostra intelligenza e quindi, qui di seguito, me la canto e me la suono da solo e andate a fanculo.

  • La mascherina “chirurgica” è un presidio medico per i dottori a tutela dei pazienti in ospedale, di solito aperti come bistecche davanti a loro su un tavolo operatorio. Non credo che nessuno di voi sia mai andato oltre a tagliare una fiorentina, quindi fate mente locale e verificate di non avere una laurea in medicina (non ce l’avete, ero ironico).
  • La mascherina stilosa di stoffa colorata, o quella da imbianchino o quella filtrante per il lavoro con sostanze tossiche hanno tutte l’utilizzo per cui sono state pensate, cioè nell’ordine: nessuno, inutile se non quando ci sono dei controlli e infine di protezione. Tutto il resto siete voi mentecatti.
  • Non so più come cazzo dirvelo ma NESSUNO può permettersi di dirvi cosa fare con il vostro corpo, diocristo! Il vostro corpo, chiedete con le donne che si battono per la libertà di aborto, è l’ultima linea di difesa della vostra libertà personale, oltre a quella non siete più umani.
  • L’unico distanziamento sociale che esiste è sempre quello di CLASSE, quello tra ricchi e poveri, sfruttatori e oppressi. Pretendere che gli altri ti stiano a un metro ti mette solo al riparo dalla loro intelligenza. Cosa di cui invece avresti molto bisogno.
  • Stringersi la mano, abbracciarsi, picchiarsi, amarsi, giocare. Manifestare, schierarsi, marciare. Protestare. La distanza di sicurezza di un metro, secondo voi, chi è che mette veramente al sicuro?

Non so più come far passare il messaggio, mea culpa, e mi rendo conto che coprirvi di insulti non è efficace. Però non mi vengono altre idee.

Aggiornamento senza sfumatura del 20 maggio 2020

Vado dal barbiere. Arrivo alla porta. Non c’è stella di David, non c’è cartello “White only”, c’è scritto “solo su appuntamento, con mascherina obbligatoria”. Il barbiere mi guarda attraverso il vetro, ricambio lo sguardo. Credo sappiamo entrambi che è l’ultima volta che ci vediamo. Coglione.

Aggiornamento senza pudore del 20 maggio 2020

Da qualche giorno vado in giro e parlo con la gente cercando di capire cosa ha tratto da questa vicenda e quali cambiamenti sono avvenuti nei comportamenti e nella psicologia delle masse, una specie di rozza etnografia.

  • Chi faceva schifo prima, come persona, lo fa anche adesso, solo di più e senza remore.
  • Chi faceva schifo prima, come persona, adesso può dirti che lo fai tu, abbandonando ogni pudore, la legge è dalla loro.
  • Come la forbice tra ricchi e poveri, anche la distanza tra umani e schifosi, o tra persone e gente se volete, è aumentata in modo abnorme.
  • Chi prima non si sarebbe sognato di rompere il cazzo ai ragazzini al campetto o ai ciclisti in gruppo, continua a non sognarsi nemmeno di farlo. Tutti gli altri, però, ora hanno il forcone e la fiaccola per bruciare le streghe.
  • Qualcuno, pochi, e me compreso, ha realizzato quello che è successo ed è inebetito dal fatto che sia potuto succedere.
  • Bambini e sfigati sono le vere vittime della situazione, ma di loro non importa nulla a nessuno. Sono le vere fasce deboli.

Aggiornamento lapalissiano del 19 maggio 2020

Stringendo: devo credere che prima che di sentirlo in un talk show, o di leggerlo in una tabella numerica alla televisione, pensaste di essere immortali?
È l’unica spiegazione che riesco a darmi: per paura di morire, prima, non rompevate così il cazzo, non eravate così disgustosi, quindi pensavate che la morte non vi riguardasse?

Mi fate pena, vi ritrovate con una vita che è peggiore della morte che fuggite.

Aggiornamento di verifica del 19 maggio 2020

Ho messo a punto alcuni facili test, livello quiz di Gerry Scotti per intenderci, al fine di farvi riprendere contatto con la realtà.

TEST n. 1 o dell’annuncio al publifono

“È stato smarrito Matteo, 7 anni, con un costumino rosso… i genitori sono pregati di venirlo a prendere al bagno Tik Tok n. 42”, vi sarà capitato di sentire questo messaggio sulle spiagge. Dov’è vostro figlio? Se la risposta è in casa invece di a scuola, a giocare, in cortile, in giro con gli amichetti, be’, avete fallito il test.
ESITO: Non è ripartito proprio un cazzo.

Test n. 2 o della bicchierata di Begbie

C’è una famosa scena di Trainspotting, la linko qui, che si svolge in un pub. Se il corso degli eventi narrato nella scena non può accadere ora nel tuo pub, be’, hai fallito il test di nuovo.
ESITO: Vivi in un regime del cazzo (o a Belfast negli anni ’90).

Test n. 3 o della comprensione del testo

Hai letto il descrittivo? Se ti sembra normale e i tuo neuroni non si stanno suicidando come lemmings per essersi ritrovati nel tuo cervello, allora hai fallito il test.
ESITO: Eri un idiota funzionale prima e un covidiota adesso.

Stiamo mettendo a punto altri test, sempre più semplici e a prova di stupidi, ma abbiate pazienza, non è facile.

Aggiornamento ripartente del 18 maggio 2020

Ma fatemi capire, cos’è che riparte oggi? La ripartenza di che?
Riaprono negozi e ristoranti? Riparte l’economia? Cos’è che riparte?

Ripartono le riforme, si fanno elezioni e referendum, si sfiducia il governo, si sale al colle, il presidente scioglie lo zucchero nel caffè, e le camere? Forse si riaccende il dibattito politico sui grandi temi morali e sociali? O anche sui piccoli, sui tweet di qualche becero dell’opposizione? Riparte l’opposizione? Le parti sociali attivano proteste, si fanno manifestazioni per i diritti civili? Ripartono le sardine? Ripartono i ritrovi dei fascisti a Predappio? Riparte la vita culturale e intellettuale, se mai c’è stata, del paese? Si fanno film, opere d’arte, si scrivono libri che non siano punti di vista sulla quarantena? Ripartono almeno i cinepanettoni? Ripartono gli intellettuali come Jovanotti e Fedez? Ripartono scuole e università e i luoghi in genere di produzione e tradizione del sapere e della conoscenza? Riparte la vita sentimentale? Chi va da tre mesi a pugnette perché era single ora può conoscere qualcuna e trombarsela in un cespuglio? Riparte lo spaccio? Ripartono gli influencer?

Cos’è che riparte, davvero? Io non lo capisco. Io vedo 62 milioni di idioti che si preoccupano solo di come e dove e a chi mettere un pezzo di carta sulla faccia.

Aggiornamento con presunzione di innocenza del 17 maggio 2020

Questa cosa della mascherina vi è sfuggita di mano. Il profilo dell’indossatore compulsivo l’avevo tracciato nel bestiario sotto ma avevo chiaramente sottovalutato il fenomeno. Non so come dirlo ma, è un po’ come la presunzione di innocenza, presente? Quel principio per cui fino a che non dimostri la colpevolezza di qualcuno, quel qualcuno è innocente.
Idem per il covid, fino a che non è provato che uno è malato, uno è sano, non un appestato, diocristo.

Un video appello dei piccoli commercianti ed esercenti di Cesenatico ha fatto il giro dei social da queste parti. Il succo è che appena si potrà riaprire è importante che tutti ci sforziamo di consumare e acquistare nei negozi locali e di superare la “pigrizia immorale” che la reclusione ha creato in noi. L’acquisto online, infatti, è basato sullo sfruttamento di un lavoro che non si vede, dal punto di vista concorrenziale è sleale, inquina l’ambiente e anche fiscalmente non è molto chiaro. Sacrosanto. Inoltre, nel video, si mette in luce l’aspetto umano e fiduciario insostituibile della transazione in persona. Nulla da dire.

Ho pensato di comprare un pallone da basket e delle scarpe sportive e sono andato nel negozio.
Non mi hanno fatto entrare perché non avevo la mascherina.
Dubito che l’idea di andare al ristorante lunedì sia ancora buona.
Sono tornato a casa e ho comprato il pallone su amazon. Proprio io che amazon lo detesto e non lo uso mai. Me lo porterà un corriere con la mascherina (forse), lo ringrazierò e gli sorriderò.
Chiudete pure tutti e andate a fanculo sorridendo, tanto non posso vederlo.

Aggiornamento dal punto di non ritorno, 15 maggio 2020

Credo che il punto di arrivo che loro hanno in testa sia qualcosa tipo quello che si vede nel video della palestra di Hong Kong che ha finalmente riaperto. Loculi verticali di plastica in cui i criceti corrono in silenzio e solitudine e, quando se ne sono andati, dei tizi passano a spruzzare il diserbante per eliminare ogni traccia di umanità dalle macchine.

Ho un amico che mi parla delle assurde regole a cui dovrà sottostare se vuole riaprire il bar e che implicano tra l’altro un ritorno alla plastica usa e getta. Dopo tutta la fatica per cercare di liberarcene. Un altro amico riesce ancora a ritagliarsi degli spazi sovversivi di identità “marinando” il lavoro e scappando in bici sui monti. Giuseppi ha fatto intravedere cosa pensa degli artisti e degli intellettuali con quel ridicolo accenno nel suo discorso.

Questa crisi pandemica è servita a spingere la soglia di quello che siamo disposti ad accettare un bel po’ più in là. Siamo molto più vicini a come ci vorrebbero, macchine affidabili di produzione e consumo senza velleità di felicità, di espressione, di ricerca della verità e della conoscenza.

Dispositivi produci-consuma-crepa pronti all’uso.

Davvero ultimo aggiornamento, 13 maggio 2020

Lunedì 18 maggio riapriranno bar e ristoranti, e soprattutto stabilimenti balneari, qui in Romagna. La lista delle disposizioni di sicurezza da rispettare è di per sé un pezzo comico e non serve nemmeno aggiungere una battuta ad effetto. Farebbe morire dal ridere, se non mi venisse da piangere. Però mi è passata subito, appena bagnini e albergatori si sono messi alla testa della torma di prefiche, ululando disperati a tutte le istituzioni umane e divine. Se a lamentarsi sono loro è né più né meno come quando un moccioso piange per un giocattolo rotto. Mi sento sollevato.

Mi rimane la curiosità di scoprire la strana estate che sarà. Nel frattempo però lo spettacolo dell’idiozia umana continua, come tutti i grandi spettacoli, e dalle nebbie della ragione emergono nuove figure mitologiche, dalla natura semidiota, o integralmente idiota.

BESTIARIO MITOVIROLOGICO

Tipo l’indossatore compulsivo di mascherina. Da solo, alla guida o correndo, oppure a passeggio con un membro della famiglia con cui condivide il tetto o mano nella mano con la fidanzata che si è tolta il cazzo di bocca da qualche ora. Li vedi, che ti guardano motivati e si aspettano di essere ringraziati per il fatto che ti stanno proteggendo e tu, ingrato, restituisci loro uno sguardo di commiserazione e disprezzo… e loro non capiscono.

Tipo il portatore asintomatico. Questo è al livello del chupacabra o dell’ippogrifo. È la fuori, travestito da persona normale, ha il virus ma nessun sintomo del virus, quindi è ammalato ma non lo è, però, siccome potrebbe essere chiunque, il covidiota raggiunge la conclusione che chiunque potrebbe essere ammalato e quindi da chiunque bisogna proteggersi. Peccato che chiunque poteva essere ammalato anche prima. Ad esempio chiunque, prima dell’epidemia, poteva avere l’epatite o l’AIDS e non saperlo, ma mica ti impedivi di bere dalla sua bottiglietta o di scopartelo/a senza preservativo. Il portatore asintomatico è come il gatto di Schrödinger, per chi sa cos’è.

