In India i droni non sganciano bombe, ma semi

Far cadere semi invece di bombe rappresenta una sfida importante. Alcuni ricercatori indiani si stanno muovendo proprio in questa direzione, conducendo un esperimento molto promettente sul piano della biodiversità.

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Avrete molto probabilmente sentito parlare di droni e degli utilizzi militari che spesso stanno avendo nei più disparati contesti bellici.

Eppure, i droni possono essere utili anche in frangenti molto diversi; alcuni scienziati del Dipartimento di Aerodinamica di Bangalore hanno organizzato un singolare esperimento lo scorso 5 giugno. Esso è consistito nel far alzare in volo droni che rilasciano semi lungo le rive del fiume Pinakini nella regione di Gauribidanur.

Lo scopo è quello di trasformare aree inaccessibili in foreste, e per raggiungerlo, i droni sono stati preferiti ai velivoli tradizionali, ritenuti troppo costosi.

Uno dei ricercatori che ha promosso l’iniziativa, il Prof. SN Omkar, ha affermato che l’esperimento proseguirà per 3 anni consecutivi e le sementi dovranno coprire all’incirca 10.000 ettari.

“Il vantaggio portato dai droni consiste nel poter avere immagini precise e dettagliate delle aree interessate ancora prima di far cadere i semi e il percorso può essere geo-localizzato. Successivamente, possiamo far volare i droni sopra quella zona ogni 3 mesi e vedere l’impatto provocato dalla caduta dei semi”. Prof Omkar

L’area interessata di 10.000 ettari si estende intorno alla catena montuosa di Doddaballapur, a nord di Bangalore. L’iniziativa è guidata da un comitato che progetta di costruire un centro scientifico di 200 ettari a Gauribidanur; in una zona asciutta, l’intento dichiarato è quello di favorire le piogge con l’aumento delle superfici forestali.

Il progetto presenta notevoli sfide sul piano ingegneristico. Una di queste riguarda un rilascio preciso e controllato di semi, cosa che allo stadio attuale non può ancora avvenire.

Un altro scienziato coinvolto nell’esperimento, il Prof. KPJ Reddy, sta programmando di installare a bordo del drone una fotocamera, che registrerà i dati più importanti, che saranno valutati dal team di ricerca.

Per aumentare le probabilità della germinazione, i semi sono stati avvolti in palline di concime e terreno, preparate dal Dipartimento Forestale di Kolar.

Nel promuovere l’iniziativa, gli abitanti dei villaggi locali sono stati messi al corrente e coinvolti attivamente, con buoni risultati.

Ciascun drone trasporterà circa 10 kg di sementi, e potrà rimanere in volo per circa un’ora per ogni sessione.

La possibilità di far rifiorire la biodiversità è un importante aspetto alla base di questo singolare esperimento.

“Oltre a favorire una copertura verde, voglio riportare in quell’habitat uccelli, farfalle e scimmie. Sono cresciuto con loro. Quando ero bambino, questa era una zona verdeggiante”. Prof KPJ Reddy

Riadattato in Italiano. Articolo originale: Factordaily.com

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