DoNotPay, il primo avvocato robot che difende gli automobilisti britannici

Multe per i parcheggi troppo salate o illegittime? Contestazioni troppo onerose da portare avanti sul piano legale? A risolvere il problema ci pensa “DoNotPay”, chatbot creato da un giovane informatico inglese.

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Il pagamento delle multe per i parcheggi delle autovetture può essere molto oneroso, soprattutto se a dover pagare sono le categorie più fragili della società; inoltre, vi sono anche altre misure, che non riguardano solo il codice della strada, che possono creare situazioni di disagio e discriminazione, e che, per essere risolte, richiedono la presenza, spesso molto costosa, di un’assistenza legale; lo sa bene il giovane britannico Joshua Browder, fondatore dell’applicazione informatica DoNotPay, un vero e proprio “avvocato chatbot” in grado di assistere migliaia di cittadini gratuitamente, appellandosi nei casi in cui i pagamenti delle multe non sarebbero dovuti.

Grazie a questo “avvocato elettronico”, dotato di AI, gli automobilisti britannici hanno contestato pagamenti delle soste per il valore di 2 milioni e 300 mila sterline, senza doversi sobbarcare i costosi oneri dell’assistenza legale.

A norma di legge, il chatbot non può fornire assistenza legale personalizzata sui singoli casi, ma può comunque rispondere alle domande degli utenti. Il robot pone delle domande standardizzate ai clienti in modo da identificare i fattori che potrebbero aver contribuito alle multe (come la non comprensione della segnaletica stradale), e formula dei ricorsi molto persuasivi che possono essere inviati via mail ai tribunali.

Nei casi in cui il robot non sa come intervenire, fornisce agli utenti le informazioni di contatto di Browder, il suo creatore. Anche se il sito è ancora in versione beta, Browder afferma che il chatbot migliorerà sempre di più nel corso del tempo. L’algoritmo di conversione utilizza parole chiave, pronomi ed elementi sintattici per capire il problema associato al pagamento del parcheggio. Più interazioni avvengono tra l’utente e il robot, più quest’ultimo “apprende” come gestire queste problematiche in modo accurato.

“Da giovane diciannovenne, ho programmato il robot interamente da solo, e penso che svolga un discreto lavoro nel sostituire gli avvocati esperti in parcheggi”. Joshua Browder

L’applicazione funziona attualmente nel Regno Unito e negli USA. Il giovane programmatore sta lavorando anche all’integrazione della tecnologia del chatbot con quella delle auto a guida autonoma, in modo da automatizzare ogni elemento della guida.

Soluzioni come “DoNotPay” non sostituiranno gli avvocati in carne e ossa così velocemente, ma potranno svolgere alcune mansioni che sarebbero troppo dispendiose se affidate a professionisti umani.

Tradotto in Italiano. Articolo originale: Digital Trends

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