Gli uomini oltre il confine del mito

Benedetta Petroni
Virgola
Published in
3 min readMay 23, 2017

Raccontare la rivoluzione. Paco Ignacio Taibo II parla di Ernesto Che Guevara e Rodolfo Walsh

Alessandro Leogrande e Paco Ignacio Taibo II durante la conferenza

Sabato 20 maggio alle 13.30, nella Sala Azzurra del Salone del libro di Torino, si è svolto l’incontro con lo scrittore Paco Ignacio Taibo II e Alessandro Leogrande, nella sezione “anniversari” della fiera. L’autore è venuto a raccontare due grandi figure rivoluzionarie della storia dell’America Latina: Ernesto Che Guevara e Rodolfo Walsh. In occasione dei cinquanta anni dalla morte del primo e dei quaranta del secondo.

Taibo si è occupato a lungo di Ernesto Che Guevara, infatti ha scritto la sua biografia Senza perdere la tenerezza, in cui ha indagato con molta attenzione l’uomo in tutta la sua umanità, andando oltre l’icona della società di massa. Questo era l’obiettivo dello scrittore: smascherare il mito e capire l’uomo. Per Taibo comprendere due figure del genere significa conoscere prima di tutto la storia. Che Guevara e Walsh sono stati uomini del loro tempo e hanno dato la vita per difendere le rispettive opinioni e per cercare di cambiare qualcosa.

Walsh ammirava Ernesto Che Guevara, ma non riuscì mai a considerarlo come un suo modello, perché era un mito, e i miti spesso spaventano. Secondo l’autore è, quindi, impossibile comprendere la figura di Walsh senza conoscere il Che. Così come è impossibile comprendere il Che senza sapere cosa leggeva e cosa ammirava. Il pensiero di un uomo è dato dai suoi influssi culturali e delle sue passioni. Dopotutto come viene precisato, la letteratura è la base di tutti i sogni. E anche un sogno come quello rivoluzionario con il suo pensiero utopico affonda le radici nella letteratura. Servono le parole. Per rendere chiaro il concetto Taibo ha raccontato del leggendario zaino, che era il terrore di tutti. Si narra che lo zaino pesasse trentacinque chili e al suo interno ci fossero tantissime cose, tra cui libri, come le poesie di Leon Felipe. Dopo tutto come ha ribadito Taibo sorridendo è impossibile fare una rivoluzione senza uno zaino di quel tipo.

L’importanza di queste due personalità sta nella loro coerenza tra le parole e i fatti. Avevano rispetto del verbo. Taibo dopo essersi fermato un attimo, ha poi ripreso dicendo “il Che e Walsh erano teneri, erano sensibili, erano i nostri!”, conquistandosi così un applauso dal pubblico.

L’autore naturalmente non ha dimenticato di essere al Salone del Libro e, dopo aver parlato degli uomini, ha mostrato attenzione per la scrittura. Ricordando Walsh come il fondatore del giornalismo narrativo, e spiegando così il grande interesse per le persone e per i luoghi che gli apparteneva. Aveva un registro molto vario, era un ottimo giornalista, riusciva a raccontare con una grande sensibilità storie di bambini, ma almeno secondo Taibo era pessimo nel scrivere gialli. Che Guevara invece si occupò principalmente di scrittura memoriale.

L’autore non si è limitato a parlare della scrittura di queste due grandi personalità, ma ha raccontato anche della sua, e in particolare di quando ha scritto Senza perdere la tenerezza. “La figura del Che tende a sfuggire, forse anche per la sua grande irregolarità. Era un uomo dotato di un bel senso dell’umorismo, e da quello sono voluto partire per scoprire l’uomo. Ho lavorato a lungo su questo libro, e quando ho visto che aveva mille pagine, ho discusso con il mio editore che insisteva affinché lo accorciassi. Secondo lui era troppo lungo e non sarebbe mai stato letto dai giovani. A me non importava, i ragazzi a cui volevo arrivare sono sicuro che nonostante la lunghezza l’hanno letto.”

Taibo prima di concludere si è scusato per essere stato caotico nell’esporre il suo discorso: “qui si cerca di mettere ordine ovunque, mi dispiace, ma io sono dell’idea che il caos è importante, serve perché è fondamentale per scardinare un sistema.”

Durante l’intervento lo scrittore è riuscito con domande e battute a coinvolgere il pubblico, che si è manifestato molto attivo con risate e applausi. Sicuramente anche grazie alla capacità dell’autore di generare curiosità negli ascoltatori: a tante domande sono state date delle risposte, ma tanti nuovi quesiti sono stati posti. Una cosa è certa, la maggior parte delle persone che ha assistito all’evento, appena tornate a casa avrà senza dubbio cercato nuove notizie sulle due figure rivoluzionarie. Grazie alla curiosità che Taibo è riuscito a suscitare nel suo pubblico con la sua spiccata simpatia.

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