Tipo il sindaco di Tombstone. Come quello di Milano o uno dei tanti sparsi per l’Italia. Da quando Giuseppi gli ha conferito la stella si è divertito a fare i duelli al Covid Corall, infierendo su runners e coloni. Spalleggiato da carabinieri e vigili, armato di ordinanze, divieti, elicotteri e telecamere - qui a Cesenatico è arrivato anche a vietare la spiaggia, che è come recintare la California nel Far West - pregustava già, davvero, di cavalcare verso il tramonto accompagnato dai sospiri della colona infatuata. E invece si trova a fare i conti con una folla inferocita e a sentire la stella penzolare sul petto.

Tipo Vito il vigile, o sbirro in generale. Da un giorno all’altro ha goduto di pieni poteri e ha potuto fare tutto quello che desiderava. Non doveva rispondere a nessuno, seguire nessuna regola, nemmeno le basilari forme di rispetto umano. Praticamente è stato come un glitch: degli invasati che per tre mesi hanno potuto giocare a battle royale in GOD MODE.

Tipo l’imprenditore della sanificazione. Questo è un altro che è strisciato fuori dal vaso di amuchina di Pandora. Nel suo cervello è scattata la molla dell’imprenditorialità (per chi non lo sapesse è collocata nel cervello rettile, tra uccidere e riprodursi) e si è gettato nel business della ripartenza. Via con le barriere antifiato, i trattamenti all’ozono, le colonnine igienizzanti, i clisteri di amuchina e la certificazione obbligatoria a pagamento per poter tornare a lavorare. Eccola lì, l’Italia di chi non si arrende, della piccola e media impresa che non molla mai, che riporta in auge il made in Italy: per aspera ad astra!

Tipo il padrone dei muri, il nuovo dio degli inganni della mitologia “gnorrena”. Fa lo gnorri, come se negli ultimi tre mesi fosse stato nella casa del Grande Fratello. Quindi bisogna capirlo se proprio non può accogliere la strana richiesta di una diminuzione o sospensione del canone di affitto del tuo bar o negozio. Non puoi prendere per il culo il dio della presa per il culo. E quindi insisterai e lui ti risponderà con un “mica è colpa mia, rifatti con i cinesi…”, oppure “ma io le tasse le pago lo stesso, quindi…”. Se ci fosse la giustizia divina spingerebbe in eterno un macigno su per un monte. Ma non c’è giustizia, né tanto meno un dio.

Tipo il sistema immunitario del corpo umano. Questo è uno di quei miti con un fondamento di verità, poiché pare che prima della pandemia ogni essere umano lo avesse. Nel corso del lockdown è andato perduto, come Atlantide o il Santo Graal, e quindi niente, gli umani stanno imparando a vivere come se non esistesse, come fanno già con la morte. Le ghiandole che si gonfiano misteriosamente quando ci becchiamo un raffreddore sono vestigia filogenetiche come il coccige, che è tutto quello che resta della coda che non usiamo più.

Ultimo aggiornamento, 7 maggio 2020

Credo che l’intenzione di Giuseppi e i Lonely Hearts fosse mostrarci quanto fossimo irrimediabilmente pecoroni per poterci rimettere in gabbia con un trionfante “ve l’avevo detto”. Questa era la fase 2, secondo me.

Ma penso anche che nelle immediate reazioni all’annuncio, Giuseppi abbia visto parecchi “fantasmi” incazzosi cominciare ad agitarsi nell’etere insieme al virus. Prima regola, Giuseppi, mai perdere tempo a esporre il piano malefico alle vittime. Insomma, sempre secondo me, il nostro villain deve aver realizzato che il giochino era andato troppo per le lunghe e rischiava il ciuffo per davvero, questa volta.

Quanto a me, da lunedì faccio il cazzo che mi pare. Non mi avvicino alle persone se non vogliono, ma questo l’ho sempre fatto. Resta la curiosità di scoprire questa “estate non estate” che si avvicina e come la vivrò insieme ai miei amici, fisici e social, che non ho eliminato perché macchiatisi di complicità morale con Giuseppi e il sistema mediatico.

Come in quei film in cui alla fine avviene una piccola rassegna del futuro dei personaggi e, per ultimo, il regista ci regala una scena di quello che il protagonista sta facendo e rimaniamo lì a immaginare che lo farà per sempre. E tutta la storia, dopo essere stata sottratta al grande fiume per venirci mostrata, si reimmette nel corso principale.

Nel finale di questo blog sto bevendo qualcosa da qualche parte con il Centro, guardiamo le persone cercare di vivere con quello che sanno e le aiutiamo dai nostri mojito. Di diverso, rispetto a sempre, c’è lo sguardo ostile riservato a quelli che hanno sgarrato. Se state leggendo questo probabilmente non dovete preoccuparvi. Nemmeno gli altri, a dire il vero, in fondo è solo uno sguardo.

Vi ho cercato, ma voi mi avete trovato?

Aggiornamento del 4 maggio 2020

Oggi è il tana libera tutti, non me ne frega un cazzo del fatto che passo il messaggio sbagliato. Non è che la semantica possono farla solo loro.
Anche perché ho controllato proprio ora e il messaggio giusto non c’è ancora. Sono andato sul sito del governo, della regione, del ministero dell’interno e vi ho trovato le solite certificazioni, perfino in versioni plurime, a seconda del motivo per cui uno si sposta, ma nessuna traccia dell’unico atto doveroso. In tv non controllo neanche, staranno passando ancora i tutorial per lavarsi le mani.

Non c’è traccia però dell’unico modulo che dovrebbe esserci: una cambiale.
Anzi, la cambiale, da presentare a Giuseppi e al governo per essere rimborsato di due mesi di vita che è mi è stata alienata.

Aggiornamento della sesta giornata del 2 maggio 2020

Quelli che una settimana fa sembravano agenti dell’OVRA hanno riposto gli stivaloni, da sempre adatti a sole due occasioni, i bordelli e la milizia, e incominciano a rifarsi una verginità. Qui a Cesenatico, per esempio, il sindaco ha ricominciato a compiacere bagnini e albergatori e a fare video in cui ammette sorpresa e incredulità verso le restrizioni di Giuseppi e i Lonely Hearts.

Da un pezzo so come andrà a finire, o meglio a non finire, l’ho scritto in tempi in cui l’unico sospetto ero io. E visto che sto giocando con il linguaggio, come fanno loro, ma tenendo fede alla mie parole, come facciamo solo io e altre quattro persone a Cesenatico, vi regalo un’espressione che vi tornerà utile: da wikipedia: “Eroi della sesta giornata o eroi della sesta è una espressione polirematica usata per definire gli opportunisti che, pur non avendo partecipato alle fasi incerte e pericolose di uno scontro, si mettono in mostra quando il successo è ormai certo e, profittando dei seguenti momenti di euforia e confusione, cercano di ipotecare a loro vantaggio la vittoria, accaparrandosene il merito e occupando posti di potere e uffici redditizi.

Quanto a me, il mio programma non cambia, è lo stesso dal primo giorno, dalla prima denuncia che ho ricevuto per essere andato a camminare. Vi ricordate, in Inglourious Basterds, quello che fa Brad Pitt alla fine del film?
Incide la svastica sulla fronte del nazista, affinché anche a guerra finita non possa mimetizzarsi in mezzo alla gente.

Per me funziona così, vi riconosco, vi vedo.

Aggiornamento senza maschera del 30 aprile 2020

Da lunedì chi aveva e ha ancora un lavoro potrà tornare a lavorare, in un modo o nell’altro. Molti, moltissimi, non hanno mai smesso di lavorare, vuoi perché fossero “autorizzati” oppure si autoautorizzassero con l’autocertificazione.

Chi però un lavoro non l’aveva e/o non l’ha non potrà uscire, perché non può addurre l’esigenza lavorativa come motivo. Pare infatti che il virus sia spietato nei confronti di chi cerca lavoro oppure di chi non ha bisogno di lavorare.
Forse perché chi cerca un lavoro era in una posizione di necessità già da prima della pandemia, e molto più severa di chi un lavoro ce l’ha o può permettersi di non lavorare.
Domanda: se si trattava di una crisi sanitaria perché le misure anticontagio non sono state di tipo sanitario, cioè rivolte ai soggetti interessati dalla natura della minaccia?
Se ho un problema di fantasmi chiamerò i Ghostbusters.
Invece fin dall’inizio non è un dottore o il Ministro della Sanità a introdurre i numeri degli artisti, è Giuseppi, il presidente del consiglio, un politico, e al secolo un avvocato, oppure quel barista della Protezione Civile che non voglio nemmeno nominare. E per le strade come se non bastasse c’è il vigile Vito, come li chiama un mio amico.

La crisi non è sanitaria, o almeno lo è solo in piccola parte, la crisi è democratica, politica, economica, mediatica e sistematica. Per sistematica intendo interlacciata con il sistema dominante, che per chi si svegliasse ora è il tardo capitalismo.

Le persone e le categorie sociali che sono state fatte oggetto degli abusi di Giuseppi e i Lonely Hearts sono state colpite prima nella sfera civile, poi nella democratica, e poi in quell’umana, ed economica, psicologica, produttiva, della sicurezza e della solidarietà, della fiducia, perfino sentimentale e degli affetti.
In molti casi nemmeno si è mai giunti alla sfera della salute personale, eppure la salute è tutto.
Con il cazzo che la salute è tutto.
Il profitto è tutto, la salute del profitto e dei padroni, è tutto.
La vera priorità, la stella polare della nostra schifosa classe dirigente, non è la vostra o la mia salute. Ritrovato l’orientamento?

Un poveraccio è rimasto tale dal primo giorno di tutta questa farsa e ora si trova ad essere nella stessa situazione di prima, ma con due mesi di vita e libertà sottrattigli in nome di un’invasione aliena raccontata alla radio.
Andate a parlare di complotto a lui.

E nella situazione di quel poveraccio si trovano tutti i soggetti “non produttivi”, perché non è per loro che è stato allestito il circo: studenti, bambini, diseredati, disoccupati, senzacasa… la lista è lunga e la potete compilare da soli, se solo vi fermaste un attimo a riflettere.

Si dice pure, come richiedendo una specie di gentilezza minima, di “voler almeno sapere di che morte morire”. Be’, se ve lo chiedete, posso sbilanciarmi in una previsione statistica estemporanea, la risposta sarà “morto a causa del coronavirus” in meno dell’1% dei casi. Delle altre morti non si tiene traccia.

“Who ya gonna call?”

Profezia autoadempiuta del 30 aprile 2020, pochi minuti dopo

Avevo appena finito di scrivere il post precedente.
Apro facebook per la quotidiana scrematura di utenti e trovo il video dell’iniziativa di alcuni bagnini di Cesenatico che riassumo brevemente così: ieri i bagnini sono potuti tornare in spiaggia grazie a una deroga su misura del sindaco, ufficialmente per lavorare ai loro stabilimenti, e così hanno pensato bene di raggrupparsi e celebrare il fatto che loro possono andare in spiaggia, e noi no, neanche a passeggiare, giocando a scrivere sulla sabbia con 300 lettini la scritta TOGETHER e facendo un bel video professionale, utilizzando anche i droni.

Non aggiungo altro e non linko il video, per ovvi motivi di pudore e rispetto. Ma io l’ho salvato nella mia memoria, non l’ho messo come immagine di copertina. Diocane prima o poi qualcuno o qualcosa ve ne chiederà conto.

Aggiornamento dalla famigghia del 30 aprile 2020

“Chiunque ti porti la proposta è il traditore”.

Lo insegna il Padrino, tra molte altre cose. Durante una tregua nell’ambito di una crisi o di una guerra, chi si adopera per un incontro tra le parti è il traditore. Non l’ho mai vista sbagliare, mai.

La regola è infallibile, ne sa qualcosa anche Gesù, per dire. Ora arrivano le concessioni democratiche e civili, le offerte di conciliazione, le proposte di collaborazione, di riapertura… da quelli che fino a un momento fa facevano i dittatorini da cioccolateria. Be’, quelli, hanno già i 30 denari in tasca, oltre ai 600 euro.

Come avevo scritto più sotto, non intendo dimenticare. Business della ricostruzione, solidarietà nella ripartenza, collaborazione necessaria, bene comune, together forever e ce la faremo e bla bla bla. Andate a raccontarla a qualcun altro.

