Il trauma collettivo

Vita Nova
Waves - Onde
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3 min readFeb 24, 2020

Quando Jacques Attali ci spiegava l’utilità delle pandemie

Su Solidarité et Progrès del 13 maggio 2009, Jacqus Attali ci spiegava l’utilità delle pandemie e del trauma collettivo.

La storia ci insegna che l’Umanità evolve significativamente, solo quando ha davvero paura: inizia, mettendo in atto meccanismi difensivi, a volte odiosi (capri espiatori e totalitarismi), a volte futili (la distrazione), a volte efficaci (se necessario, superando tutti i principi morali precedenti). Poi, passata la crisi, trasforma questi meccanismi per renderli compatibili con la libertà individuale e inscriverli in una politica di sanità pubblica.

La pandemia che sta iniziando potrebbe innescare una di queste paure strutturanti, perché farà nascere, meglio di qualunque discorso umanitario o ecologista, la presa di coscienza della necessità di un altruismo, almeno interessato.

Così, anche se, come speriamo, questa crisi non è così grave, non dobbiamo dimenticare, come per le crisi economiche, di imparare la lezione, così che prima della prossima crisi — inevitabile — si possano mettere in atto dei meccanismi di prevenzione e controllo per un’equa distribuzione di farmaci e vaccini.

Per questo bisognerà creare una forza di polizia globale, e dunque una fiscalità globale. Si arriverà allora, molto più velocemente che a causa della sola ragione economica, a gettare le basi di un vero e proprio Governo Mondiale. Del resto è da un ospedale, che è nato lo Stato francese, nel XVII secolo.

(Jacques Attali)

Analizziamo il discorso di Attali e individuiamo possibili corollari e premesse logiche.

1. Nella prima parte del discorso, la paura si profila come motore del cambiamento. Una fattore positivo per il superamento dei principi morali. Può dunque diventare fine perseguito? Indurre cambiamenti attraverso traumi collettivi?

2. Nel secondo passaggio, troviamo di nuovo la paura come strumento. Strumento del potere? Interessante il parallelismo — non richiesto dal contesto — con il discorso umanitario o ecologista. Attali non parla di principi umanitari o ecologisti, ma di discorso umanitario o ecologista: rivelatore. Discorso ecologista e discorso umanitario, vengono messi da Attali sullo stesso piano delle paure strutturanti: sono anch’essi strumenti?

Le paure strutturanti portano a una presa di coscienza della necessità di… altruismo, purché non autentico. Seppur interessato.

Altruismo è qui utilizzato come mascheramento linguistico del significato: globalismo? Altruismo s’intende non attaccamento alle proprie identità, territori? Non attaccamento ai propri diritti o a tutti i principi morali precedenti?

Il trauma farebbe accettare il superamento dei vecchi limiti morali, dunque la trasformazione in ambito… sanitario. Quello che prima del trauma sarebbe sembrato immorale, dopo il trauma prima verrebbe accettato, poi diventerebbe norma, confluendo in una struttura di sanità pubblica?

3. Dovete imparare la lezione. Il potere agisce forse attraverso traumi, per far capire che deve essere assecondato nei suoi piani e progetti?

4. Per Attali è la società stessa a dover essere medicalizzata, l’uomo è la mercanzia, lo strumento di produzione, l’instrumentum vocalis equiparabile al bestiame? Sui bisogni sanitari si gioca la fetta più grossa delle ricchezze mondiali — Big Pharma, industrie farmaceutiche — . La malattia diventa la realtà intorno alla quale si struttura la società stessa?

Attali, in fondo, ci dice che per lui è proprio su questo che che è nato lo Stato. Ci sta rivelando in realtà ciò a cui lo Stato del futuro — globale, mondiale -servirà?

Il ruolo dei cittadini in questa nuova forma di società?

Le paure strutturanti, come le pandemie, servono a creare un Governo Mondiale. Sono più efficaci del discorso economico, del discorso ecologista e di quello umantario per perseguire questo fine: esercito mondiale, fiscalità mondiale.

LETTURE

Jacques Attali, L’ordine cannibale. Vita e morte della medicina, Feltrinelli

Giovanni Marcotullio,Vita, morte, tecnica, progresso: l’avvenire della vita secondo J. Attali (1981), 16 giugno 2018 traduzione dell’intervista a Jacques Attali realizzata da Michel Salomon nel 1981.

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Pensosa dell'andar. Arte, libri e osservazioni sparse.