Come si fa a rendere un Robot più simpatico? Programmandolo per commettere errori!

Una ricerca ha mostrato come le interazioni sociali dei robot possano essere stimolate partendo dalle reazioni agli errori commessi

Quale robot riesci ad apprezzare di più? Un assistente efficiente come J.A.R.V.I.S. di Iron Man oppure uno come Dummy, che armeggia in modo strano con gli elettrodomestici e spruzza addosso a Tony Stark con l’estintore?
Potresti pensare che i robot con più presa sulle persone siano quelli che fanno meglio il loro compito. Secondo un recente studio, però, le persone apprezzano di più i robot che commettono qualche errore.

In alcuni studi passati, i ricercatori avevano notato che gli esseri umani reagivano diversamente se i robot commettevano errori inaspettati mentre svolgevano il loro lavoro. Nella nuova ricerca, gli autori hanno programmato un piccolo robot umanoide che commetteva deliberatamente errori, così da poter studiare come le persone reagivano alla sua fallibilità. In più gli studiosi hanno voluto stabilire se le reazioni in qualche modo aiutavano il robot ad imparare dai propri errori.

I ricercatori hanno scoperto che le persone prediligevano il robot fallace rispetto a quello infallibile, ma hanno anche imparato che i partecipanti reagivano in modi che il robot potrebbe riconoscere ed imparare per poter modificare il proprio comportamento.

Alla ricerca hanno partecipato 45 persone — 25 uomini e 20 donne — a cui è stato assegnato un robot ciascuno. L’umanoide è stato programmato per svolgere due compiti: fare qualche domanda, e fornire le istruzioni per assemblare alcuni mattoncini di Lego.

Per 24 dei partecipanti, il robot si è comportato in maniera impeccabile. Ha posto delle domande, aspettato la risposta del partecipante e poi dato le indicazioni per dividere i mattoncini di Lego e costruire torri, ponti o “qualcosa di creativo”. Alla fine dell’esercizio, l’umano avrebbe potuto disporre i mattoncini in maniera tale da formare un’espressione facciale che simboleggiava il proprio stato emotivo, raccontano i ricercatori.

Per 21 persone, però, la performance del robot era decisamente meno brillante. Alcuni degli errori erano dei semplici glitch tecnici, ad esempio prendere il mattoncino sbagliato o ripetere la stessa domanda per sei volte di fila. Altri errori, comprendevano le cosiddette “violazioni di norme comportamentali”, ad esempio interrompendo il loro partner umano mentre parlava, oppure fornendo l’istruzione di buttare i mattoncini di Lego per terra.

Gli scienziati hanno osservato le interazioni da vicino. Hanno registrato le reazioni delle persone agli errori del robot, analizzando gli spostamenti della testa e del corpo, le loro espressioni, l’angolatura del loro sguardo, ma anche se ridevano, sorridevano o se in qualche modo reagivano verbalmente all’errore. Una volta finita la serie di istruzioni, i partecipanti hanno ricevuto un questionario per valutare quale dei due robot abbiano trovato più simpatico, e quale dei due sembrava avere un comportamento più umano, dando dei punti da 1 a 5.

I ricercatori hanno scoperto che i partecipanti hanno risposto in maniera positiva al robot fallace, a partire dal comportamento mostrato e dal linguaggio del corpo. Inoltre, sembra che agli esseri umani sia “significativamente piaciuto di più” il robot maldestro rispetto a quello preciso.

Però nessuno di quelli che hanno trovato il robot fallace più simpatico ha percepito questo comportamento come più intelligente, o più simile al comportamento umano.

I risultati suggeriscono che i robot possano beneficiare di alcune piccole imperfezioni, se posti in un contesto sociale; se ciò rende i robot più apprezzabili, allora potrebbero diventare sempre più bravi a svolgere compiti al servizio degli uomini, scrivono gli autori della ricerca.

Capendo come le persone reagiscono agli errori del robot, i programmatori potranno sviluppare robot in grado di analizzare le risposte sociali e ad imparare da esse, col fine di evitare problematiche riguardo a questi errori nel futuro, hanno spiegato i ricercatori.

“La ricerca futura sarà indirizzata a far capire e percepire i segnali ai robot. Se infatti potranno capire in che modo il lor partner umano interagisce, si trasformeranno in interlocutori migliori. L’esperienza dell’utente diventerà sempre meglio!”

I risultati sono stati pubblicati online il 31 Maggio, sulla rivista Frontiers in Robotics and AI.

Tradotto in Italiano. Articolo originale: LiveScience

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