Non vi permetterò di rifarvi una verginità dopo che vi siete presi la mia.

Aggiornamento da Hawkins del 29 aprile 2020

Quando devo affrontare qualcosa di cui non so niente cerco analogie nelle mie esperienze e nelle mie conoscenze, formulo delle ipotesi, vedo se vengono confermate dalla realtà, e poi decido cosa fare, o dire. Come i ragazzini di Stranger Things usavano D&D per capire come affrontare il Mind Flayer. Giuseppi sta al Mind Flayer come Fabio Volo a John Updike, ed ecco impostata la scala di riferimento.
Questo per ribadire che il fatto di non essere un virologo non mi impedisce di parlare del virus, o di farmene un’opinione. Se tutti dovessimo parlare solo di quello che conosciamo, staremmo a parlare dei nostri organi genitali tutto il giorno (cosa che per altro succede già per molta gente).

Userò il cervello, nella fattispecie il mio, per scrivere quanto segue e la tastiera sarà solo uno strumento, non il messaggio stesso (al contrario di quel che accade su facebook, per dire - #McLuhan spostati).

Questa malattia si diffonde per via aerea, come un’influenza appunto, e se mascherine e distanziamento sociale mettono al riparo dal contagio diretto per sputazzi, droplet, è anche vero che non puoi togliere l’aria dalle persone o le persone dall’aria. Sarebbe come se cercassi di togliere l’acqua sporca dal vaso dei pesciolini rossi dei Pink Floyd (!). Siccome abbiamo degli hashtag al comando, e non dei cervelli pensanti, Giuseppi e i Lonely Hearts hanno pensato di togliere le persone dall’aria, e da due mesi siamo messi così.

Nel paesino montano dove non arriva un forestiero da due mesi e dove non c’è inquinamento, hanno lo stesso motivo di stare chiusi in casa di quello di temere un rapimento alieno.

Tutto questo per dire che è ovvio che quando ricominceremo a circolare il numero dei contagi risalirà (ed è anche per questo che fino ad ora è solo diminuto e non azzerato) e la conseguenza che temo sarà che Giuseppi e i Lonely Hearts saltino su con il solito “ecco, ve l’avevo detto” e ne approfittino di nuovo per metterci in prigione senza passare dal via.

Vedremo di quanto mi sbaglio. Da Hawkins, Indiana, è tutto. Buona giornata tastieristi e tasteggiatori.

Aggiornamento dal vicolo del 28 aprile 2020

Ho letto un DeLillo poco tempo fa, Zero K, e c’è a un certo punto un personaggio che pensa “Sono qualcuno o sono solo le parole che mi fanno pensare di essere qualcuno?”.

In seguito alla nuvola di cazzate di Giuseppi di ieri sono apparse su facebook (altra facile messe di rimozioni dalle amicizie) quelle frasi lì: “Non possiamo rendere inutili i sacrifici che abbiamo fatto fino ad ora” oppure “ma scusa cosa avresti fatto tu al posto di Conte?, dobbiamo solo ringraziarlo” o ancora “ha fatto tutto il possibile pensa se ci fosse stato Salvini o…”. Ho visto una tizia che conosco, già rimossa, firmare una frase del genere con #bimbadiConte.

Vorrei dire agli amici che rischiano di essere sopraffatti da questi argomenti, perché magari provengono anche da mogli e parenti e clienti, insomma dai diversi livelli di ricatto morale, che non devono vacillare dentro, che sono nel giusto. Che quelle frasi che suonano di buon senso sono in realtà trite e ritrite, vuote, e servono alla gente paurosa e stupida per bullizzare gli spiriti liberi, esattamente come il gruppetto di studenti più grandi nel vicolo, al liceo.

Non fatevi innervosire, lasciateli perdere. Se la frustrazione vi impedisce di argomentare, semplicemente sfanculateli, se non potete sfancularli perché sono mogli, clienti ecc sorridete, e compatiteli dentro di voi.
Non sono nessuno, sono solo un mucchio enorme di parole vuote che servono loro per sentirsi qualcuno.
E sì, non funziona, ma non possono capirlo.

Aggiornamento da un piazzale Loreto del 27 aprile 2020

Ieri Giuseppi ha fatto quello che avevo previsto l’8 aprile: ce l’ha messa nel culo.

Sul mio pianerottolo vivono i miei due cuginetti adolescenti e io non riesco a guardarli in faccia da quanto mi vergogno per il furto che hanno subito: quattro mesi irripetibili di vita, scuola, amici.

Dove sono quelli che davano dei coglioni a svedesi, danesi, tedeschi? Lì stanno riaprendo, e partono dalle scuole, come dovrebbe essere. In alcuni casi non hanno nemmeno fatto il lockdown, e in nessun caso con le stesse modalità criminali adottate in Italia.

In due mesi il Giuseppi poteva potenziare la sanità, aumentare la capacità ricettiva di terapie intensive, mettere a punto un protocollo di test e di isolamento efficace e non ad minchiam, poteva far costruire o ridestinare edifici a ospedali, diversificare sul territorio l’impiego delle misure. Insomma tutte le cose per cui ci aveva chiesto un mandato di un mese a costo delle nostre libertà.
Ha fissato il prezzo delle mascherine a 0,50 € e permesso alla gente di correre, da sola.

Possibile che in Parlamento non si possa impugnare la Costituzione? Sfiduciare il governo? Destituirlo?
Con il virus che hai in testa te, Giuseppi, non impareremo a convivere mai, non ci abitueremo mai.
L’abbiamo già visto, l’abbiamo già curato.

La cura dell’altra volta.

Aggiornamento dantesco del 26 aprile 2020

Renzi c’aveva provato attraverso il carisma, Salvini attraverso la demagogia. Siamo riusciti a rimbalzarli entrambi: al primo si è ritrasformata la zucca e il secondo ha preso male il tempo all’onda perfetta.
Giuseppi Conte invece, uso il nome meme per non tralasciare di disprezzarlo a ogni istanza, si è trovato l’assist della pandemia e ha chiuso il punto con un bel d.p.c.m. Era troppo invitante.

La dinamica relazionale con cui più spesso faccio a pugni è quella, non so se abbia un nome, per cui accade che qualcuno in una discussione ti accusi delle proprie colpe. L’egoista che ti dà dell’egoista, il permaloso che ti dice che ti offendi troppo facilmente, il privo di argomenti che ti dice che sei un professorone… cose del genere. Mi ci sono imbattuto così tante volte che oramai ci faccio affidamento per capire le persone: appena la temperatura sale, puntualmente, l’interlocutore svela il suo difetto, la sua mancanza, quello che in narrativa si chiama fatal flaw.

Giuseppi non ha fatto eccezione, e quando ha voluto fare la scenetta dell’indignazione ha ribadito che “questo governo non lavora con il favore delle tenebre”.

Soppressione della vita politica e democratica a tutti i livelli, dal Parlamento giù fino alle riunioni condominiali. Annullamento dei diritti civili e umani della popolazione con la complice repressione delle forze dell’ordine. Cancellazione delle libertà fondamentali e scavalcamento di un bel po’ di principi costituzionali. Arrogazione a sé di pieni poteri a tempo indeterminato (per dire, almeno Orban c’ha messo la faccia). Tutto compiuto alla luce del sole, grazie all’ombrello dell’emergenza covid-19, e sono convinto che il Giuseppi se lo racconti pure a se stesso, come un mantra, “non sto lavorando con il favore delle tenebre”. Dal mio punto di vista, se hai fatto quello che hai fatto alla luce del sole, è un’aggravante, non certo un merito, perché significa che sei potuto strisciare fuori dalle tenebre andreottiane senza che ce ne accorgessimo.

Ora io non so se qualcuno ti ricaccerà nel buco marcescente da cui sei strisciato fuori e dove immagino tu abbia lasciato la pelle gibbosa dell’ultima tua muta per indossare il ciuffo e il colletto bianco. Lo spero, spero che qualcuno si ricordi della Costituzione e la brandisca come una scopa per schiacciarti. E ti dirò che, in virtù di una certa sensibilità dantesca, spero sia proprio qualcuno tipo Salvini o Renzi. Mi sembrerebbe più consono.

Aggiornamento del 25 Aprile, festa nazionale di una nazione che non c’è

Quelli combatterono il nazifascismo e io sono qui che esito ad andare a gonfiare le gomme dell’auto mentre via social Bonaccini informa tronfio che da lunedì i cani si potranno tosare ma gli esseri umani no, però potrò andare a prendere una pizza da asporto a patto che non ci vada correndo o camminando da solo, e sebbene non possa andare da un mio amico a giocare a scacchi o a bere una birra posso però andare a comprare un libro e quindi potrei sempre fare aprire una libreria al mio amico che però un lavoro già ce l’ha e può andare a lavorare mentre io non posso andare a cercarmi un lavoro, e comunque mi servirebbe la macchina con i pneumatici gonfi e la benzina nel serbatoio, e siamo tornati all’inizio, oggi è il 25 Aprile, quelli liberarono l’Italia dal nazifascismo, e io provo una vergogna così grande nei loro confronti che vorrei non esistere, altro che #restoacasa.

Aggiornamento dell’angelo del 24 aprile 2020

Cominciano a circolare i piani e le idee per la ripartenza. Alcuni pensano di “tornare alla situazione precedente”, altri sottolineano la “necessità di ripensare tutto”, perché “nulla sarà mai come prima”.

Be’, dal mio punto di vista, è la stessa cosa, proprio tutto, è la stessa fottuta cosa. Rileggevo l’altro giorno dell’angelo della storia, che non è un infermiere né una vittima del coronavirus, è un dipinto di Paul Klee, il titolo esatto è Angelus Novus, assunto da Walter Benjamin come analogia per spiegare la sua concezione di Storia.

In personale sintesi, la Storia non è progresso. Siamo abituati a pensarla come una linea temporale di eventi che avanza dal passato al futuro, attraverso noi e il nostro presente, ma, secondo Benjamin, è invece un continuo processo di generazione del futuro dal presente, in cui il passato, cioè la Storia, è utilizzata in modo passivo e acritico, come un canovaccio, invece di essere elaborata in maniera dialettica per dare origine a corsi storici alternativi.

Va be’, in pratica, rifaremo le stesse cazzate perché sono quelle cazzate che ci hanno portato fin qui, oltre tutto nella splendida forma in cui siamo, la specie dominante del pianeta e centro dell’universo e della vita.

Non credo sarò in grado di condividere l’entusiasmo per una rinascita che è stantia come una barzelletta sentita una miriade di volte. Adattare il vecchio sistema di pensiero e comportamento a una nuova situazione è solamente perdere un’altra, storica, occasione di cambiare.

L’ho saputo dal primo momento, quello in cui ho sentito i piani della riapertura e in cima alle priorità vi ho trovato le grandi industrie manifatturiere. Non la scuola, non la lotta alla povertà e alla fame, non i diritti umani universali e i servizi sociali basilari, non l’emergenza climatica.

La priorità è tornare a produrre la Storia.

Aggiornamento sassolino nella scarpa del 21 aprile 2020

Per anni ho abitato a Milano. Non sto a tediarvi riguardo al mio rapporto con la città. Ero un terrone fuori sede come tanti, lì per lavoro e/o studio. Potevo criticare situazioni e condizioni a mio giudizio palesemente classiste, discriminatorie, immorali e via dicendo, ma tanto qualcuno finiva sempre con il dirmi “guarda che non ti ho mica costretto io a stare qui, se non ti piace torna in terronia, facile stare qui e sputare nel piatto in cui mangi…”.

Sono tornato al paesello e sono un fallito. Ho dovuto ingoiare tutte le critiche che avevo rivolto alla città su richiesta di una pletora di persone, tra cui incredibilmente terroni stessi, che non so per quale motivo continuano anche ora a ergersi a difensori di un… posto, alla fine.

