Timeo Danaos et dona ferentes

Vita Nova
Waves - Onde
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1 min readSep 7, 2019

Ovvero non accettare doni dal nemico

Timeo Danaos et dona ferentes (Virgilio, Eneide II, 49)

Letteralmente, temo i Danai anche se portano doni. I Danai erano i Greci che assediavano Ilio, accampati sotto le sue alte mura. Virgilio mette queste parole in bocca a Laocoonte, che cerca di convincere i Troiani a non far entrare la statua del cavallo in città.

Antecedente è il verso di Sofocle, nell’Aiace: ἐχθρῶν ἄδωρα δῶρα κοὐκ ὀνήσιμα, “i doni dei nemici non sono doni né benefici”.

Timeo Danaos et dona ferentes, quindi, vuol proprio dire, parafrasando, “temi i doni dei nemici!”.

Oggi interi popoli si gettano nelle braccia straniere dei nemici.

Sbranano i loro confratelli, non riconoscendoli tali, per affondare nelle braccia nemiche. Queste braccia gli garantiranno — in modi più o meno diretti — l’impiego in biblioteca, la tranquillità a scuola, l’assegno di ricerca in Uni, questo o quel bonus per organizzare il concertuzzo in piazza dove atteggiarsi a Eric Clapton de noartri.

Chiamandolo pure cultura.

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Pensosa dell'andar. Arte, libri e osservazioni sparse.