Pittori artificiali inventano nuove correnti artistiche

Modificando un algoritmo di intelligenza artificiale, si ottengono quadri di alto valore artistico

Sei quadri creati grazie all’intelligenza artificiale

Ogni tanto, salta fuori un pittore come Claude Monet o Pablo Picasso, che cattura tutta l’attenzione del mondo artistico su di sé. Inventano nuove forme di espressione, fondando nuove correnti come l’impressionismo o l’espressionismo astratto. E se il prossimo grande artista fosse una macchina?

È stata infatti sviluppata una nuova intelligenza artificiale che produce immagini in stili non convenzionali — e molte sue opere sono state già apprezzate dai critici.

L’idea è creare una forma d’arte che sia “nuova, ma non troppo nuova”, dice Marian Mazzone, storica dell’arte presso il College di Charleston in South Carolina (US), e che ha partecipato al progetto.

Il team — che includeva anche dei ricercatori della Rutger University del New Jersey, e il laboratorio di Intelligenza Artificiale di Facebook in California — ha modificato un tipo di algoritmo conosciuto come “generatore di reti avversarie”, o GAN (dall’inglese Generative Adversarial Network) in cui due reti neurali giocano una contro l’altra. Una crea una soluzione e l’altra la giudica — l’algoritmo ripete questa operazione, finché entrambe le parti non sono d’accordo.

Nell’AI artistica l’algoritmo è modificato in maniera tale che una delle parti propone un’immagine e l’altra, dopo essere stata allenata su 81.500 diversi quadri, giudica se l’immagine proposta è da considerarsi un’opera d’arte oppure no. La rete giudicante è stata anche allenata per poter riconoscere le varie correnti artistiche, ad esempio il rococò oppure il cubismo.

L’arte fa la sua parte

La cosa interessante, è che la rete generante propone delle immagine che la parte giudicante può considerare arte, senza però ricadere nelle correnti artistiche già esistenti.

“Ci vuole qualcosa che sia veramente creativo e che colpisca, ma che al contempo non vada troppo oltre ciò che viene considerato esteticamente appagante”, Ahmed Elgammal, Rutger Univeristy.

Una volta prodotte una serie di immagini dall’AI, i membri di un pubblico campione hanno potuto valutarle grazie ad un sondaggio online, che comprendeva sia le immagini dei pittori artificiali sia quelle create da umani. Il pubblico non sapeva però chi avesse creato l’immagine in esame di volta in volta. I partecipanti dovevano rispondere a diverse domande, che valutavano sia la complessità sia il fattore di novità, oppure se si sentissero particolarmente ispirati o emotivamente colpiti dall’immagine proposta. Con grande sorpresa dei ricercatori, la valutazione di alcune immagini create dall’AI è di gran lunga superiore rispetto a quella data ai pittori umani.

Ci sono al momento diverse intelligenze artificiali in grado di modificare foto secondo lo stile di famosi pittori, come ad esempio Monet. Ci sono addirittura applicazioni per il cellulare in grado di svolgere questo compito: come DeepArt. Questo nuovo sistema, invece, crea quadri dal nulla.

Fuori dalla comfort zone

“Mi piace pensare che qualcuno spinga i GAN fuori dalla loro zona di comfort — è il primo documento che vedo a farlo”, Mark Riedl del Georgia Institute of Technology ad Atlanta.

I risultati del sondaggio sono davvero interessanti, afferma Kevin Walker, del Royal College of Art di Londra. “Le immagini con le valutazioni più alte hanno una combinazione estetica di colori e forme, mentre quelle con valutazioni più basse sono più uniformi”, dice [vedi immagine di copertina].

Walker informa anche che alcune macchine creative stanno già creando dei quadri per diverse gallerie. Ad esempio, due dei suoi studenti stanno sperimentando con un AI che impara un determinato stile di disegno per creare qualsiasi tipo d’immagine. Una dei due studenti, Anna Ridler ha utilizzato questa tecnica per sviluppare un cartone animato di 12 minuti.

Le forme d’arte, come quella di Ridler, hanno comunque bisogno di una forte componente umana. Prenderemo, quindi, mai in considerazione dei quadri generati spontaneamente da un computer?

Mark Riedl afferma che la storia umana dietro ad un determinato artista è una componente molto forte, e spesso anche il motivo stesso per cui fare arte.

Walker è invece dell’idea che prima o poi le distinzioni andranno a venire sempre meno.

“Immagina di avere degli amici a cena e notano un quadro che hai appeso sopra il tavolo. Qualcuno ti dice: ‘Bello! Di chi è?’, e tu rispondi: ‘Bè, l’ha fatto una macchina’. Qui si che nascerebbe un’interessante conversazione!” Kevin Walker, Royal College of Art, Londra.

Tradotto in Italiano. Articolo originale: New Scientist

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