Cosa sono le Dapp? Un nuovo modo di immaginare il Web

Applicazioni senza server centrale, un modo per mantenere integri i nostri dati personali.

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“Vediamo se c’è qualcosa di nuovo!”, è ciò che pensiamo quando non abbiamo così tanto da fare e apriamo il Play Store o l’App Store sui nostri smartphone. Molto spesso, quello che notiamo sotto il pulsante “download” è “pagamenti in app” oppure, quasi sempre, “Con inserzioni pubblicitarie”.

Ed è così, che quando scarichiamo l’ultimo gioco del momento che abbiamo visto giocare dai nostri amici e vogliamo provarlo, finiamo per rimanere infastiditi dalla pubblicità e dal fatto che dobbiamo pagare per avanzare di livello.

Ciò accade per una semplice ragione: se l’app è gratuita, in qualche modo dovrà sostenersi e di conseguenza vende degli spazi per la pubblicità (o gli oggetti e/o servizi in-app). Questo è il modello di business (così come quello di Facebook, Google e qualunque altro servizio disponibile in maniera gratuita per gli utenti finali) cui siamo abituati.

Sebbene le applicazioni siano gratuite, in cambio ciò che solitamente diamo sono dati. Questi, a loro volta, sono venduti alle aziende per targetizzare le loro campagne di advertising, fare ricerche di mercato, posizionare meglio i loro prodotti e servizi ecc.

Dal punto di vista degli sviluppatori, invece, non mancano delle criticità: coloro che contribuiscono allo sviluppo dell’applicazione, sono molto spesso obbligati a seguire ciò che gli viene commissionato, senza aggiungere troppa creatività.

Intendiamo come applicazioni tradizionali tutte quelle app che:

  • Sono programmate e aggiornate da poche persone
  • Sono gratuite (o a pagamento) e identiche per ogni utente finale
  • Sono “conservate” in una determinata area geografica su dei server centralizzati

In definitiva, tutte quelle che utilizziamo nel quotidiano, inclusi i sistemi operativi come Windows, o i client di posta elettronica come Yahoo o Gmail.

Dopo questa breve digressione per ricordarci in cosa consistono le applicazioni tradizionali, scopriamo cosa sono le Dapp (o applicazioni decentralizzate) e perché sono così interessanti.

In particolare, affronteremo come queste possano permettere agli utenti (e non più agli intermediari come Google) di vendere i loro dati e permettere agli sviluppatori di mettere in gioco tutte le proprie conoscenze in maniera indipendente, senza tralasciare le attuali criticità.

Cosa sono le Dapp e a cosa servono?

Partiamo da un assunto: le Dapp non sono migliori delle App tradizionali, ma hanno delle differenze sostanziali che, a seconda dei punti di vista, potrebbero essere considerate migliori o peggiori delle altre.

Per il loro funzionamento così diverso (soprattutto per quanto riguarda il loro sviluppo) è difficile metterle a paragone e giudicare quali offrano più vantaggi.

Si definiscono applicazioni decentralizzate (Dapp, o dApp), tutte quelle applicazioni che operano su un sistema computazionale distribuito (ossia un insieme di computer dislocato in parti differenti della Terra).

Sebbene se ne si senta parlare spesso ultimamente grazie alla tecnologia blockchain, le Dapp esistono già dall’avvento dei network P2P (Peer to Peer).

Hai presente BitTorrent? Un’applicazione che permette la condivisione di file in maniera distribuita, ossia uno spazio online dove diversi asset digitali sono conservati in computer dislocati in più parti della Terra.

Con la blockchain, che è un tipo specifico di network P2P, le Dapp stanno vedendo la loro crescita (che è sempre più esponenziale).

Immagine: State Of The Dapps

Il vantaggio sostanziale che le Dapp basate su blockchain hanno è che risolvono un problema: la sostenibilità duratura nel tempo.

Senza l’aiuto degli inserzionisti, degli sponsor o di chiunque altro ente o individuo (come un investitore) che aiuti gli sviluppatori a sostenere il funzionamento della Dapp, questa non potrebbe migliorarsi o sostenere i costi di una manutenzione costante.

Il supporto di terze parti è fondamentale.

