STAMP!

Marianna Bruschi
Visual Lab
Published in
4 min readApr 25, 2018

Uno degli obiettivi del Visual Lab è sperimentare ciò che di nuovo si affaccia sul mondo dell’informazione. Quando Google ha aperto il progetto “Amp stories” (o Stamp) siamo partiti subito con le prime prove. Ecco alcune considerazioni

Google ha iniziato a lavorare sulle sue storie in verticale con un gruppo di editori statunitensi. Dopo alcuni mesi di test e progettazione le Amp Stories sono state rilasciate e rese disponibili a tutti. Sono ancora considerate in una fase sperimentale e per questo Google chiede di fare richiesta per essere inseriti nella whitelist.

Ma cosa sono le Amp Stories?

Lo sfoglio di una Amp Story nella sua versione desktop

Snapchat e Instagram sono sicuramente il punto di partenza. “Stamp” è un oggetto verticale, in cui le immagini risultano valorizzate al massimo nella loro fruizione su smartphone. Il linguaggio è lo stesso dei due social: foto, video, testi, possibilità di proseguire nella storia con un tocco/click, link di approfondimento da inserire nelle “slide”. Google ha però confezionato un prodotto che può essere fruito senza il vincolo della piattaforma (le stories su Instagram non si possono vedere se non dentro a Instagram, e così — ancora di più — su Snapchat) sia in versione desktop sia in versione mobile. Certo, trattandosi di contenuti verticali non c’è niente di meglio dello smartphone, ma da pc si ha comunque una buona esperienza utente: le storie si si sfogliano, tenendo al centro dello schermo la pagina corrente (come nella foto). L’idea di Google è di valorizzare le Amp Stories tra i risultati di ricerca nelle sue pagine di lista mobile. Quindi così come gli articoli Amp compaiono per primi e più evidenti anche per Stamp si avrà un risultato simile se la ricerca sarà fatta da smartphone.

Gli esperimenti del Visual Lab

A pochi giorni dall’uscita “pubblica” delle Amp Stories abbiamo deciso di provare. Non ho visto altri esperimenti italiani (se ne avete segnalatemeli a m.bruschi@gedidigital.it) mentre negli Stati Uniti Stamp è uno dei possibili formati in cui declinare una notizia. Sul Washington Post mi è capitato di vederne anche in apertura del sito: invece di un articolo “tradizionale” avevano scelto questo formato nuovo. Stanno provando Stamp su argomenti seri, sul data-journalism, ma anche con ricette, sport e la sintesi della settimana. Le chiamano “Visual Stories” ne hanno sempre almeno una linkata in home.

Al Visual Lab il primo a mettere le mani nel codice è stato Daniele Testa, sviluppatore del team che già conosceva il linguaggio Amp. Non ci sono piattaforme, non c’è un’interfaccia per questi lavori. Seguendo il tutorial messo a disposizione da Google ha definito le basi per una storia semplice: un’alternanza di foto e video con dei brevi testi simili a una didascalia. Così ha preso forma la prima Amp Story. Per le altre due abbiamo aggiunto la grafica, poi le animazioni e abbiamo lavorato di più su testi e ricerca iconografica. Un lavoro di team.

Gli esperimenti del Visual Lab

Stamp/1: 15 anni senza Alberto Sordi

Per il primo test abbiamo scelto l’anniversario della morte di Alberto Sordi. Un viaggio-ricordo tra i suoi personaggi.

Stamp/2: Steven Spielberg ai confini della realtà

Poi abbiamo fatto un passo in più: abbiamo inserito degli elementi grafici, sul colore dei testi, sulla posizione. Abbiamo deciso di provare con Spielbgerg e i film che ci hanno fatto sognare.

Stamp/3: Il sogno di Martin Luther King a 50 anni dalla morte

Il terzo esperimento è ancora un passo avanti. La grafica e le animazioni rendono il prodotto esteticamente bello. Come nelle due Stamp precedenti abbiamo lavorato sul taglio da dare al racconto. Abbiamo scelto l’anniversario dell’assassinio di Martin Luther King e ci siamo chiesti cosa ne è stato del suo sogno. Con i dati abbiamo spiegato per alcuni temi (povertà, reddito, istruzione, lavoro, carceri) la differenza tra bianchi e neri.

Il prossimo passo sarà rendere il processo di realizzazione se non proprio a portata di tutti (senza sviluppatori non si va da nessuna parte) almeno con un livello di manualità minore. Un po’ di automazione (piccole dosi in questo caso) serve se si vuole aumentare la frequenza di pubblicazione.

Materiali utili

Aggiornamento 8 maggio 2018

Le Stamp degli altri

Dopo la pubblicazione di questo post sono stata contattata da Roberto De Simone che si occupa della comunicazione per Valagro spa, azienda del settore chimico. Anche lui ha lavorato su Amp Stories partendo dal kit messo a disposizione da Google e ha pubblicato la prima Stamp aziendale. Eccola.

https://www.valagro.com/landing/index_en.html

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Marianna Bruschi
Visual Lab

Genovese di nascita, nomad worker. Giornalista dei quotidiani locali di GEDI Gruppo Editoriale S.p.A. Vivo a Roma. Member @ona