Disrupted
Le disavventure di un giornalista cinquantenne nella Silicon Valley.
Dan Lyons è un giornalista cinquantenne, lavora per il Newsweek, ha due gemelli di sei anni e una moglie, Sasha, che si è appena licenziata dal suo lavoro di insegnante, perché affetta da forti attacchi di emicrania. I due sono a casa, a Boston, ad organizzare una tanto sognata vacanza in Austria, non molto preoccupati per la momentanea pausa lavorativa della donna, visto il lavoro di Dan.
<<Ci sono stati dei tagli, il giornale cerca gente più giovane. Dan, il tuo posto di lavoro non esiste più>>.
Il telefono di Dan squilla. E’ il suo editore, Abby, amica di vecchia data, Dan la conosce da quando hanno iniziato insieme a fare i giornalisti: “Ci sono stati dei tagli, il giornale cerca gente più giovane. Dan, il tuo posto di lavoro non esiste più”, gli dice senza girarci troppo intorno.
Disperato, senza più stipendio né coperture sanitarie, Dan riesce a farsi assumere nell’arancione mondo di HubSpot.
Dan ha visto molte bolle economiche nascere e finire, e la bolla del momento è quella delle Startup. Perché non saltarci dentro, prima che esploda? Disperato, senza più stipendio né coperture sanitarie, Dan riesce a farsi assumere da HubSpot.
Dan è un pesce fuor d’acqua in una dimensione alienata, in un posto di lavoro non meglio definito, in un ambiente descritto come punto d’incontro tra un parco giochi per ragazzini ed una setta.
Ed ecco che inizia la serie di disavventure del giornalista cinquantenne, pesce fuor d’acqua in una dimensione alienata, in un posto di lavoro non meglio definito, in un ambiente descritto come punto d’incontro tra un parco giochi per ragazzini ed una setta. Ad HubSpot tutto è arancione: le pareti, i divani, le magliette e i cappellini che devono indossare gli impiegati. Sui muri campeggiano scritte come “HubSpot= Cool” e “C’è una ragione se abbiamo due orecchie ed una bocca. Così possiamo ascoltare di più e parlare di meno”.
Perso il rapporto con la realtà, la bolla crea un nuovo schiavismo, dove le condizioni di lavoro peggiorano e il legame tra dipendenti ed azienda diventa quello di una adesione ideologica. Tutto coperto coperto da un’immagine “figa”.
Dan descrive un ambiente dopato, una sorta di sistema per il lavaggio del cervello, che crea un’ apparenza piacevole, ma dietro cui si nascondono meccanismi inquietanti, distruttivi. Convenienti solo per chi di quel sistema è a capo. Nella bolla non è ammessa nessuna replica o “negatività”, il rapporto con la realtà si perde e la bolla crea una nuova forma di schiavismo, dove le condizioni di lavoro peggiorano e il rapporto tra dipendenti ed azienda diventa quello di una adesione ideologica. Tutto coperto dietro un’immagine “figa”.
Il potere del continuo rumore mediatico…
Secondo Dan è il continuo rumore mediatico che genera e mistifica l’immagine pompata, in assenza di un vero e proprio mercato o prodotto innovativo.
HubSpot ha fatto di tutto per non farlo uscire, ma il libro è spassoso e ha suscitato molto interesse.
Disruptive è l’aggettivo per eccellenza delle Startup: dirompente. Il libro di Dan Lyons è spassoso, divertente già a partire dal gioco di parole del titolo. HubSpot ha fatto di tutto per non farlo uscire, ma Disrupted. My Disadventure in the Startup Bubble ha suscitato molto interesse negli USA, in quanto testimonianza interna e non aderente al mondo, solo apparentemente luccicante, della Silicon Valley.
Anteprima di Disrupted. My Disadventure in the Startup Bubble su:
http://openbook.hbgusa.com/openbook/9780316306072
Real Dan Lyons:
http://www.realdanlyons.com/custom_type/disrupted-misadventure-start-bubble/