Non è lo stesso, invece, per quelle Dapp che operano supportate dalla blockchain. In questo caso, a seconda delle condizioni espresse dagli smart contract e dalle modalità del consenso distribuito, le Dapp sono autosostenibili, sia finanziariamente che a livello di sviluppo. Solamente l’abbandono del loro progetto determinerebbe la fine degli aggiornamenti, ma non dello smart contract che continuerà a funzionare in eterno sulla blockchain relativa.

Grazie all’aiuto degli sviluppatori, degli utenti finali e di coloro che intendono investire nella Dapp di riferimento questa continuerà a funzionare e a migliorarsi. Sarà la blockchain sottostante che ricompenserà tutte le parti interessate.

Più in particolare:

  • Gli sviluppatori programmano e ricevono una ricompensa per il lavoro svolto
  • Coloro delegati alla funzione di marketing e vendite riceveranno una ricompensa per le attività svolte
  • Gli utenti pagheranno per usufruire dei servizi offerti e guadagneranno in caso intendano contribuire al mantenimento della Dapp

La ricompensa, ovviamente, sarà in token (utilizzabili sulla Dapp e scambiabili in criptovaluta) o in criptovaluta, a discrezione del team di sviluppo.

Da non dimenticare: le Dapp che operano su blockchain possono avere degli inventori o fondatori, ma costoro non saranno mai i veri proprietari dell’applicazione decentralizzata.

La particolarità di queste applicazioni non convenzionali, infatti, risiede nel fatto che sono open-source. Il loro codice con cui sono programmate è pubblico e può essere ripreso da altri per essere migliorato o adattato alle esigenze di un determinato scopo.

Se ti stai chiedendo “ma chi ci guadagna di più?”, la risposta è semplice: l’individuo che attraverso l’utilizzo o il contributo al miglioramento della Dapp resta soddisfatto nei suoi bisogni.

Spieghiamoci meglio.

Se sono l’utente finale, resto soddisfatto se l’applicazione esegue i miei comandi, mi è utile ad uno scopo preciso o, banalmente, mi intrattiene.

Se sono colui che contribuisce al miglioramento o allo sviluppo, la mia soddisfazione deriva dal vedere l’applicazione nascere e crescere, oltre che a diffondersi tra il pubblico.

E il guadagno economico?

Quello c’è ed è proporzionato in base alle azioni svolte o effettuate per l’applicazione decentralizzata.

Sta poi agli individui che contribuiscono allo sviluppo e miglioramento della Dapp scegliere la forma organizzativa più congeniale: centralizzata o decentralizzata (in questo ultimo caso, parliamo di DAO, decentralised autonomous organization).

Dapp e app: le differenze sostanziali

Nel spiegare cosa sono le Dapp e a cosa servono, analizzare le principali differenze con le applicazioni tradizionali che conosciamo è sicuramente di grande aiuto.

Facciamo due esempi e mettiamoli a confronto: WhatsApp e Status.

WhatsApp, l’app di messaggistica instantanea che tutti noi (o quasi) utilizziamo, permette di scambiare messaggi e multimedia in conversazioni uno a uno o in gruppo. I messaggi che scambiamo sull’applicazione con i nostri conoscenti sono criptati, ma siamo costretti a rilasciare il nostro numero di telefono in fase di registrazione (che viene salvato su un server), senza alcun apparente motivo.

Il codice dell’applicazione che permette il suo funzionamento e i messaggi scambiati sono conservati in server centralizzati. Un qualsiasi malfunzionamento o attacco hacker a quei server non permetterebbe più agli utenti di utilizzare WhatsApp.

Se ben ricordiamo, l’applicazione era a pagamento un tempo (costava esattamente 1$ all’anno). Invece adesso è gratuita, dopo essere stata acquisita da Facebook per 19 miliardi di dollari nel 2014.

Con l’ingresso di WhatsApp Business, tutto torna: la pubblicità che dovrebbe essere prevista sull’applicazione e il pagamento della sua versione per aziende determina la sostenibilità della stessa applicazione centralizzata.

Status, invece, funziona in maniera diversa. Il funzionamento per l’utente finale è sempre lo stesso: scambiarsi messaggi e multimedia tra singoli o in gruppo.