È di ieri la notizia che a Napoli non ci sono contagiati. E del resto, amici in tutto il Meridione mi confermano che la situazione laggiù è ampiamente sotto controllo e la vera emergenza è civile: la soppressione inaudita delle libertà personali. Tutto il Paese è vittima di abusi e restrizioni a causa di un’emergenza che, numeri alla mano, è localizzata in due o tre regioni del Nord, in particolare in Lombardia.

Siccome sono un fallito ma pur sempre un signore, non rispolvererò l’ironia sull’apericena, sul salone del design e sulla settimana della moda, tanto non ho mai capito cosa cazzo fossero davvero, né sui sudamericani che grigliano al Trenno o i bimbiminkia che dalle suburbia vanno a cercare gloria in Duomo o i professionisti in fuga nel weekend con la modella strafatta o l’artista in fase di vendita del proprio “corpo” di opere o il mercato della creatività che assomiglia a una tratta di stagisti o i figli di papà che fanno gli influencer in lista da Cracco…
Lascio tutto lì, sospeso come una particella virale, non correte pericolo: il pensiero critico non è contagioso.
C’è però un’espressione che voglio riprendermi, per pulirmi il culo da fallito e poi inviarvela come mascherina, che comunque è più salubre dell’aria che respirate e più onesta delle arie con cui vi gonfiate, tanta roba, bella zio, ed è questa: “Milano è la capitale morale d’Italia”.

La capitale morale d’Italia.
Ora ho capito.
Era proprio vero.

Aggiornamento furioso e imprevisto del 19 aprile 2020

Come ho scritto poche ore fa, sono in fervida attesa della rivolta. Ho aperto facebook per un attimo, solo un attimo giuro, e ho beccato di nuovo quella frase, a commento della foto del tizio che viene braccato da due sbirri mentre prende il sole nel deserto: “se tutti facessimo come lui la spiaggia sarebbe piena di gente”. Le varianti: “giusto così, devono sbatterlo dentro ché a Bergamo la gente muore”, “così impara a fare il fenomeno”, “le regole sono fatte per essere rispettate”, “è un egoista di merda che mette a rischio la vita di tutti per farsi i cazzi suoi”.

Di seguito pubblicherò, anzi ripubblicherò, una foto di un tizio da solo intento a compiere un’azione quotidiana mentre viene preso di mira dalle forze dell’ordine. Non si è mai scoperto il suo nome, per la Storia è rimasto sconosciuto.
Ma lui nella Storia vi è entrato.
Di voi invece si sanno nomi e cognomi, sono scritti accanto alle vostre faccine-profilo, ma già sarete dimenticati prima che questa frase arrivi al punto.
Siete già anonimi, siete già nessuno, e lo siete per sempre.
Lo so che non vi frega niente del giudizio della Storia.
Continuate pure.

Aggiornamento quiescente del 19 aprile 2020

Mi sono incazzato un po’ di più ad ogni abuso a cui ho assistito. Ogni volta più incredulo. E ogni volta che la mia incazzatura raggiungeva un nuovo picco, ho scritto un post furente. Ora la curva si è appiattita, non quella del virus, la curva della mia indignazione e sopportazione verso questa soppressione dei diritti umani universali ad opera del governo.
Sono alla finestra anch’io, ma non a fare la spia.

Aspetto il raggiungimento della massa critica, aspetto che abbastanza gente capisca quello che sta succedendo e si guardi attorno per fare rete, ma rete vera, non la ragnatela di meme che oblitera il pensiero e che chiamiamo media. In fondo è la ragione di esistere di questo blog fin dal primissimo post, ormai più di un mese fa: vi sto cercando, ma voi trovatemi.

E quindi #restoacasa anch’io, con perfino più zelo degli altri, ma non come gli altri. Non sto al sicuro, sto in agguato. Scompaio dai radar dei complici per apparire subito in quelli della rivolta, della Resistenza quella vera, quella che stiamo per ricordare tra qualche giorno. E che ricorderò in casa, aspettando il segnale, con un po’ più di eccitazione forse, perché sento la responsabilità simbolica.

Non sto a cercarvi più, perché sono pronto.

Aggiornamento vacillante del 15 aprile 2020

Vuoi che non mi chieda se stia esagerando? Vuoi che non pensi sia inutile l’alzata di scudi a difesa dei diritti di chi mi dà del coglione e del fenomeno?

Vuoi che quando veda gli altri proiettati già oltre, e quindi già nel futuro, con i loro progetti professionali, artistici e di vita, non pensi di stare a perdere tempo con una protesta inutile?

Vuoi che non sappia che non ci sarà nessun trafiletto biografico che riporterà qualcosa del tipo “durante l’emergenza del coronavirus e l’impensabile sospensione dei diritti umani che comportò, il Prati prese una posizione critica netta contro il governo e la società”?

Vuoi che non sappia che gli altri, tutti gli altri, ripartiranno e ne usciranno meglio, perfino rigenerati, nelle motivazioni e nei successi, e io rimarrò a guardare i tumuli dei compagni sulla brulla collina mentre i contadini tutt’attorno intonano la canzone della semina del riso?

Non sto a cercarvi più, con voi, sette compagni cari, ci vediamo alla fine, sotto o dentro la collina.

Aggiornamento judenfrei del 13 aprile 2020

E niente, a voler essere saccenti e spocchiosi, Hitler non ordinò mai direttamente l’Olocausto. Qualche anno prima aveva firmato e promulgato un programma chiamato Aktion T4 per sterminare i disabili, ma la gente aveva protestato ed era stato costretto a ritirarlo.

Siccome Baffetto dalla Storia imparava, quando è arrivato il momento di liberarsi degli ebrei l’ha chiamata soluzione finale della questione ebraica. Con un certo orecchio devo ammettere, dato che credo sia l’unica espressione polirematica che suoni meglio in tedesco piuttosto che in italiano.

Non firmò mai niente, non ordinò mai niente. La macchina della propaganda si mise in moto e prese a fabbricare le colpe e i comportamenti abietti, connaturati ovviamente, della razza ebrea. Nel frattempo l’input chiamato “soluzione finale” fu inviato giù per la catena di comando attraverso i gerarchi nazisti, i funzionari pubblici e di partito, i soldati e la popolazione.
Baffetto non dovette mai ordinare il genocidio sistematico ma il genocidio sistematico si mise a punto da sé e si realizzò attraverso l’azione, lo zelo e l’omertà di tutto il popolo tedesco. Tutti erano colpevoli ma tutti potevano nascondersi dietro a un ordine che non era mai stato dato. Fu anche la linea di difesa a Norimberga: “eseguivamo solo ordini”.

Non funziona così, c’è una cosa che si chiama responsabilità con cui fare i conti. Alla fine dell’imbuto chi riceve un ordine che va contro la propria coscienza, non lo eseguirà.
Non lo eseguirà.
Ma come Baffetto insegna, se quell’ordine è abbastanza confuso, e indeterminato, più una direttiva diciamo, e se quell’ordine non ordine può far leva su un clima di paura e ignoranza nei confronti dell’ignoto e del diverso, be’ allora forse quell’ordine non avrà bisogno di essere un ordine fatto e finito per convincere la gente a sottostarvi.
Forse basterà che sia un hashtag, qualcosa che suoni bene e rassicurante, qualcosa tipo #restateacasa.
Il resto lo faranno le persone.

Aggiornamento a pecorina del 13 aprile 2020

Come dice mio cugino, hanno vinto loro. E lo so perché ogni mattina ci svegliamo con qualche idea in più per passare il tempo, tipo fare una torta, giocare online a poker o alla guerra, riordinare la libreria; e qualcuna in meno per capire e protestare o, come diceva Albe Steiner, r-ESISTERE.

Non mi va di aggiornare il blog, non ho voglia di cercare analogie e nuove prospettive e quindi deluderò quei pochi che leggono questo blog, in un mare di narrazioni sullo #stateacasa. Perché è inutile, non posso vincere la concorrenza del blog di cucina che propone ricette “da quarantena” o di Jovanotti e Cremonini che duettano in webcam #distantimauniti.
Hanno le mani attorno alla nostra gola e la stretta è serrata. Volevo scrivere qualcosa sul fatto che diabete mellito e tabagismo, oppure i vari cancri originati da sostanze tossiche, sono già tutte pandemie, e fanno molti molti più morti, ma in nome di nessuna di esse si sono lese le mie libertà individuali. Dov’è la differenza? Forse che queste malattie sono legate indissolubilmente allo stile di vita consumistico e capitalistico che è alla base della nostra società? Sono molto più letali del coronavirus, eppure non si invoca lo stato di emergenza contro il cibo industriale, contro le multinazionali del tabacco, contro l’inquinamento di ogni tipo, dal livello individuale del packaging di plastica fino alla tragedia planetaria del riscaldamento globale. E allora?

Allora la libertà di consumo arriva prima di tutte le altre libertà, con almeno una Costituzione Repubblicana e una Dichiarazione Universale dei Diritti Umani di vantaggio.

Sapete cosa, se volete essere del bestiame non sarò io a dirvi di lasciare la posizione a pecorina in favore di quella eretta. Io sto in piedi, George Carlin lo è sempre stato e lo era già nel 1999. Solo oggi, per qualche ora, ho bisogno di riposo e mi metto a pecora, giusto un po’.
Ecco, sono l’agnello pasquale.

Vi sto cercando, ma voi trovatemi.

Aggiornamento da Terra-19 del 10 aprile 2020

Dal primo momento, da quello stesso primo momento che tutti usano per recriminare a ritroso a pallettoni, e chi mi conosce usa per collocarvi l’inizio della mia stupida protesta, fin da quel momento, dicevo, da membro storico della comunità geek/nerd/lettoriforti ho in testa un corso di eventi alternativo. E più ci penso e cerco di capire perché non si è verificato in questa realtà, e più non trovo risposta. In pratica, mi sto chiedendo perché Terra-19, per darle un nome simbolico, è rimasta un’istanza del multiverso, non so dire se utopica o distopica, e non è invece questa in cui stiamo vivendo.

Su Terra-19, quando si è avuta notizia dell’esistenza del virus, le strutture sanitarie si sono preparate al meglio delle loro possibilità e il governo ha acquisito informazioni sul virus, una commissione di scienziati ha fatto due conti, e poi il capo del governo li ha esposti alla popolazione.
Su Terra-19 il capo del governo è andato in tv e ha fatto un discorso più o meno di questo tenore: signori e signore, sta per diffondersi questa malattia sul nostro territorio. Questa malattia, secondo i dati di cui siamo in possesso, ucciderà il 5% dei contagiati specialmente nei soggetti con altre patologie o con il sistema immunitario più debole, come ad esempio gli anziani, e nell’8o% dei casi avrà solo conseguenze leggere o insignificanti. La Sanità Nazionale, che è l’esito delle scelte degli amministratori che voi stessi avete eletto nel corso degli anni, è al momento in grado di offrire 2 terapie intensive ogni mille persone, e non per esempio 8, come i tedeschi a cui rompiamo sempre il cazzo perché li abbiamo battuti 4 a 3 in quell’altra Terra. Dal momento che questo Paese, per quanto tendiate a dimenticarlo, ha una Costituzione in cui sono sanciti i vostri diritti fondamentali tra i quali quello al lavoro, alla libertà, alla professione di culto, allo sciopero, al libero pensiero ecc. ecc. e siccome non voglio certo passare alla Storia come un altro dittatorino da Repubblica delle Banane e umiliare me stesso e voi, ecco allora quello che faremo: affronteremo questa cosa profondendo tutte le nostre risorse umane ed economiche, mettendoci cioè il meglio di noi e nel modo più logico, evitando panico e isteria, anzi sanzionandoli come crimini gravi.
Il decreto che sto per emanare e che per comodità ho chiamato #restateumani contiene queste direttive: chi può mantenere la distanza sociale è invitato ma non obbligato a farlo, nei luoghi di lavoro e pubblici devono essere i responsabili a creare le condizioni di sicurezza, chi ha parenti anziani o malati e può permettersi di non frequentarli è invitato a farlo, così come chi può svolgere il telelavoro. Gli eventi che comportano assembramenti, specialmente quelli di grandi dimensioni, potranno svolgersi nel rispetto della distanza sociale, almeno per qualche tempo.

