BLOB, SATIRA LIQUIDA

Una satira pungente, ma anche frenetica; che si espande su tutto lo scenario politico ma anche culturale.

Andrea Costantino Levote
Virgola
3 min readFeb 12, 2017

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Il 17 aprile del 1989, iniziano in Cina le proteste di massa di studenti, operai e intellettuali che occupano piazza Tienanmen. Le rivolte che passeranno alla storia occidentale con il nome di Primavera democratica cinese hanno così tanta influenza all’interno del secolo che costringono il Times ad inserire “Il Rivoltoso Sconosciuto”, lo studente che sfidò i carri armati, immortalato nella celebre foto di Jeff Widener, nella lista delle “Persone che più hanno influenzato il XX secolo”.

Lo stesso 17 aprile del 1989, iniziano le trasmissioni di Blob, un nuovo programma satirico, ideato da Enrico Ghezzi e Angelo Guglielmi.

Sono proprio le immagini delle rivolte di piazza Tienanmen le prime a fare la storia di Blob.

“Oggi nessuno farebbe partire un programma del genere. Angelo Guglielmi fu l’unico pazzo che poteva dare il via libera.

Era il 17 aprile 1989.

Primo giorno di occupazione di Tienanmen da parte degli studenti di Pechino… Fummo i soli o i primi a sfruttare in modo anarchico il far west televisivo alegale di quegli anni”

Blob, dall’inglese “macchia o goccia”, prende in prestito il titolo dall’omonimo film horror fantascientifico del 1958, nel quale un mostro gelatinoso inghiotte tutti coloro che vengono a contatto con lui.

Proprio questa idea di “sistema gelatinoso”, che per gli ideatori di blob rappresenta non solo la televisione, ma tutto il mondo della cultura italiana, spinge gli ideatori del programma a scegliere questo titolo.

Anche nella costruzione del programma stesso ritroviamo questa volontà di travolgere e mettere insieme tutto. Si avverte la sensazione del liquido che si espande.

Il programma è realizzato da montaggi di spezzoni televisivi, tenuti insieme da tagli netti e contrasti forti.

Si può passare tranquillamente dalla Raggi a Totò, per ritornare su Grillo o Renzi.

Per chi non conosce il programma, all’inizio potrebbe essere come guardare un film cinese, con i sottotitoli in croato, alle 3 di notte. Ma se si prende confidenza, si intuisce che tutto è legato, nulla casuale.

“ Il muro intarsiato e impiallacciato, tessuto tra immagini suoni parole scoppi di luce e ombre, muta a ogni istante. Sappiamo di non averlo mai toccato davvero, forse solo per questo lo riconosciamo nella sua opacità trasudante di immagini trasparenti. Le scelte di montaggio e i salti a volte vertiginosi avvengono in ‘surplacè quasi immobili. A ogni duna di sabbia che si disfa, quel che pare (il) deserto si invola e si posa in altre forme”

È il trionfo dell’incertezza, la demolizione della sicurezza ideologica della bellezza televisiva, ma Blob è anche il continuo cambiamento per adattarsi alla realtà della società liquida, per dirla alla Bauman.

Una società frenetica, costretta ad adeguarsi velocemente ai cambiamenti, un po’ come Blob e la sua satira.

Una satira pungente, ma anche frenetica, che si espande su tutto lo scenario politico ma anche culturale.

Come un film che segue il copione della società e dei suoi avvenimenti, blob mette in difficoltà, evidenziando contraddizioni e punti deboli.

Se quella in cui viviamo è una società liquida, quella di Blob è una vera e propria satira liquida, che inghiotte tutto come il mostro del film e che sfrutta in modo anarchico le immagini della storia e della vita contemporanea.

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Andrea Costantino Levote
Virgola

Giornalista, scrittore e storyteller. Il giorno studio reporting alla Scuola Holden, scrivo di sport e leggo; la sera alleno una squadra di calcio.