Ecco cosa cambia:

  • I messaggi scambiati sono crittografati e conservati sul tuo cellulare e in un server offline, non accessibile
  • Il suo codice funziona grazie alla blockchain di Ethereum e agli smart contract (ed è open-source)
  • L’applicazione è gratuita, ma le sue funzioni interne sono a pagamento (transazioni di criptovalute, principalmente)

Per quanto già detto, l’applicazione decentralizzata è tenuta in piedi dal suo team di sviluppo e da tutti coloro che vogliono democraticamente contribuire al progetto (oltre che dagli utenti finali).

Il tutto, senza nemmeno un’inserzione pubblicitaria e con funzioni aggiuntive:

  • Possibilità di scambiarsi denaro
  • Navigare in internet
  • Fare sondaggi e votazioni
  • Integrare con altre Dapp già utilizzate

Le categorie e gli esempi più famosi di Dapp

Esistono diverse categorie di Dapp e moltissimi esempi famosi, ma prima è importante elencare i tre tipi di Dapp esistenti:

  • Dapp di tipo 1: posseggono una loro blockchain e utilizzano l’asset originario di questa per funzionare
  • Dapp di tipo 2: utilizzano un protocollo della blockchain delle Dapp di tipo 1
  • Dapp di tipo 3: utilizzano il protocollo delle Dapp di tipo 2

Perché è importante distinguere questi tipi di Dapp?

Immaginiamo, per assurdo, che la blockchain che stiamo utilizzando per un qualsiasi scopo sia il sistema operativo e che la Dapp sia il software (che opera su questo sistema operativo). Lo stesso software avrà un protocollo che permette questo di comunicare con altri software (altre Dapp) che utilizzano lo stesso protocollo. Questo protocollo, a sua volta, viene utilizzato da altri software più piccoli per effettuare diverse funzioni.

Funziona un po’ come le carte di credito e i suoi circuiti (MasterCard, Visa ecc.) che sono interoperabili grazie a dei protocolli.

Ciò significa che, così come quando installiamo una nuova app tradizionale controlliamo se i suoi eventuali servizi sono integrabili con altri che già utilizziamo (es. i servizi Google), anche per le Dapp possiamo fare lo stesso ragionamento.

Le categorie di Dapp sono diverse e non si distanziano da quelle delle app tradizionali.

IDEX: l’exchange decentralizzato più grande al mondo

Idex è un exchange decentralizzato basato sul protocollo di Ethereum.

Sull’exchange è possibile scambiare asset digitali immagazzinati nella blockchain Ethereum, come i token che funzionano su smart contract ERC-20.

A differenza di un exchange centralizzato, IDEX non permette la registrazione di un account e dell’immissione delle proprie credenziali di conto crypto per iniziare a scambiarsi token. Ciò rende l’utilizzo della Dapp sicuro.

CryptoKitties: gattini collezionabili

Il caso è eclatante: CryptoKitties è una Dapp che permette agli utenti di scambiarsi dei gattini digitali ad un determinato prezzo e farli accoppiare virtualmente per farne nascere di nuovi (a loro volta vendibili).

I gattini possono essere acquistati solo in Ether (la criptovaluta della blockchain Ethereum) e il loro prezzo è in alcuni casi esorbitante. Sul The Verge, a dicembre 2017, si leggeva che una persona ha guadagnato più sulla Dapp nella copravendita di CryptoKitties che in tutta la pensione che aveva maturato fino a quel momento.

La particolarità di questo “gioco” è nell’unicità delle sue “regole”: tutti i gattini sono graficamente unici e corrispondono ad un unico codice registrato sulla blockchain di Ethereum.

Steemit: l’alternativa a Facebook basata su blockchain

Pagare per postare sul proprio profilo, ma venir ripagati per ogni like e interazione effettuata sui propri post. Questo è il modello di business su cui è basato Steemit, una Dapp che sfrutta un protocollo della blockchain di Steem.

A differenza di Facebook che raccoglie i nostri dati e vende gli spazi pubblicitari per sopravvivere, Steemit sfrutta l’incentivazione degli utenti, ricompensandoli in Steem token (a loro volta scambiabili in altre criptovalute e quindi in denaro tradizionale).

Storj: l’archiviazione decentralizzata di file

0,05$ per GB scaricato e 0,015$ per GB utilizzato sull’archiviazione online decentralizzata, questa la promessa di Storj.