Quindi restate umani e ricordatevi chi siete. Qualora questa mia decisione non riscuotesse più l’appoggio del parlamento da voi eletto, ovviamente, rimetterò subito l’incarico e tornerò ad essere un cittadino tra di voi.

Buona serata e buona fortuna.

Aggiornamento personale del 10 aprile 2020

Cerco sempre di guardare alle cose, e di scriverne qui, da una prospettiva di insieme perché la gente è incapace di un processo induttivo; a un caso singolare opporrà sistematicamente categorie assolute plastificate che annulleranno ogni forma di dissenso critico: tipo “la legge è legge”, “bisogna fare così, la necessità…”, “la patria”, “il bene comune”, “nonno Libero morirà”, “la bellezza ci salverà”, “resistiamo insieme per risorgere insieme” e bla bla.

Ci sta, per questa ragione ho mollato facebook e ho rinunciato a partecipare a ogni conversazione e dibattito, è inutile: arriva sempre qualcuno a dirti che stai uccidendo tuo nonno se vai a correre da solo, e magari ti segnala, oppure che sei un fenomeno da baraccone e devi prenderti una pausa perché è giusto così e sei un irresponsabile, un egoista, un assassino, bla bla… la solfa la conoscete. E se non la conoscete, la potete individuare facilmente, di solito è posta in prossimità di un “ognuno ha la sua opinione…”, oppure “ognuno è libero di pensarla come vuole…”.
Praticamente, quando vi dicono così, sapete che intendono esattamente il contrario: è come il “non sono razzista ma…”.

Ho sentito che probabilmente prorogheranno al 3 maggio il lockdown. Cosa che per altro avevo previsto qualche post più sotto, ma tant’è. Come sapete ho protestato fin dal primo giorno di questa idiozia, ho protestato andando a passeggio da solo (pensate quanto possa essermi sentito stupido), sono stato fermato tre volte e ho preso una denuncia. Mi sono “leggermente seccato” e mi sono messo a scrivere qui.

Stamattina mi affaccio dalla finestra e scorgo il solito peschereccio al di là degli scogli, apro instagram e vedo le storie dei bagnini che “hanno l’ufficio più bello del mondo” e pubblicano malinconiche foto della spiaggia sgombra, chatto con i miei amici e conoscenti che hanno un ufficio o un capannone e vanno al lavoro e cercano di fare quadrare i conti oppure vedo i collage segnaletici con i volti degli smartworkers, ammiro i reportage foto e video dei “giornalisti” del sito web di informazione locale che scorrazzano per la città senza che i carabinieri rompano loro il cazzo.
Io sono disoccupato e questo sì sono cazzi miei, forse è l’unica cosa che è realmente “cazzi miei”.
Se andassi a fare due passi da solo, ora, e mi fermassero, come è già successo, mi chiederebbero dove sto andando e, come è già successo, risponderei che sto andando a fare due passi. Come è già successo, mi prenderei una denuncia come quella che ho sotto agli occhi ora. Fatemi indovinare, cazzi miei?

Non sto ad appellarmi alle vostre capacità induttive, perché in fondo sono cazzi vostri se avete la capacità empatica di uno stercorario con la sua palla di merda che significa tutto, questo post, come tutti gli altri, è rivolto a quell’altro esiguo gruppo di persone e sta a significare che “vi sto cercando, ma voi trovatemi”.

Aggiornamento sponsorizzato del 9 aprile 2020

Sono capitato davanti a un tv accesa durante la pubblicità. Mi sarò esposto per un minuto al massimo, giuro. Ho abbassato la guardia perché non avevo udito il jingle dello spot del governo, quello sul lavarsi compulsivamente le mani, e pensavo che tutti gli altri inserzionisti stessero continuando a mandare il solito messaggio, e cioè “comprate il nostro prodotto (stupidi idioti su quel divano)”.

Invece mi sono beccato nell’ordine questo e poi questo. Paralizzato con il piede sul primo scalino, neanche quando da bambino giocavo a un-due-tre-stella! Immagino l’idea fosse farmi risalire le scale con la sensazione di essere uno dei “poeti guerrieri che combattono come uomini liberi” alla fine di Braveheart.
Ma ho provato una gran rabbia per essere stato trattato come uno stupido, e mi sono fatto pena. E mi ha fatto pena il pubblico “target”, come dicono loro, di quella roba. E subito dopo i creativi che l’hanno pensata e realizzata, profumatamente pagati. Alla fine, mi avete fatto pena tutti.

Barilla e Molisana, non vi importerà una sega, ma vi aggiungo alle cose e persone che schiferò per il resto della mia vita. Un-due-tre-stella!

Vi sto cercando, ma voi trovatemi.

Aggiornamento clandestino del 8 aprile 2020

La chat degli amici è uno dei pochi spazi di confronto democratico di cui ancora posso usufruire. Chi l’avrebbe mai detto che il fantacalcio e il cazzeggio scurrile sarebbero diventati le sacche di libero pensiero e di resistenza?

Nella clandestinità della chat ci chiedevamo oggi se i decreti di Conte non siano per caso incostituzionali (sì, lo sono) e se mai avremo la possibilità di metterlo davanti alle sue responsabilità (no, non potremo).

Ci siamo chiesti quanti siano in realtà i contagiati in Italia e, sebbene sia una speculazione, immaginiamo siano diversi milioni e certo non 150.000.

Infine ci siamo chiesti, dopo il consueto trucco delle tre carte durante la diretta dall’autogrill delle 18 di Borrelli, quanto andrà avanti questo “stallo” e a chi giova.

Le risposte:
“Lo stallo continuerà perché hai fatto credere alla gente che moriremo tutti fino a che il virus esisterà.”

“Giova ai grandi capitali finanziari, alle banche e in generale a tutti coloro che possono trarre vantaggi economici, politici, sociali, dalla sospensione delle regole.”

E poi la solita chiosa, in forma di domanda retorica: “e chi lo prende nel culo?”.
Risposta.

Vi sto cercando, ma voi trovatemi.

Aggiornamento non per tutti del 6 aprile 2020

Questo aggiornamento non è per tutti perché tutti non lo capiscono. Ho già provato. Quindi non so chi sei, ma sei stato avvisato.

Credo di poter affermare che le vittime del virus, fino ad ora, siano decedute nonostante abbiano ricevuto tutte le cure e l’assistenza di cui il nostro sistema sanitario fosse capace. Correggetemi se sbaglio, ma nonostante le notizie allarmiste e le testimonianze drammatiche dalle corsie d’Italia, a nessuno sono state rifiutate tutte le cure del caso.

La premessa è: se il primo morto di coronavirus non fosse mai stato contagiato e lo fosse invece ORA, per la prima volta, morirebbe lo stesso? Considerato il fatto che le cure e i trattamenti non sono migliorati in maniera sensibile e che il vaccino ancora non esiste?

Se la risposta è sì, e morisse di nuovo, significherebbe che il numero delle potenziali vittime del virus è più o meno lo stesso che era all’inizio dell’epidemia, e che coloro che sono sani e salvi al momento attuale, lo sono UNICAMENTE perché non sono stati contagiati in virtù e grazie alle restrizioni di tipo quarantenico applicate a tutta la popolazione nazionale.

L’unica protezione che possiamo offrire a queste persone è la “quarantena” che stiamo praticando. Ma se la “quarantena” è una misura di protezione, mi viene da pensare, verrà protratta fino a che assolverà la sua funzione a beneficio delle persone di cui sopra.
E se il numero delle persone che morirebbe se contraesse il virus è rimasto invariato dall’inizio, è lecito presumere che lo sarà anche la linea d’azione messa in atto dal governo per proteggere quelle stesse persone.

Quindi tra due settimane, qualora non si scoprisse nei prossimi giorni una terapia particolarmente efficace o il vaccino, trovandosi nella situazione appena descritta, cosa potrà fare il governo se non confermare per un altro lasso di tempo indefinito le misure restrittive?

Come un bluff: devi fare credere di avere un punto vincente e giocare di conseguenza affinché gli altri giocatori, vedendoti risoluto e convinto del nulla che hai in mano, se la bevano.
E, alla fine, quando tutto sarà andato bene, e sarai riuscito a portarti a casa il ricco piatto, nessuno saprà che non avevi niente in mano.

Aggiornamento e saluti dalla Cina del 4 aprile 2020

Dobbiamo fare come la Cina.
Dobbiamo fare come a Wuhan, è l’unico modo, è un sacrificio ma bisogna farlo, tutti assieme, per il bene di tutti.
Come a Wuhan.
Come la Cina.

Wuhan è un città con 11 milioni di abitanti, grande più o meno come l’Umbria.
La Cina è un regime autoritario che viola costantemente tutti i diritti umani fondamentali della popolazione e reprime con la violenza ogni forma di protesta civile.

Quando dite che dobbiamo fare come la Cina, state dicendo che dobbiamo mandare i militari nelle strade e nelle case a sorvegliare e punire chi esce.
State dicendo che se un membro della famiglia si ammala e viene rifiutato dagli ospedali (perché in Cina, dove fanno le cose per bene, un dottore può rifiutarsi di curarvi) dovete tornare a casa, chiudervi dentro con il vostro caro contagiato, assisterlo amorevolmente e infine morire con lui, e con tutta la famiglia: così hanno fatto a Wuhan.

Ma dobbiamo fare come la Cina. Dobbiamo fare come a Wuhan.
E però l’Italia ha 62 milioni di abitanti, non 11. E però l’Italia è piu grande dell’Umbria. E però l’Italia è uno Stato libero e democratico, con una Costituzione per giunta.

Ma dobbiamo fare come a Wuhan, come la Cina.
Ogni volta che sento questa stronzata, ve lo farei provare il metodo cinese, proprio di persona, sulla vostra pelle, vorrei ne faceste esperienza diretta.
Invece posso solo lasciarvi una cartolina, da dove fanno le cose per bene, saluti dalla Cina.

Aggiornamento “di o con o per” del 4 aprile 2020

Diciamo che è un mese.
Nel mondo sono morte, di o con o per coronavirus, 58.929 persone.
Nel mondo, lo stesso mese dell’anno scorso, 64.166 sono morte di o con o per HIV/AIDS.
Nel mondo, lo stesso mese dell’anno scorso, sono morte 112.500 persone di o con o per incidenti stradali.
Nel mondo, lo stesso mese dell’anno scorso, sono morte 191.666 persone di o con o per lavoro…

Ci sono cascato, volevo provare a rispondere con i numeri ai numeri per mostrare quantitativamente l’irragionevolezza della situazione, ma non funziona. Perdono un po’ di significato ogni volta che li rileggo. Sembrano stupide testarde formichine. Ora capisco perché i media li sparano in rosso lampeggiante e a caratteri cubitali, non vogliono comunicare il dato in sé, solo il senso di emergenza. Maggiore è la minaccia e meno proporzionale può essere la legittima difesa: quanto vi piace imbracciare l’unico pistolone che la natura vi ha concesso per sparare ai cattivi, eh?

Quando ero giovane c’era l’AIDS, che per inciso è una pandemia proprio come il coronavirus, solo che va avanti da 30 anni e ha fatto di o con o per 32 milioni di morti (non sto neanche a metterlo in grassetto). Il contagio avveniva tramite sesso e sangue, e quindi per uccidere mio nonna avrei dovuto farle una trasfusione o incularmela.
Mia nonna sta benissimo.
Per la pandemia di AIDS nessuno ha mai subito restrizioni alla propria libertà, né a livello individuale, né soprattutto a livello di popolazione.
Ci furono campagne di sensibilizzazione, mi ricordo quella dell’alone rosa, in modo che ognuno di noi conoscesse modalità di contagio e conseguenze.
Ma, al momento finale, con il cazzo o la siringa in mano, eravamo soli e decidevamo se prenderci il rischio oppure no.
Non c’era il paparino a chiuderci in cameretta senza tv e paghetta.

Perché ora no?
Perché non posso scendere in strada e correre il rischio di ammalarmi?
Che differenza c’è tra un preservativo e quelle stupide mascherine?

