Ansip e Oettinger: finalmente via il limite dei 90 giorni per il roaming in UE

Dopo il pasticcio sulla prima bozza per regolare il Fair Use, è stato tolto il limite dei 90 giorni per chi vuole usare la sua SIM anche all’estero. Resta il problema di come valutare gli abusi.

Vincenzo Tiani
Il Digitale Spiegato
3 min readSep 21, 2016

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Stamattina, in conferenza stampa, il Vice Presidente della Commissione Andrus Ansip e il Commissario per il Mercato Digitale Unico Günther Oettinger hanno confermato che nella nuova proposta per il Fair Use che regolerà la fine del Roaming a partire dal 15 giugno 2017, non ci saranno limiti di tempo o di traffico.

La precedente bozza, pubblicata lunedì 5 settembre, era stata ritirata su indicazione del Presidente della Commissione Europea Juncker pochi giorni dopo.

Motivo, il limite dei 90 giorni proposto per capire se si fosse davanti a un abuso a danno degli operatori telefonici, era stato bocciato da BEREC (Body of European Regulators in Electronic Communications), operatori telefonici e Stati Membri.

Nessuno infatti, consumatori in particolare, si aspettava che dopo la tanto acclamata fine del roaming si parlasse ancora di limiti, come a ricordare che in realtà non esiste nessun mercato unico digitale europeo. Da qui il ritiro della bozza.

Resta il problema, evidenziato da Ansip, che è necessario tutelare gli operatori da abusi, ovvero da chi compri una SIM in un Paese Membro dove costi molto meno, per utilizzarla nel suo Paese di residenza.

Pericolo reale se pensiamo che in Francia le tariffe hanno un costo 5 volte superiore a quello della Lettonia, dice Oettinger.

I costi variano da Paese a Paese Membro. Non possiamo mettere a rischio l’innovazione che è possibile solo con gli investimenti derivanti dalla copertura dei costi di quei Paesi dove questi sono maggiori — Oettinger

Le proposte fatte

Secondo Ansip, la prima bozza era una buona bozza, perché creava un limite oggettivo per capire dove ci fosse abuso.
Inoltre il problema si sarebbe limitato a pochissimi casi visti i dati.

In media infatti i cittadini europei passano solamente 12 giorni in un altro Paese Membro e solo il 20% supera i 10 giorni. Con queste percentuali gli operatori possono sostenere le perdite che invece, in caso di abuso, porterebbero a un crollo del sistema.

Purtroppo però la proposta dei 90 giorni non ha funzionato, benché basata sul fatto che solamente lo 0,1% dei cittadini UE trascorrono all’estero più di 92 giorni l’anno.

Lo 0,1% dei cittadini UE trascorrono all’estero più di 92 giorni l’anno — Ansip

In Parlamento si é allora proposto di porre un limite al consumo. Ma anche questa, secondo Ansip, non è una buona idea perché il traffico dati è in costante aumento e presto questo limite dovrebbe essere rivisto.

Si è pensato quindi a una formula matematica secondo cui, in caso si fosse superata la soglia della media UE del traffico dati sarebbero state imposte maggiorazioni da parte degli operatori. Ma anche in questo caso sarebbe stato ingiusto in quanto gli Stati scandinavi hanno un traffico dati molto maggiore rispetto alla media.

Bisogna riconoscere dunque che il limite dei 90 giorni era senz’altro più pratico. Senza questo limite i controlli saranno comunque garantiti da parte degli operatori telefonici per sanzionare eventuali abusi.

Gli indicatori di un possibile abuso

Per ora gli indicatori saranno i seguenti:

  • traffico dati nel proprio Paese insignificante se comparato al traffico in roaming
  • SIM usata solo all’estero
  • sottoscrizione e uso di diverse SIM da parte dello stessa persona una volta all’estero

In questi casi l’operatore potrà imporre una maggiorazione non superiore a:

€0.04/min per le chiamate, €0.01/SMS e €0.0085/MB

In tal caso quindi l’operatore potrà agire dandone comunicazione all’autorità garante competente.

Senza dubbio la mancanza di limiti toglierà ogni pensiero a chi viaggia più di 90 giorni l’anno, erasmus compresi. Speriamo che ciò non tolga oggettività nel giudicare dove ci sia abuso e dove no.

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Vincenzo Tiani
Il Digitale Spiegato

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