Le soluzioni di archiviazione on cloud tradizionali, come Dropbox o Google Drive, presentano limitazioni. Mentre i file vengono sottoposti a backup in modo ridondante, l’interruzione imprevista del servizio dal server o la lentezza della banda larga possono limitare l’accesso ai file.

C’è anche il problema della privacy: queste aziende hanno il controllo sui tuoi file, inclusa la possibilità di accedervi.

Storj utilizza reti blockchain e peer-to-peer per risolvere questi problemi. Garantisce che sei l’unico che può accedere ai tuoi file, criptandoli e mettendoli in rete attraverso la potenza computazionale distribuita.

Non è tutto oro ciò che luccica

Sebbene le Dapp costituiscano una svolta importante per le applicazioni che già conosciamo, non è detto che possano fare un salto di qualità. Molte delle caratteristiche che abbiamo appena affrontato lasciano l’idea che le Dapp sono un qualcosa di rivoluzionario che risolverà molti dei problemi che esistono attualmente tra tutti gli stakeholder delle applicazioni centralizzate.

In realtà, esistono dei dettagli tecnici che potrebbero rendere un’idea di business irrealizzabile se non considerati.

Ecco le principali criticità:

  1. Le DApp sono molto lente e le transazioni richiedono molto tempo. Al momento, possono elaborare solo una stima di 15 transazioni al secondo.
  2. Per compensare la domanda e l’offerta di token disponibili, le Dapp addebitano una piccola tassa ogni volta che un utente vuole usarle.
  3. La blockchain rende impossibile che una Dapp venga rimossa da una rete. L’unico modo per farlo sarebbe chiudere completamente la rete e quindi spegnere letteralmente e cancellare ogni traccia di codice di quella blockchain.
  4. Chiunque si cimenti nello sviluppo di una Dapp deve imparare nuovi linguaggi di programmazione se quelli che già conosce non sono compatibili al network scelto. Inoltre, se non si dispone di una blockchain di prova (Testnet), sarà impossibile annullare qualsiasi operazione.
  5. Al momento, le Dapp sono molto scarse in termini di usabilità per gli utenti. Non basta, infatti, registrare un semplice account per iniziare ad utilizzarle, bensì l’apertura di un portafoglio di criptovalute (wallet), l’accettazione degli eventuali rischi all’acquisto di una crypto e la probabilità di insuccesso di una determinata azione sulla Dapp, con la conseguente perdita di denaro reale.

Vale dunque il consiglio: investi in fenomeni innovativi come le Dapp solo le risorse che sei disposto a perdere, indipendentemente dal tipo di queste.

Un nuovo modo di immaginare il Web

La crescente popolarità della raccolta di fondi attraverso una ICO (la fase direttamente successiva allo sviluppo di una Dapp per la sua raccolta fondi) ha contribuito a tenere forte l’hype sulle crypto e ad attrarre talenti per sviluppare Dapp.

Con una Dapp, i dati vengono archiviati su una rete distribuita. La proprietà delle risorse digitali appartiene agli utenti e lo sviluppatore non ha alcun diritto di controllo. Tutte le regole sono trasparenti e non possono essere modificate senza il consenso di tutti.

Nell’odierno ecosistema delle Dapp, le categorie più popolari che portano una grande quantità di volumi transazionali sono relative alle scommesse e a giochi d’azzado, tuttavia una Dapp può fare molto di più!

Una Dapp può conservare documenti, certificati, proteggere i dati strategici di un’azienda, permettere transazioni internazionali senza intermediari, lo scambio di punti fedeltà o di buoni omaggio e tanto altro.

La velocità di elaborazione è il collo di bottiglia più grande in questo momento insieme a problemi di sicurezza e scarsa usabilità delle Dapp. Inoltre, la mancanza di conoscenze approfondite degli smart contract da parte degli sviluppatori crea anche una barriera per creare Dapp davvero utili alla società.

Se e quando sceglierai di affidarti a sistemi basati su blockchain utili alle azioni che compi quotidianamente come le Dapp, per il momento ti basti cominciare a sfogliare il catalogo di State Of The Dapps o Dapp Radar. Magari trovi quella che fa al caso tuo!

Scritto da Ivano Stella, associato VISIONARI e esperto di marketing Blockchain.

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