PS. Sì, con l’ultima frase ho implicato che siate delle teste di cazzo.

Aggiornamento mioclonico del 3 aprile 2020

Stanotte ho fatto un sogno e pure nel sogno ero incazzato. C’era una bilancia, di quelle a due piatti tipo dea della giustizia e pendeva tutta dalla parte della paura. Nell’altro piatto c’era la libertà.
Ieri avevo visto questo video: “Before You Catch The Virus”.

C’è sempre una scelta. Però può mancare qualcuno con il coraggio di prenderla. Chi non ha scelta, ha avuto solo paura. Tutta la retorica del mondo serve a coprire quell’unico atto di vigliaccheria. Perché ogni scelta non è altro che la responsabilità che comporta. E quasi nessuno la vuole.

Ho disegnato un diagramma di flusso, mi è sembrato uno strumento più adatto di tutte le curve di contagio, appiattite o no. Non posso riportarlo con i rombi e le freccette e quindi lo farò per punti:

  1. Non fai la scelta per paura della responsabilità,
  2. Ti convinci di non aver avuto scelta,
  3. Subito dopo, quella che hai compiuto era l’unica scelta possibile,
  4. Dall’unica possibile diventa, in un attimo, la migliore che potessi prendere,
  5. Dall’aver fatto la scelta migliore scaturisce uno strano orgoglio e un ancor più strano desiderio di imporre la tua scelta agli altri,
  6. Decidi che è GIUSTO che gli altri facciano la tua stessa scelta e te ne sbatti se qualcuno ti fa notare che la sta subendo e vorrebbe scegliere da solo,
  7. La tua scelta si diffonde come e più del virus,
  8. Torna al punto 1. e scoprirai che quello che stai diffondendo non è il virus ma la tua fottuta, merdosa paura. E tutti sono costretti a respirarla.

Vi sto cercando, ma voi trovatemi.

Aggiornamento come la birra senza alcool del 2 aprile 2020

La deportazione a domicilio continuerà fino al 13 aprile, e poi molto probabilmente verrà prolungata per non “vanificare gli sforzi fatti fino ad ora”.
Si può uscire per un’ora, forse meno, con un figlio o un cane o entrambi ma non senza nessuno, non so per gatti e gattare, non per fare jogging ma una passeggiata sì, ma devi stare in un raggio di tot metri dal centrotavola della sala o in alternativa dalla televisione con più pollici. Su un’ansa ho letto che nessuno vuole impedire agli italiani di “esercitare il diritto al sole e alla primavera”.
Ti perculano così ormai, non devono nemmeno più mischiare i decreti.

Un paese intero deportato nelle proprie case. Da Trieste in giù, oltre a Eboli, fino alla punta dello stivale attraverso la terracarne.
Mi viene in mente la poesia Se questo è un uomo di Primo Levi, quella che comincia così, copio incollo:

Voi che vivete sicuri
nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
il cibo caldo e visi amici:
considerate se questo è un uomo
che lavora nel fango
che non conosce pace
che lotta per mezzo pane
che muore per un sì o per un no.

So che avete pronto il meme del “salvare il mondo e vincere la guerra stando sul divano”, grazie del contributo, potete tornare nelle vostre tiepide case.
Il Levi voleva che le persone non dimenticassero i campi di sterminio e trovò nel contrasto tra un focolare domestico e il lavoro forzato nei campi l’immagine giusta per farsi comprendere.

Ma quello che lavora nel fango, e non conosce pace, e lotta per mezzo pane e muore per un sì o per un no, dov’è ora?
È infine riuscito a rientrare in casa?
Sta guardando la sera scendere sulla via deserta?
Sta considerando cos’è un uomo?

YouTube mi ha appena somministrato lo spot di Fiat Chrysler #noicisiamo, con un tempismo eccellente, perché se c’è una cosa in cui eccelliamo come italiani è nell’avere eccellenze. Immagino possa entrare in tutte le tiepide case del mondo, lo spot intendo, bello, sembra una poesia:

Queste strade così vuote dovrebbero metterci tristezza,
eppure non ci sono mai sembrate così piene.
Piene delle nostre speranze, dei nostri sogni.
Piene di coraggio, di forza, di orgoglio.

Sono confuso ora, cosa sto guardando fuori dalla finestra?

Aggiornamento inusitato del 30 marzo 2020

C’è questo ragazzo che vive in camper e da quando è scattata la quarantena si è ritirato su un monte, da solo. Qualcuno lo segnala quotidianamente, gli mandano forestale e vigili, lo fanno spostare e lo multano.

C’è Cairo che in un video trapelato nel dominio pubblico non fa altro che quello che fa ogni sporco padrone, e cioè speculare sulle disgrazie della gente. Per oggi lo deprecheremo, lo insulteremo e forse boicotteremo. Domani tornerà ad essere un imprenditore che crea posti di lavoro e paga le tasse e quindi fa il bene della società e quella merda lì.

Un mio amico ha fiducia che quando tutto sarà passato qualcuno dovrà per forza assumersi delle responsabilità. Vorrei avere la sua stessa fiducia. Nessuno si assumerà delle responsabilità. Dal basso verso l’alto: non lo faranno i delatori da cortile, non lo faranno i disinformatori da social, non lo faranno i terroristi dell’informazione, non lo faranno governatori e sindaci che stanno giocando ai Texas Ranger, non lo faranno gli sbirri di ogni ordine e grado che hanno realizzato il loro sogno di bambini e sono diventati sceriffi.
Anzi, vorranno celebrare e poi riposare, ma prima, prima ci daranno modo di ringraziarli, e diranno qualcosa tipo “ho fatto solo il mio dovere…” e quell’altra merda lì.
Nessuno pagherà per lo schifo che sta generando a livello individuale, come persona. Quello schifo viene smaltito da qualche parte, lontano dagli occhi e dal cuore, lasciato a marcire dove non procura fastidio. Ma non sparisce. NON SPARISCE.

Ci sarà, per breve tempo perché poi voglio lasciarvi da soli con voi stessi, qualcuno che a un certo tavolino di un certo locale sul lungomare vi tratterà di merda senza motivo, e vi offenderete pure.
Il motivo è che non avrà dimenticato.
Il motivo è che sa dove sta marcendo quello schifo.
Il motivo è che vi vede dentro.

Aggiornamento inutilizzabile n. 2 del 28 marzo 2020

“Ho come l’impressione di un gigantesco reset”, “Mi sento come un animale domestico: mangio, dormo e cago”, “In pratica siamo agli arresti domiciliari”. Sono alcuni pareri di amici su questa situazione.

Le bollette arrivano e la spesa si fa ancora, sebbene con meno scelta. Consumiamo intrattenimento, cibo e utilities. L’unico settore che beneficia della situazione è quello finanziario, dove non c’è produzione né manodopera. Dove la ricchezza si crea e si rigenera in maniera autoreferenziale e “virtuale”, come su un piano metafisico. Una valuta… filosofica che può ancora circolare ma a cui coloro che sono legati al denaro generato dal proprio lavoro “corporeo” non possono accedere.

E la mia sensazione è quella che ci abbiano “domato” nella nostra natura di consumatori, e poi di uomini. Forse eravamo diventati troppo selvaggi o “creativi”, non so. In questa forma di consumatori “resettati da domicilio” siamo, temo, un asset così solido e affidabile che se fossi lui, Mr Jones, Il grande colletto bianco, L’ombra, insomma, il Lui o i Loro dietro a tutto questo, non credo proprio vorrei tornare a come le cose stavano prima.

Ho sentito anche che “le cose non torneranno come prima…”.

Aggiornamento inutilizzabile del 28 marzo 2020

Mi viene in mente sempre quella scena di Matrix: la piantagione di esseri umani dentro ai bozzoli, utilizzati come batterie di bioenergia.
Poi vedo tutti noi buttati su un divano, nella luminescenza maligna della tv, che ci alziamo solo per cagare e mangiare quello che dovremo cagare al prossimo giro.

Morpheus, se mai esiste, doveva essere su uno di quei barconi di cui non parla più nessuno, con la pillola rossa.

Aggiornamento filosofico del 25 marzo 2020

Giorgio Agamben è stato uno dei primi a porre l’attenzione sulla privazione delle libertà in funzione di un presunto o reale stato di emergenza (qui).
Ovviamente è stato ricoperto di insulti e minacce da quelli che, presumo, qualche giorno dopo hanno incominciato a segnalare alla polizia chi cammina per strada.

Dal sito della casa editrice Quodlibet (qui) Agamben è tornato più volte sull’argomento. Chi non è impegnato a denunciare i vicini farebbe meglio a leggere, mentre #restaincasa.

Quello che ho capito io, e me ne assumo la responsabilità, è che se appiattisci la vita umana sul solo orizzonte della sopravvivenza (a un contagio come a un predatore o a un attacco interstellare) depauperi quella stessa vita di tutta la sua complessità e la riduci all’unica dimensione della bestialità.

La vita umana differisce da quella animale per la capacità di contemplare se stessa e, auspicabilmente, andare oltre alla programmazione rettile di sopravvivere e riprodursi (traducibile anche nel mai logoro “produci, consuma, crepa”).

Heidegger, un altro rompicazzo filosofo, lo chiamava pregiudizio a favore dell’essere.
Significa che la prima libertà di ogni uomo è assegnare un valore alla propria vita, in base al proprio sentire e alle proprie priorità.
Un uomo potrebbe per esempio valutare più prezioso il suo onore, rispetto alla sua vita. Oppure la vita di un’altra persona amata. Un uomo, o una donna ovvio, potrebbe valutare di più il proprio lavoro della propria vita, oppure un codice morale, la virtù guerriera, la patria, quello che vi pare.

Quell’uomo, o quella donna, adesso è costretta in una gabbia dalla vostra indegna paura.

Non ve ne frega un cazzo perché “bisogna fare dei sacrifici per il bene comune”?
Be’, teste di cazzo, non è il bene comune, la verità è che siete delle bestie impaurite, e vorreste che tutti fossero come voi.
Nel branco si sta bene, nel branco si sta al caldo, nel branco si può perfino stare #distantimauniti.
Quando morirete, sapete cosa se ne farà il branco di voi?

Aggiornamento etimologico del 24 marzo 2020

Non sono un medico e ho sempre fatto schifo in matematica. Mi gioco le mie carte in fatto di linguaggio e pensiero critico.

Quarantena significa, da dizionario: Periodo di segregazione e di osservazione al quale vengono sottoposti persone, animali e cose ritenuti in grado di portare con sé o trattenere i germi di malattie infettive, spec. esotiche.
La mia perplessità consiste nel fatto che se lo scopo della quarantena è segregare e osservare coloro in grado di portare o trattenere germi, puoi ancora chiamarla quarantena se le persone sottoposte sono 62 milioni e certo non le tieni tutte sotto osservazione?

Che senso ha una quarantena che non serve a dividere ammalati da sani? Cioè, indipendentemente dalla dimensione, una stanza, una cittadina, un aeroporto, un Paese, a cosa serve la segregazione domestica se non dividi malati da sani?

Mi obietto da solo, visto che non ho scelta, che il senso è rallentare il contagio in funzione della capacità ospedaliera. E ci può stare.
Ma se il virus è così contagioso e già diffuso, e per quanti tamponi farai non ne farai mai abbastanza per separare i due insiemi, e quindi il virus ce l’hanno e lo avranno tutti prima o poi (a meno della scoperta del vaccino), a cosa serve applicare una quarantena senza il significato di quarantena?
È come cercare di soffocare un falò con l’aria intorno ad esso.

Mi insinuo nel mio ragionamento con malizia. Se la quarantena fasulla è la strategia scelta dal governo, perché l’ha scelta? Forse perché la classe dirigente ha sottovalutato colpevolmente il problema (#milanononsiferma) fino a che non è diventato troppo grosso e a quel punto, per recuperare credibilità e consenso, presso un popolo come quello italiano, ha dovuto fare la cosa più eclatante e drastica?
Per mostrarsi risoluta, decisa, efficace (#restateacasa).

