SATIRA 2.0

Tour semiserio nel backstage di Spinoza.it

Elisa Tasca
Virgola
5 min readFeb 7, 2017

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“Se le battute di questo sito non vi fanno ridere, siete Maurizio Gasparri”

Irriverente, corrosiva, surreale, spiazzante: questa è l’anima di Spinoza. Il blog, non il filosofo. Spinoza.it nasce nel 2005 quando in una noiosa domenica pomeriggio Alessandro Bonino decide di creare un blog, invitando qualche amico a iscriversi: tra loro anche Stefano Andreoli. Avendo già dei blog personali attivi, l’idea era di creare un diversivo, “un luogo di cazzeggio in cui pubblicare foto, citazioni, aneddoti” da condividere quando ancora i social network non avevano spopolato. Ma perché proprio Spinoza? Come ci spiega Andreoli, “nei primi anni Duemila andava di moda intitolare siti a filosofi celebri”, basti pensare a Wittgenstein di Luca Sofri, ma anche Nietzsche, Leibniz e altri ancora. Spinoza stava simpatico perché perseguitato. In più hanno qualcosa in comune: il filosofo olandese era stato bannato dalla chiesa a cui apparteneva, esattamente come ogni tanto accade su Facebook per la sua versione 2.0.

Inizialmente i toni sono rimasti bassi e i seguaci non erano molti. Ma tutto è cambiato nel 2008 quando il popolo del web si è definitivamente accorto di Spinoza. Siamo in Italia, l’ultimo governo Prodi aveva appena perso la sua maggioranza e l’instancabile Silvio Berlusconi era pronto per un nuovo mandato. Inutile dire che un governo fatto da Bossi, Calderoli, Brunetta, Gelmini e Tremonti offriva ottimi spunti per fare un po’ di sano (e amaro) umorismo. È iniziato tutto così, con qualche breve battuta sulla politica e sull’attualità. Ma il più grande contributo lo hanno dato gli stessi lettori che solo qualche settimana dopo hanno cominciato spontaneamente ad inviare battute: “Fu lì che iniziò il delirio” ammette Andreoli. Da semplice pagina gestita da un paio di amici si è arrivati quindi ad un blog collettivo con “due teste”, una trentina di collaboratori incaricati di selezionare le battute e migliaia di lettori sparsi in tutta Italia che ogni giorno inviano le loro freddure sul forum. Le due teste sono Stefano Andreoli, autore televisivo romagnolo classe 1979, e Alessandro Bonino, scrittore e assicuratore piemontese classe 1974.

Un successo inaspettato quello di Spinoza che oggi conta più di 860 mila seguaci su Facebook e supera il milione di follower su Twitter, attestandosi come il blog satirico tra i più seguiti in Italia. Ma cos’è la satira quindi? Lo abbiamo chiesto ad Andreoli, il cofondatore appunto: “Satira è una parola che è stata usata talmente a sproposito negli ultimi anni che vorrei non pronunciarla più; ormai è un calderone nel quale, per convenienze varie, è stato infilato tutto, fino ad arrivare all’orrenda definizione di satira di costume che sta svuotando del suo significato un’arte nobile e difficile”. Citando Daniele Luttazzi, Andreoli afferma che “La satira è semplicemente un punto di vista e un po’ di memoria (…) ed è per questo che essa non può prendere posizione, né può prescindere dalla memoria storica dei fenomeni che analizza”. Essa quindi non può avere limiti e lo spiega bene Cristiano “Mix” Micucci, uno dei loro utenti storici: “L’unico limite della satira è quello del foglio su cui la scrivi” e su internet questo foglio non c’è.

Spinoza infatti non risparmia proprio nessuno e con le sue battute investe ogni ambito: dalla politica alla religione, dalla cronaca all’attualità. Tra le preferite di Andreoli ci sono queste:

È morta la sorella di Berlusconi. Fuochino.

Manifestante No-TAV perde tre dita lanciando bomba carta. Ora lancia bomba forbice.

Sacerdoti accusati di aver molestato bimbi disabili. La giustificazione: “Non volevamo che si sentissero diversi”.

Ma ce ne sono molte altre:

Alcuni post della pagina Facebook di Spinoza

Una satira raffinata e pura che ogni giorno riceve migliaia di commenti nei social tra apprezzamenti e critiche sprezzanti alle quali ogni tanto gli spinoziani rispondono, ma senza spiegare né difendere le battute: “Il fatto che qualcuno non le gradisca (o le fraintenda) fa parte del gioco. Non possiamo pretendere di piacere a tutti, dare fastidio fa parte del gioco” commenta Andreoli. Nemmeno Facebook le apprezza sempre, visto che a volte cancella alcuni post.

Nonostante le critiche per molti ormai le giornate iniziano con caffellatte e Spinoza: un successo sorprendente che gli è valsa la nomina per tre anni di seguito, dal 2009 al 2011, di miglior blog italiano e la vittoria nel 2010 del Premio Internazionale di Satira Forte dei Marmi.

L’originalità delle battute e la prontezza nel cogliere le notizie dal mondo stanno alla base del successo del blog, curato con estremo perfezionismo da Bonino e Andreoli. Tra l’idea della battuta e la pubblicazione però, si nasconde un intenso lavoro di precisione che può richiedere molto tempo. Lo staff si trova spesso a discutere per ore anche solo su un aggettivo o su una virgola in un qualsiasi momento della giornata: di prima mattina, in piena notte, durante la pausa lavoro, nel tempo libero. “Del resto quando si scherza bisogna essere seri” afferma Andreoli.

Per stare sempre sul pezzo, sono nati alcuni spin-off di Spinoza come Colorz, l’appendice grafica del blog che raccoglie illustrazioni e fotomontaggi satirici, e @LiveSpinoza, dedicata ai temi caldi, “per intenderci quelli a cui Mentana dedica le sue maratone”. Dalle presidenziali americane alle elezioni politiche, dai referendum ai conclave, fino alla scomparsa di personaggi famosi: questi sono i campi più fertili della satira spinoziana, nei quali i lettori si scatenano infuocando il forum con migliaia di battute originali. “Il nostro post Celere alla celere, dedicato alla scomparsa dell’ex presidente Cossiga, ricevette un premio come miglior post pubblicato quell’anno. Ricordo che quando morì Giulio Andreotti restai sveglio tutta la notte per comporre il post, ma l’impresa era veramente dura: gli utenti postavano battute a un ritmo più veloce di quanto fosse possibile leggerle. Alla fine ne arrivarono quasi cinquemila, tante quante ce ne sono in due libri di Spinoza. Decidemmo di pubblicare un post che si aggiornava, cambiando completamente, ogni volta che si ricaricava la pagina. È ancora lì, ed è piuttosto bello”.

“Ultima cosa. Se aveste davanti a voi il pubblico moralista che vi critica spesso, cosa gli direste?” “Probabilmente gli diremmo: ciao! O forse: puppateci la fava. Ma più probabilmente ciao, in fondo siamo gente educata”.

“Je suis 2015” — Illustrazione di Colorz per riassumere il 2015

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