Soft Bitcoin Fork

Il consenso va difeso a tutti i costi

Pietro Vaccarello
vivido-it
3 min readJul 11, 2023

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Cosa è un soft fork

Un soft fork è una modifica o un aggiornamento del protocollo che è retro-compatbile, vale a dire che non causa una divergenza permanente della blockchain -ndr non se né creano due distinte -.

In genere sono implementati per introdurre nuove funzionalità o per fixare dei bug all’interno del software, Bitcoin Core, esistente.

Durante un soft fork le nuove regole sono disegnate per essere più restrittive delle precedenti. Ciò significa che anche i nodi che non hanno aggiornato il software possono continuare a validare i blocchi (e le transazioni), ma ovviamente non possono supportare le nuove funzionalità introdotte.

I soft fork tipicamente richiedono la maggioranza del consenso tra i partecipanti della rete. Se infatti la maggior parte dei miner e dei nodi adotta il software aggiornato allora il soft fork può essere considerato riuscito e le regole introdotte diventano il nuovo standard della rete.

Va rimarcato che durante un soft fork i partecipanti alla rete che non hanno aggiornato il client possono continuare a validare i blocchi e le transazioni ma non possono utilizzare le nuove funzionalità introdotte.

Differenze tra soft e hard fork

La differenza essenziale è che il soft fork difende, conserva, l’attuale meccanismo di consenso mentre l’hard fork potrebbe anche stravolgerlo del tutto (vedi l’ultimo aggiornamento circense delle rete Ethereum che è passata da PoW a PoS).

Più nello specifico comunque:

Consenso: il soft fork introduce delle regole che sono più restrittive delle attuali. Blocchi e transazioni sono dunque validi sia per i nodi aggiornati sia per quelli che non lo sono. L’hard fork invece introduce nuove regole non compatibili: chi non aggiorna è fuori!

Compatibilità: ne consegue che i soft fork sono retro-compatibili mentre gli hard fork no.

Attivazione: un soft fork in genere, a parte il Gavin Andresen activated soft fork :-), richiede che la maggioranza dei partecipanti alla rete aggiorni il software. Gli hard fork in genere sono calati dall’alto, e di solito dalle fantomatiche fondazioni, e tutti i partecipanti alla rete, se vogliono continuare ad esserlo, devono aggiornarsi alla nuova versione del software.

Classic split: i soft fork non portano ad alcuna biforcazione della rete. La blockchain continua ad essere la stessa e in essa convivono nodi aggiornati e non aggiornati (possono validare blocchi e transazioni). Gli hard fork portano alla divisione in due reti: quella con i nodi aggiornati e quella con i nodi legacy. In genere chi non aggiorna riceve l’epiteto dispregiativo di Classic (Ethereum post Hack DAO o Luna dopo spirale della morte) da cui appunto Classic split.

Aggiornamento: nel caso del soft fork in genere il processo di aggiornamento è quasi del tutto indolore visto che i vecchi nodi possono girare accanto ai nuovi. L’hard fork va coordinato pena frammentazione della rete.

Bitcoin Soft Fork

La storia di Bitcoin è costellata di soft fork. Qui di seguito i più significativi:

  • 2012, BIP-16 P2SH (Pay-to-Script-Hash): transazioni più complesse e soprattutto multisig
  • 2012, BIP-34 Block v2: introduce il block height nella transazione coinbase
  • 2015, BIP-66 Strict DER Signatures: introduce le firme in formato DER (Distinguished Encoding Rules), aumentando la sicurezza e dando una sforbicita al problema della “transaction malleability
  • 2017, BIP-141, 142 (173), 143, 144, 145, 147 Segregated Witness (Segwit): separa le firme dalle transazioni e incrementa la dimensione del blocco da 1MB a 4MB (anche se sarebbe meglio dire 2MB). Risolve il problema del transaction malleability. A mio avviso il miglior soft fork della “storia dell’uomo” fatta eccezione per lo sconto witness sulle fee
  • 2021, BIP-340, 341, 342 Taproot: introduce principalmente le firme di Schnorr aumentando efficienza e privacy su Bitcoin. Nel 2023, insieme a Segwit, questo soft fork ha favorito l’insorgere del fenomeno Ordinals (a proposito puoi capire guardando questo video perché abbiamo usato il termine favorito).

Il consenso va difeso a tutti i costi

La storia di Bitcoin ci mostra come la vera decentralizzazione di un protocollo passi attraverso la strenua difesa delle regole di consenso che nel soft fork e nei suoi meccanismi di attivazione trova il miglior alleato. Segwit “frutto” della block size war ci ha dimostrato che non ci sono Lobby o interessi di parte che tengano: Bitcoin è resiliente…E non si tratta semplicemente della dittatura del 51% ma di reale democrazia di un soft fork alla volta.

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