E così, via di quarantena-non-quarantena che è invece una segregazione forzata e mista tra infetti e non infetti, e alla sera, in diretta tv e social, la conta dei morti e dei nuovi infetti che inspiegabilmente sale nonostante i provvedimenti. E qui avviene la magia, invece di protestare contro la finta quarantena che non sta dando risultati, la gente plaude, ringrazia e con libidinoso sadismo invoca più sanzioni e più repressione. Il delitto perfetto.

Avevo imparato da un amico torinese, tanti anni fa, l’espressione “complimerda”. Credo sia l’occasione giusta.

Aggiornamento illogico del 23 marzo 2020

Una fallacia è un’argomentazione che suona bene ma non ha un fondamento logico e quindi è incontrovertibilmente FALSA.
Falsa sta per cazzata.

Le fallacie logiche sono il pane di politici, demagoghi e media corrotti. Loro lo fanno con malizia, la gente normale magari si limita solo a ripeterle perché suonano bene e appaiono come verità pronte da usare per prevalere nella discussione con il collega.
Verità pronte sta per le cose che dite solo per avere ragione senza sapere che cazzo state dicendo.

Ora, siccome sono molto sensibile al dibattito sociale, anche da un punto di vista filologico, e attento alle questioni che lo accendono, è probabile che, in questi giorni, qualcuno vi abbia rivolto una frase del tipo “Se vai a correre o al parco sei uno/una irresponsabile perché la gente sta morendo qui”, “Se non stai a casa è colpa tua se il coronavirus si diffonde” o, più sottile, “Se tutti facessimo come te non usciremmo mai da questa situazione…”.
Sensibile al dibattito sociale sta per la vostra dabbenaggine mi sorprende ogni volta di più.

Nella fattispecie si chiama “falsa causa” e funziona inscenando una relazione di causa-effetto tra due fatti o eventi. L’italiota infatti non è in grado di distinguere tra correlazione (cose che succedono vicino nel tempo) e causazione (cioè una cosa che fa accadere un’altra).
Italiota sta per il pezzo di merda che sei se hai usato una delle espressioni qui sopra.

Fantaprevisione politica del 23 marzo 2020

Voglio provare anch’io a fare una previsione. Per fare andare il cervello invece di denunciare chi porta a passeggio il cane.

A novembre ci saranno le presidenziali negli States. Le primarie democratiche sono già passate in secondo piano, forse terzo, rispetto all’emergenza covid-19.
Consideriamo che la parte più accesa di una campagna elettorale per le presidenziali si può collocare, diciamo, nei due mesi precedenti al voto, quindi tra settembre e ottobre 2020.
Trumpone, credo non ci siano dubbi, vuole farsi un altro giro da presidente.

Io ci provo: secondo me, verso la fine dell’estate salterà fuori il vaccino, da un laboratorio americano. Per allora, il sistema sanitario americano basato sull’Obamacare, inviso a Trump, sarà stato sottoposto a una prova troppo ardua e si sarà dimostrato giocoforza inadeguato.
Inoltre, per fattori demografici e sociali, la vittime del coronavirus saranno soprattutto nell’elettorato democratico (classi deboli, popolazione urbana, meno abbienti e lavoratori dipendenti).
Inoltre, in questo lasso di tempo, il capitale finanziario globale avrà avuto tempo sia di consolidarsi negli interessi e sia di speculare sull’indebitamento a cui tutti i settori produttivi e dei servizi dovranno ricorrere, che riescano a riprendersi o no.

Metto tutto qui, nero su bianco, così, qualora dovesse andare come dico io, potrò darmi una compiaciuta pacca sulla spalla.

Fantaggiornamento politico del 23 marzo 2020

Smith: Signore, i cinesi non accennano a rallentare, i dazi non hanno sortito effetto.
Jones: Maledetti guastafeste, l’hanno voluto loro, libera il kraken, Smith.
Smith: Ma come lo faccio entrare nel paese?
Jones: Smith, fai come sempre, manda i marines.
Smith: Ma signore…
Jones: Mandali a fare sport, ai giochi militari di ottobre, non mi ricordo il nome del paese…
Smith: A Wuhan, signore.
Jones: A Wuhan.
Smith: Se qualcuno collegasse i due eventi, signore?
Jones: Ma va’, quelli sono come insetti, e pure comunisti, fanno schifo a tutti, diremo che è stato qualcosa di orrido che è tipico loro… un cane, no il cane no, mi piacciono i cani, un serpente o un pipistrello o una cosa così…
Smith: Basterà?
Jones: Certo che no, bisogna far fare un giro al kraken anche in Europa, se no quei fottuti giornalisti mi rompono il cazzo.
Smith: Ha in mente un posto particolare, signore?
Jones: Mandalo in Italia, hanno la peggior classe politica d’Europa e la percezione più errata della realtà, daranno la colpa prima agli stranieri e poi l’uno all’altra, sono vigliacchi di natura. Se fossi il Presidente dell’Europa farei un muro come con i messicani…
Smith: Signore, se i cinesi facessero accuse?
Jones: Tranquillo Smith, faccio un tweet in cui rifiuto ogni addebito e li sfanculo. Siamo il paese della libertà, a chi vuoi che credano? Loro metteranno i militari per strada e la gente inorridirà anche per quello. E poi lo chiamerò “il virus cinese”.
Smith: D’accordo signore, c’è altro?
Jones: Smith, il vaccino al kraken, l’hai già distribuito ai nostri?
Smith: Sissignore, con un bigliettino serigrafato e i suoi omaggi.
Jones: Molto bene, può andare Smith.

Aggiornamento del 22 marzo 2020

Ho messo questo post su facebook:
“Stamattina c’è burrasca, vedo il mare dalla finestra. Sono le 7.30 di mattina. Attraverso il lungomare e scendo in spiaggia a guardare i cavalloni. Incontro solo un tizio con il cane. Riattraversando il lungomare mi fermano i carabinieri. Solite domande idiote. Dico loro che sono andato a guardare il mare e possono scrivere questo nella denuncia.
Mi sento come Cyrano.”

È un’esca, tiro fuori dal capanno qualche altro disagiato e poi lo elimino dalle amicizie. È l’unica attività gratificante di facebook.

N.B. Ah, al mare ci sono andato veramente, ma non ho pubblicato una storia su instagram. È qui che entra in campo, in tutto il campo, la “vastità del cazzo che me ne frega” del fatto che mi crediate o no.

Aggiornamento del 21 marzo 2020

In Italia, il totale delle vittime ha superato quello cinese. I motivi di questo fenomeno sono, immagino, molteplici. E molteplici i responsabili, e ancora di più i responsabili che non si assumeranno mai la responsabilità.
Alla gente è stato gettato l’osso dello “state in casa” e cos’altro può fare se non continuare a succhiarlo e a ringhiare?

Personalmente, non dispongo della possibilità di verificare scientificamente la lista seguente, che quindi è da considerare un’ipotesi euristica, ma ecco perché, secondo me, abbiamo avuto più morti della Cina (lista non esaustiva, ovviamente):

- forse la sanità “made in Italy” non è poi l’eccellenza che vi hanno fatto credere, e anni di privatizzazione clientelare e tangenti l’hanno un po’… “sciupata”;
- forse la popolazione italiana, per fattori anagrafici e anamnestici, è più esposta al tipo di virus in oggetto;
- forse, se tutti facessimo un tampone, i contagiati sarebbero una percentuale molto più alta, per non dire che non conteremmo chi il virus l’ha già avuto e ne è guarito (spesso derubricandolo a un malanno di stagione). Questi soggetti sono detti immunizzati, e se andassero in giro per il paese, il virus ci sbatterebbe la testa e non causerebbe loro danno. Queste persone le abbiamo isolate in casa;
- Inoltre, nel caso sopra, il tasso di mortalità precipiterebbe molto più in basso, ma non farebbe notizia e impedirebbe l’informazione feudale che tanto piace ai divanati d’Italia;
- quarantanni di cibo industriale e televisione commerciale hanno reso la popolazione una massa di pavidi e mollicci bovini, innocenti di tutto quello che non hanno fatturato, non hanno letto e non hanno fatto, che ruminano demagogia e cagano populismo;
- forse, ma qui mi faccio più ardito, se l’unica strategia che abbiamo è il contenimento del contagio tramite la soppressione delle libertà universali di ogni uomo, non è per colpa del virus, ma nostra, e della nostra mancanza di risorse, di preparazione, di ricerca e di conoscenza. Forse, eravamo un po’ troppo concentrati su altri aspetti del… vivere sociale, diciamo così, e adesso che è arrivato l’evento naturale del virus è più facile pensare che sia un castigo divino e l’opera di quegli assassini che, per esempio, vanno a passeggiare per strada;
- mi rendo ancora più spavaldo e travalico nel metafisico: forse forse che il virus abbia una componente karmica “naturale” e stia facendo solo quello che deve fare?

Mi permetto infine di cavarmi un sassolino dalla scarpa: la prossima volta che qualcuno mi verrà a parlare di made in Italy, Bel Paese, orgoglio italiano e italianità, tornerò a questo post e gli mostrerò, inutilmente ma con soddisfazione, cosa c’è sotto lo strato luccicante.

P.S. Questo vale anche a chi mi dirà cose del genere “se facessimo tutti così…”.

Bollettino alternativo Coronavirus del 20 marzo 2020

Questo bollettino non contiene numeri, ma solo punti… ni, da unire.

Punto primo: Albert Camus, ne La peste, un altro di quei libri che hanno letto i soliti quattro coglioni che non fatturano, scriveva: “Può sembrare ridicolo, ma l’unico modo di combattere la peste è con la decenza” (in senso morale, NdR).

Punto secondo: Ieri, in termini quantitativi, i morti in Italia hanno raggiunto i morti in Cina, a fronte della metà dei casi di contagio (riscontrati e al momento).

Punto terzo: Stabilito un nesso tra la performance italica nel reagire all’epidemia e la tesi del Camus, unire i puntini e tirare la somma sulla qualità morale del popolo italiano.

Questo bollettino è gentilmente offerto dal disinfettante preferito del pianeta, il karma.

Aggiornamento n. 3 del 19 marzo 2020

Nella chat degli amici raccontano che i carabinieri davanti ai supermercati reindirizzano gli utenti verso altri supermercati, a detta loro più consoni.

Dal primo giorno io tengo d’occhio il sito del Governo perché mi sembra la fonte più vicina all’autenticità dell’informazione, visto che si tratta di “dpcm”, cioè decreti della presidenza del consiglio dei ministri. E inoltre non è che abbia grossa fiducia nei media italiani.

In particolare, avrei dovuto insospettirmi, pare che la sezione più utile sia quella delle F.A.Q. degli utenti del sito, e l’ho salvata nei preferiti.

Con calma, ho cercato di guardare, obiettivamente, anzi quasi etnograficamente, cosa sarebbe successo. La situazione è nuova per tutti o quasi, cittadini ed istituzioni.

Io credo di aver capito questo. Conte va in tv e in diretta facebook e rende noto il decreto, accompagnandolo anche con un bel payoff e un hashtag, e poi si ritira. Vai a leggere il decreto in sé e non dice molto di più del suggestivo hashtag che lo accompagna.
Allora vai nelle F.A.Q. e trovi delle istruzioni più precise, come quella che si può fare attività motoria e passeggiare rispettando le distanze etc etc…

A partire dal giorno successivo, governatori, sindaci e forze dell’ordine recepiscono lo scarno decreto — ma l’impressione è che abbiano recepito di più l’hashtag — e lo “interpretano” sulla base, sostanzialmente, di quello che vogliono fare loro. E dopo che questo è accaduto, la palla torna nel campo del governo e io vado sulla mia pagina delle F.A.Q. e trovo che hanno aggiustato le risposte conformandosi al feedback ricevuto, e ora una passeggiata da solo, o una corsa all’aperto, che era legittima all’inizio, è un crimine efferato.

Quello che voglio dire è: a cosa serve eleggere professionisti dell’amministrazione e della politica nei ruoli di responsabilità, se poi le disposizioni e le norme che modificano le pratiche quotidiane e i comportamenti del popolo vengono modellate sull’interpretazione dell’appuntato con la terza media o della massaia imparanoiata che invoca la forca su facebook per il vicino che va a correre alla sera?

