Ladispoli città popolare

Benedetta Petroni
Virgola
Published in
5 min readSep 28, 2017
La sabbia nera di Ladispoli è dovuta a un’elevata componente ferrosa

Da bambina credevo che la sabbia scura fosse la normalità e quella chiara una rarità. Crescendo scoprii che mi sbagliavo e che la sabbia nera era la particolarità di Ladispoli, ma scoprii anche che quella sabbia sarebbe stata, per sempre, la mia idea di mare.

Ladispoli è un cittadina sul litorale laziale e qui ho sempre trascorso le mie vacanze, in una casa comprata da mio nonno, quarant’anni fa. Quando ero piccola a giugno ci trasferivamo lì, per goderci il mare di inizio stagione che ha un sapore diverso, un’altra atmosfera, rispetto a quello di luglio-agosto. Ma pochi lo sanno. Le giornate al mare a giugno e a settembre hanno il potere di farti sentire un privilegiato, pensi che forse dovresti essere seduto dietro una scrivania o sommerso da impegni, invece sei lì, lontano da tutti non solo fisicamente. E forse allora capisci cosa vuol dire rilassarsi, veramente.

Prendo la borsa e mentre tutti vanno al mare io decido di passeggiare, per provare a raccontare questa città dove sono cresciuta.

Se vi state immaginando Ladispoli come una località di mare con le casette basse, le villette, vi state sbagliando. Per anni il suo soprannome è stato “Manhattan”, per i palazzi alti e popolari che la caratterizzano, ma da cui non si lascia opprimere.

La piazza è stata ristrutturata qualche anno fa, ed è stata intitolata a Roberto Rossellini, infatti il famoso regista trascorreva le sue vacanze qui, in una casa vicino al mare. Molte volte camminando per le strade di Ladispoli capita di vedere sui muri delle foto del regista, spesso con Anna Magnani, quasi a sottolineare che Ladispoli non è la meta preferita solo dei “burini” e dei “coatti” ma è la città popolare dei romani.

Ladispoli. Giugno 1947 — Anna Magnani e Roberto Rossellini.

Nella piazza oltre alla dedica a Rossellini troviamo anche un cartellone che mostra tutti i film che sono stati girati a Ladispoli, alcuni rimasti anche nella storia.

I film girati a Ladispoli.

La città deve tanto alla settima arte, anche se nella memoria collettiva rimarrà sempre e solo l’immagine di Carlo Verdone che nel film “Un sacco bello” interpreta un tipico romano che deve raggiungere la madre in vacanza a Ladispoli, nominando più e più volte nel corso del film il nome della città, con la celebre frase “Aho, ma io devo annà a Ladispoli!”

Ecco, avete presente i personaggi di Verdone che vanno in vacanza a Ladispoli? Bene, è importante tenerli a mente perché vi assicuro che sono fedeli alla realtà. Certo, non bisogna generalizzare, ma fidatevi la maggior parte sono esattamente così; lo dimostra anche il fatto che nel 2016 il regista ha ricevuto la cittadinanza onoraria dal sindaco.

Per farvi un esempio vi racconto il ferragosto sulla spiaggia di Ladispoli. Per tutta mattina le persone si lanciano i gavettoni, e non importa l’età tutti partecipano, anzi vi assicuro che gli adulti sono più pericolosi dei bambini; ecco, quindi se avete dei libri è meglio metterli nella borsa, perché non importa se vi conosciate o no con chi sta giocando: state tranquilli che un gavettone prima o poi vi arriverà. Per l’ora di pranzo solitamente si ordina il pranzo da qualche ristorante e i mariti tornano con vassoi pieni di riso alla crema di scampi e frittura di pesce, freddi per quando verranno mangiati. Nel pomeriggio, naturalmente, riparte il gioco dei gavettoni. Ci tengo a precisare che questo è il ferragosto che trovate in uno stabilimento anche carino e non sulla spiaggia libera. Lì non so cosa succede.

Ma il ferragosto è solo un esempio, durante tutti gli altri giorni vi può capitare di dover chiudere il libro perché il vicino vi disturba, a causa del tono forte di voce o della musica ad alto volume. Ora non voglio spaventarvi, coloro che frequentano Ladispoli sono la sua ricchezza, tutti questi atteggiamenti che possono apparire invadenti e fastidiosi, in realtà dimostrano la bellezza e la diversità del genere umano e se siete soliti andare in vacanza in posti definiti “In”, io vi consiglio di farvi un giretto a Ladispoli, se non altro, scoprirete qualcosa di nuovo: la schiettezza del genere umano; che poi amerete o odierete, senza mezze misure.

Ascoltare le chiacchiere dei vicini, vi assicuro che se a volte è snervante, delle altre può essere utile, molto utile. A luglio, sul litorale laziale di Ladispoli è stato stato ritrovato un cadavere, notizia che inizialmente non ha destato in me tanta curiosità, se non fosse per i miei vicini che continuavano a dire: “Oh, ma voi vedè che er corpo der pittore, quello famoso” “Ma quale?” “Er nome mo nun me lo ricordo, ma quello che so anni che dicono che una volta è morto qui e l’altra in Toscana” “Mo famoce er bagno, ce pensi dopo ar pittore”.

Nel sentire la conversazione, incuriosita, ho chiesto a mia madre, e ho scoperto che il famoso pittore di cui parlavano era Caravaggio.

E così è iniziata la mia ricerca.

Caravaggio, autoritratto.

La leggenda vuole che il famoso pittore morì a Porto Ercole, e sembra che nel 2010 sia stato identificato il corpo. Ma da un articolo uscito nel 2012, il professor Vincenzo Pacelli, docente all’Università di Napoli e grande esperto di Caravaggio, sostiene che il pittore deve essere morto nella zona di Palo, a Ladispoli, e che la tesi toscana ha dei punti poco chiari.

Secondo lo studioso, nel luglio del 1610 Caravaggio sarebbe approdato, venendo da Napoli, a Ladispoli e qui sarebbe rimasto vittima di un attentato organizzato dalla Curia Romana, ma avvenuto per mano dei Cavalieri di Malta. Il pittore, infatti, era diretto a Roma dove sperava di liberarsi della condanna a morte che da anni pesava sulla sua testa. Ma pare che nella capitale Caravaggio non arrivò mai. Giulio Mancini, il medico dell’artista, sostenne che in un primo momento sulle carte venne localizzato come luogo del decesso Ladispoli, ma successivamente venne modificato in Porto Ercole. Un altro problema riguarda il fatto che il pittore sembra sia giunto a piedi da Ladispoli alla Toscana, ma la distanza è troppa e il percorso non è agevole. Tante cose non sono chiare e sembra proprio che l’amato artista sia rimasto vittima di un vero e proprio “omicidio di Stato”.

Dopo essermi appassionata alla storia sulla morte di Caravaggio, che non conoscevo e che devo dire mi ha sorpresa; riprendo il mio lettino e mentre mi godo il calore del sole estivo continuo a chiedermi insieme ai miei vicini se “davero quello po esse er corpo der pittore, quello famoso, oppure se so sbajati”.

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