Renziani sfidano il Sindaco mentre Marino prepara la fase 2.

La partita del rimpasto a Roma si chiuderà stasera o domani al più tardi.

Voci di Palazzo
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3 min readJul 27, 2015

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Il sindaco di Roma Ignazio Marino, sempre più solo dopo l’uscita di Sel dalla Giunta, è determinato a completare il lavoro prima della Festa
dell’Unità
.

In queste ore sono molti, nel Partito Democratico, gli sguardi rivolti al Parco delle Valli, palcoscenico della kermesse del Pd di Roma e, probabilmente, del redde rationem tra sindaco e presidente del consiglio.

A Montecitorio in molti si dicono convinti che il primo cittadino della Capitale domani non andrà ad assistere alla serata conclusiva alla quale è previsto l’intervento del Premier — Segretario Matteo Renzi. Una assenza che, giura un parlamentare renziano, “non spezzerebbe il cuore” al
Presidente del Consiglio.

Il segretario del Pd continua a non voler mettere la propria impronta sulla giunta, lasciando a Matteo Orfini il compito di occuparsi del dossier. Stando a quanto riferiscono fonti del Nazareno, si starebbe via via convincendo della necessità di dare una mano, avanzando i nomi di amministratori esperti, non necessariamente nativi renziani.

Oltre al sempre più probabile Marco Causi (già assessore al bilancio della giunta Veltroni) per l’incarico di vice-sindaco, prende quota l’idea di Marco Rossi Doria come assessore alle politiche sociali al posto di Paolo Masini.

Una scelta che si giustificherebbe con la necessità di prestare più attenzione
alle periferie e lui, il maestro di strada con un incarico di sottosegretario nel governo Letta, rispecchierebbe perfettamente il profilo richiesto.

Sui trasporti, riferiscono fonti della Camera, dopo il turbolento licenziamento di Improta, si era pensato a Michele Meta. Se non fosse che sono troppi i dossier aperti in commissione Trasporti, dove lui è presidente, e troppo importanti: dalla riforma del sistema portuale a quella del
codice della strada.

Il nome nuovo sarebbe, quindi, quello di Anna Donati, già presidente della Commissione Trasporti nel 2001 sotto il governo Prodi e poi amministratrice in Campania, è stata inoltre consigliera di Ferrovie dello Stato tra 1998 e 2001.

L’uscita del gruppo Sinistra Ecologia e Libertà dalla partita, da un lato semplifica il lavoro dei Ignazio Marino (ma anche del commissario del Pd romano Matteo Orfini, che oggi lo ha incontrato) dall’altro rappresenta un pericolo per il percorso dei provvedimenti che dovranno essere deliberati prossimamente.

Il partito di Nichi Vendola ha assicurato che voterà “delibera per delibera”, lasciando trapelare la volontà di non fare più sconti da qui in avanti.

«C’è bisogno di resettare, ricominciare daccapo come se ci si trovasse di fronte a una calamità naturale. Individuando i problemi e affrontandoli, tutti insieme, senza pensare alla destra o alla sinistra, ma solo alla città»

Di alternative non ce ne sono molte: le eventuali dimissioni del sindaco comporterebbero una fase di commissariamento da parte di un prefetto che traghetterebbe il Comune di Roma alle prossime elezioni. Una prospettiva che spaventa la maggioranza renziana del Pd. Non tanto per l’imminente Giubileo straordinario, piuttosto per l’impatto di arrivare ad elezioni con una città commissariata il che comporterebbe lasciare che il M5S si prenda il Campidoglio.

Al momento si preferisce lasciare il Sindaco Marino in Campidoglio e preparare la successione, magari puntando su una personalità “non politica”, non espressione del Pd ma di un “contenitore civico”. Una profilo che, per fare un esempio, si adatterebbe
perfettamente a quello dell’attuale prefetto Franco Gabrielli.

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