Aggiornamento n. 2 del 19 marzo 2020

Il comma 22 è quella cosa per cui qualcuno può farti tutto quello che una legge scritta da lui stesso lo autorizza a farti. Viene da un romanzo di Joseph Heller, che dovrebbe essere letto da tutti. E sì, descrive un paradosso, per la precisione un paradosso sul potere.
Chi subisce una situazione da comma 22 non ha in realtà nessuna scelta, perché il diritto a una qualunque reazione o protesta è assorbito e nullificato dalla legge stessa.
Perché fare le leggi è, appunto, un potere, si chiama legislativo. E il potere, per utilizzare un riferimento pop, è quella cosa che descrive Cersei Lannister in Game of Thrones: “costringere qualcuno a fare qualcosa che lui stesso o qualcun altro non vorrebbe fosse fatto”.

Chi fa le leggi è una persona investita, momentaneamente, e su mandato di una comunità, di quel potere.
Nel momento in cui si appresta ad esercitarlo, l’unica condizione che dovrebbe avere ben chiara in testa, è quella di non esercitare il potere a cui alludeva Cersei contro la gente che gliel’ha affidato.
Non metterli in una situazione da comma 22.

Se fai le leggi per la comunità che ti ha scelto, si presume che tu la conosca.
Gli italiani, per quel che so io, sono un popolo di analfabeti funzionali, di ignoranti e di pecoroni in cerca di un pastore. E di fascisti, anche se ora si usano altri nomi.
Va da sé che le forze dell’ordine, e anche le classi dirigenti e i funzionari pubblici, non è che li importiamo dal Canada, sono esponenti della società appena descritta.

Tu, legislatore, promulghi un decreto in cui dici tutto e niente a un popolo del genere, delegando in pratica a qualunque stupido di esercitare il comma 22 sui suoi simili.

Scusami allora, legislatore, se non è che mi viene proprio da ringraziarti, ora che un carabiniere mi sta cacciando da una panchina dove mi sono seduto per fare un minuto di pausa durante una camminata, da solo.
Scusa, legislatore, se non posso impedire al carabiniere di farmi sloggiare.
Scusami, legislatore, per essermi ficcato in un comma 22.

Aggiornamento del 19 marzo 2020

Nella serata di ieri, rispondendo agli ululati del branco e alle sfide degli altri maschi con la fascia tricolore, il presidente della regione ha deciso di salire sulla rupe più alta e mostrare le sue grosse palle da alpha.

E quindi, stagliandosi suggestivamente contro il tramonto, NON ha chiuso le fabbriche, NON ha chiuso i cantieri, NON ha chiuso i supermercati, NON ha chiuso i magazzini e NON ha bloccato il traffico delle merci.

Ha riaperto gli autogrill, però. E soprattutto ha negato a chi faceva attività motoria di allontanarsi dalla propria abitazione. Praticamente li ha trasformati in criceti.

Il branco, #distantemaunito, sotto la rupe, alzando lo sguardo verso il leader, ha ululato il suo apprezzamento e digrignato con sospetto, e un po’ di bava idrofoba, all’indirizzo dei lupi solitari.

Aggiornamento n. 2 del 18 marzo 2020

I primi cittadini dello stivale, li vedo, la squadra con il tricolore sul petto, vanno in diretta facebook a cacciare la gente dai parchi e dalle strade, a minacciare i loro cittadini con la polizia o lo spauracchio del contagio, a urlare loro contro che non capiscono, che ci sono delle regole e quindi ora chiudono il parco, e il lungomare, e fanno denunciare tutti, a mostrare le strade deserte, ma non deserte di loro, e compiacersene. Contare morti e contagiati dalle loro scrivanie e poi blaterare di picchi, di dati mondiali e di curve epidemiche, sputando sulla webcam, con il sangue agli occhi o un’aria provata, e continuare intimando di rispettare le regole o saranno costretti a prendere provvedimenti ancora più restrittivi, e di loro iniziativa. Per il nostro bene, solo che non capiamo. Sono costretti a essere duri. Ringraziano infermieri e forze dell’ordine perché si sentono un pochino eroi anche loro.
Davvero.
E si stimano, lo vedi in fondo ai loro occhi, che si compiacciono per la loro intraprendenza, per l’idea di usare un social per raggiungere direttamente più cittadini…

Io li guardo, i primi cittadini, mentre usano un social network, che non attua nessun controllo sui contenuti, per predicare la distanza sociale.
Utilizzano un social per promuovere la distanza sociale.
Capite?
Utilizzano un social per promuovere la distanza sociale all’interno della comunità che dovrebbero mantenere coesa, compatta.
Come se un venditore d’auto facesse una campagna pubblicitaria per persuadere tutti a non usare le biciclette o i treni, ma solo i mezzi a benzina.
E non solo potesse farla gratis, ma la gente lo ringraziasse pure, ciclisti e pendolari, a commentare con un grazie di cuore.

Aggiornamento 18 marzo 2020

Ho mollato facebook. Stavo eliminando le amicizie degli idioti da giorni ma è come svuotare una sentina con una tazza. E poi ho saputo che a Rimini un tizio è stato denunciato per diffamazione proprio per un commento su facebook, come quello che ho fatto ieri, qui, sulla macchina con l’altoparlante.
Inoltre tutte le mie segnalazioni a facebook per incitamento all’odio, terrorismo, fake news hanno sempre ricevuto la stessa risposta “Non viola gli standard della community…”.

Ieri mi è stato detto che “Siccome non ho un cazzo da fare è giusto che venga perseguito se vado a fare una passeggiata”. Da mio padre, pensionato, che però a passeggiare ci va, con la sua bella autocertificazione in cui c’è scritto che è diabetico e quindi può farlo.

Vi sto cercando, ma voi trovatemi.

Aggiornamento del 17 marzo 2020

Nelle strade deserte passa l’auto con l’altoparlante. Non ho avuto cuore di sentire il messaggio, tanto so di cosa tratta.
Con un mio amico su fb commento che ormai manca solo la gigantografia del leader sui palazzi. Lui mi scrive che a Forlì usano i droni.
Scendo, e sul balcone di casa rivolto verso la strada trovo una bandiera gigante dell’Italia.

Vi sto cercando, ma voi trovatemi.

Aggiornamento n. 2 del 15 marzo 2020

Mi ero ripromesso di non scrivere più niente su facebook ma ho ceduto e ho scritto questo:

E niente, siamo arrivati in fondo, la gente plaude agli sbirri che beccano la gattara, e di notte.
La bava alla bocca più pericolosa è sui vostri avatar, coglioni.

Le nostre eroiche forze dell’ordine, leggo ora, hanno anche denunciato il tizio che andava a lavare la macchina di notte, la coppia di innamorati che si baciava in macchina ed il vecchietto che andava ad innaffiare l’orto distante.
Praticamente l’Arkham Asylum.

Aggiornamento 15 marzo 2020

Sono uscito a piedi, questa volta, ma a un certo punto mi sono seduto su una panchina del lungomare.
È arrivato dal posto di controllo vicino.
Mi scusi ma non può stare lì.
Guardi che sto camminando, mi sono seduto un momento a riposare.
Se deve riposarsi è perché ha camminato troppo, mi risponde con prontezza. E quella la capisco, in un carabiniere. Non ho capito invece l’aria trionfante, illuminata, quando mi ha evidenziato il fatto che fossi stanco per via del fatto che “ho camminato troppo”.
Ho camminato troppo, ho ripetuto stolido.
Voi camminate troppo, dovete stare a casa, noi vi aiutiamo ma dovete aiutarci anche voi.
Non ho saputo cosa dirgli e ho ripreso a camminare.
Esprit de l’escalier: non credevo che avrei mai assistito dal vivo a un atto così eroico.

Ribadisco, appena la misura sarà colma, io sono pronto: vi sto cercando, ma voi trovatemi.

Aggiornamento 14 marzo 2020

Mi fermano i carabinieri sul lungomare, dove sta andando?
A fare due passi.
Non può.
Non posso andare a fare una passeggiata?
Una passeggiata sì, ma non in macchina.
Quindi se fossi stato a piedi non ci sarebbero stati problemi?
Arriva una macchina e scende un tizio sulla sessantina. Si salutano per nome con il carabiniere e riparte.
Scusi, faccio io, anche lui era in macchina e stava andando a fare due passi.
Sì, ma lui abita qui dietro in via XXXXXX.
Eh, peggio ancora.
Lui è il signor XXXXXX e ha la pressione alta, è per motivi di salute, tu hai la pressione alta?
No, non ho la pressione alta.
Verbale.
Esprit de l’escalier: avrei potuto rispondere che però ho i maroni pieni.

Aggiornamento 13 marzo 2020

Provate a pensare al pianeta come a un grande organismo vivente di cui noi facciamo parte. Piccoli, ma increbilmente tenaci e numerosi, sfruttiamo le risorse a nostra disposizione, e il nostro cervello, per creare la società in cui viviamo, e godercela.

Ora pensate all’umanità come al virus che sta uccidendo il pianeta, in uno qualunque dei mille modi che conosciamo.
Se la vostra capacità di pensiero vi ha sostenuto fin qui, a questo punto avrete realizzato che il coronavirus altro non è che il sistema immunitario del pianeta al lavoro. E che noi lo stiamo ostacolando.

Il coronavirus, che guarda caso colpisce solo gli umani, avrebbe fatto il suo corso e mietuto le vittime alla sua portata, cioè quelle che non avessimo saputo difendere con le risorse a nostra disposizione. Si trattava di accettarne la natura, come una glaciazione, o i meteoriti per i dinosauri, come un qualsiasi evento evolutivo.
Si trattava solo di affrontarlo con coraggio, perfino grazia se possibile.
E invece è stato il panico.
Invece, abbiamo fatto decidere a chi ci governa, gli abbiamo fatto scegliere chi vive e chi muore, disporre delle nostre vite sulla base di un mandato di paura e ignoranza. E loro l’hanno fatto, con l’arroganza che da sempre usano, l’occasione era troppo ghiotta per rinunciare a un esercizio straordinario del potere e del controllo.

Hanno mandato a morire i poveri, gli emarginati, gli indifesi e vi hanno usato come una folla inferocita verso i vostri fratelli, colpevoli di cercare di reagire come potevano.
Colpevoli di cercare di salvarsi o colpevoli di affrontare la morte nel modo che preferissero, con la dignità di creature libere e senzienti.

Gli avete permesso di prendersi anche l’unica certezza che ci rimaneva: che nella morte almeno saremo stati liberi.

11 marzo 2020

Norman Rockwell, Four Freedoms

Sento il capo del governo citare Churchill, ma non ci sono nazisti.
Vedo i negozi e le attività chiusi, ma senza stelle di David o sigilli.
Le fabbriche aperte e produttive, ma che io sappia non fanno munizioni.
Vedo cittadini denunciare altri cittadini alle autorità, ma per il momento non li portano via.
Vedo gente minacciare i loro vicini e concittadini e dare loro ordini, ma ancora non sento gli anfibi in strada e non ho notizie di milizie.
Sento i media e i vip dire di “fare come la Cina”, ma mi risulta che fino a ieri fosse una dittatura comunista e l’Italia una repubblica democratica.
Vedo gente che per circolare deve avere un lasciapassare, che per ora è un’autocertificazione e quindi devo esibire un foglio in cui dichiaro che sto camminando.
Sento e vedo la propaganda, ma non riesco a capire bene quale sia il nemico: una pallina blu con le punte rosse?

Non so bene come vi siate fatti convincere a rinunciare ai vostri diritti fondamentali, ma so che la scelta è stata di chi ci governa.
Se ricordo bene dai miei studi elementari, quando un governo limita le libertà del popolo a cui dovrebbe garantirle, lo si dovrebbe destituire.
E se non si può destituire, arriviamo al punto di questo messaggio.
Io sono con voi che resisterete, e sono pronto.
Vi sto cercando, ma voi trovatemi.

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