PolentOne, il re della polenta take away

Da piatto tradizionale a street food: il successo della polenta di strada made in Bergamo

Elisa Tasca
Virgola
3 min readMar 6, 2017

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Prendete un giovane bergamasco, estroverso e super tatuato. Scegliete poi un piatto tradizionale, tipico della sua zona. Aggiungete infine una buona dose di coraggio, tanta intraprendenza e costanza. Nasce così PolentOne, la prima polenteria da asporto.

La polenta, si sa, è uno dei piatti più antichi e più diffusi soprattutto nel belpaese. Nonostante in passato venisse considerata “cibo dei poveri” essendo semplice (fatta di acqua e farina), poco costosa e di facile preparazione, nel corso dei secoli ne sono nate infinite varianti. A coglierne il vero valore è stato un bergamasco doc, Marco Pirovano, classe 1982, che con un colpo di genio e tanti sacrifici ha fatto della polenta il suo cavallo di battaglia.

L’idea bizzarra è nata quasi per scherzo in una serata come le altre, mentre attendeva di ordinare un kebab in fila con alcuni amici. Pensava a quanti soldi avrebbe guadagnato vendendo polenta all’uscita dalle discoteche e, a posteriori, ci aveva visto giusto.

Dall’intuizione però si è passati alla realtà e, dopo una serie di viaggi all’estero e un’esperienza lavorativa di un anno e mezzo in Australia nell’ambito dello street food, la sua idea si è concretizzata, dando vita l’11 febbraio 2011 a PolentOne, la prima polenteria take away al mondo.

Il trampolino di lancio è stata sicuramente la partecipazione come concorrente al programma televisivo Detto Fatto (su Rai 2) e la vittoria di Shark Tank (Italia 1), un reality dedicato ad aspiranti imprenditori in cerca di potenziali investitori.

Un successo comunque inaspettato quello di Pirovano che in un anno e mezzo gli ha permesso di aprire ben sette punti vendita. Ad oggi PolentOne conta nove negozi in Italia e uno in Spagna, a Barcellona. L’obiettivo è di arrivare a venti polenterie nella penisola per poi esportare l’attività all’estero, in particolare negli States.

L’idea di proporre un piatto tradizionale locale in un contesto di fast food e l’alta qualità di un prodotto biologico a km 0, preparato con la farina macinata a pietra dal mulino del paese, sono state le chiavi del successo.

Ma come funziona esattamente? Dopo aver scelto il tipo di polenta, bramata (farina di mais) o taragna (mix tra farina di mais e grano saraceno), questa viene letteralmente spinata da un macchinario e condita in tutte le salse in base alla stagione: dal sugo di funghi a quello di asparagi, dal ragù di cinghiale a quello d’anatra, con i formaggi o con i salumi. Per gli amanti del dolce ci sono anche la polenta con la nutella e i biscotti di polenta.

Insomma una scommessa vinta quella di Mr PolentOne, nonostante le difficoltà iniziali e qualche battuta d’arresto. PolentOne attira una clientela di ogni genere ed età, offrendo un prodotto adatto a tutte le tasche: un piatto di polenta infatti, a seconda del tipo di farina e di salsa scelte, va da un minimo di tre a un massimo di dieci euro.

Un progetto ambizioso che ha portato alla riscoperta delle tipicità nostrane in un contesto moderno e di successo come lo street food e alla loro diffusione non solo nelle diverse regioni italiane ma anche oltreconfine.

Se non l’avete ancora provata cosa state aspettando?

Polentoni si nasce sì, ma si diventa pure.

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