Il nuovo sensore LIDAR che potrebbe conquistare il mercato della guida autonoma

La startup Luminar vuole sfidare i leader di settore con il proprio hardware.

I nuovi sensori LIDAR creati da Luminar (Credit: LUMINAR)

Un nuovo sensore lidar potrebbe dotare migliaia di auto autonome delle capacità di rilevamento necessarie per guidare ad alta velocità su strada.

Lidar è diventato il modo principale in cui la maggior parte delle auto autonome percepiscono il mondo che le circonda, facendo rimbalzare la luce laser sugli oggetti nelle vicinanze per creare mappe 3D dei loro dintorni.

Per anni, il leader del settore dei lidar è stato Velodyne, che costruisce alcuni dei più costosi sensori ad altissima risoluzione disponibili. Ma il rapido progresso della ricerca sui veicoli a guida autonoma ha spinto altre aziende a iniziare a costruire i sensori, tra cui una startup chiamata Luminar, che è stata fondata da Austin Russell e comparsa quasi all’improvviso nel 2017.

La tecnologia di Luminar è diversa da quella degli altri sistemi lidar. Utilizza una lunghezza d’onda della luce più lunga per funzionare a una potenza maggiore, consentendo di vedere gli oggetti più scuri su distanze più lunghe. È anche in grado di ingrandire aree di particolare interesse.

Ma i suoi sensori, che utilizzano un sistema di specchi meccanici e costosi semiconduttori in arseniuro di indio e gallio, erano difficili e costosi da produrre. Le prime unità costavano almeno decine di migliaia di dollari, e richiedevano un’intera giornata di lavoro umano per assemblarsi.

Russell, che nel 2017 è stato uno dei 35 Innovatori under 35 del MIT Technology Review, dice che nel corso dell’ultimo anno l’azienda ha adottato misure per cambiare questo stato delle cose. Ha acquisito una società di progettazione di chip chiamata Black Forest Engineering, assunto esperti di elettronica di consumo, e ha istituito il proprio complesso di produzione a Orlando, Florida, il tutto con l’obiettivo di costruire il suo sensore su scala commerciale.

Di conseguenza l’ultima versione del sensore si sta avvicinando a ciò che è richiesto per una auto, il che significa che dovrebbe essere pronto per temperature estreme, intemperie e altre condizioni avverse alle quali un’auto di serie potrebbe essere esposta (anche se non è ancora stata certificata come tale). Un’attenta riprogettazione del chip del sensore laser, nel frattempo, ha tagliato i costi da decine di migliaia di dollari a soli 3 dollari, e l’automazione significa che, entro la fine dell’anno, i sensori saranno costruiti in otto minuti.

Tutto questo significa che Luminar ritiene di poter offrire un set di sensori per “migliaia di dollari a una cifra” una volta che sono in produzione su larga scala, dice Russell. Allo stesso tempo, sono state potenziate le specifiche tecniche in modo che il sensore possa rilevare oggetti che si trovano a 250 metri di distanza, abbastanza per avere sette secondi di tempo di reazione andando a 120 km all’ora.

Ingmar Posner, professore associato di ingegneria dell’informazione all’Università di Oxford e fondatore dello spin-off sulla guida autonoma dell’università Oxbotica, afferma che le specifiche e il prezzo del sensore “sembrano ottimi.” Tuttavia, egli sottolinea anche che il prezzo dovrà scendere ulteriormente se si vuole che i sensori siano utilizzati in veicoli per il pubblico a prezzi accessibili.

Questa è ancora una possibilità; Russell afferma che il costo dei sensori è ovviamente legato all’entità della produzione e che entro la fine dell’anno Luminar prevede di costruire 5.000 sensori ogni trimestre. Questo è molto di più dei 10.000 sensori che la concorrente Velodyne aveva in programma di costruire l’anno scorso e che, sostiene Russell, basterebbero per equipaggiare ogni auto autonoma entro la fine del 2018.

Il principale ostacolo a questo tipo di posizione dominante sul mercato è convincere altri gruppi di ricerca e altre case automobilistiche di cambiare i sensori esistenti, il che richiederebbe la riscrittura del software di controllo e la rimappatura di intere città in modo che le automobili possano navigare utilizzando le nuove attrezzature. Russell paragona la situazione a “strappare un cerotto”, perché prima o poi dovrà accadere quando i produttori di automobili passeranno dall’uso di sensori sperimentali a quelli pronti per il commercio.

Quello che resta da vedere per Luminar, però, è quanto tempo ci vorrà per strappare quel cerotto.

Tradotto in Italiano. Articolo originale: Technology Review

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