Tutti addosso a Augias!

L’ intellettuale, la pedofilia e il tabù del dire la verità.

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E’ il 03 maggio 2016 e durante una puntata del suo programma DiMartedì, in onda su La7, Floris intervista Corrado Augias. A un certo punto, la conversazione si sposta sul terribile caso del delitto di Caivano.

La conversazione si sposta sul terribile caso del delitto di Caivano, su cui Augias fa una serie di osservazioni di carattere sociale ed antropologico.

Augias fa una serie di osservazioni di carattere sociale ed antropologico sul ruolo dei valori/disvalori che vengono trasmessi dalla società stessa e sul contesto specifico in cui il delitto è maturato. Sul maxischermo dello studio continuano a scorrere immagini gigantografiche: sono le note foto, ritraenti la piccola vittima, che hanno fatto il giro di tutte le tv, media, Internet.

L’intellettuale ha, a questo punto, la naturale (per un intellettuale, appunto e malaugurata, visti i tempi poco favorevoli all’umanesimo, in cui viviamo) idea di esprimere ciò che le immagini gli evocavano.

<<C’è questo stridore che mi fa capire che anche lì si erano un po’ persi i punti di riferimento…>>

Ecco le sue parole:

“…In questa foto che questa povera madre mostra… mi ha fatto impressione il contrasto che c’è tra lo sfondo e questa bambina che aveva 5–6 anni… la guardi bene… guardi com’è atteggiata, e com’era pettinata, e come sono i boccoli che cadono… Questa è una bambina che a 5–6 anni si atteggia come se ne avesse 16–18: questo stridore, questa povera madre… per carità, tutta la pietà, ma c’è questo stridore che mi fa capire che anche lì si erano un po’ persi i punti di riferimento.”

Apriti cielo. Spalancatevi abissi della profonda, profonda ipocrisia umana.

I giorni successivi la stampa, il web, i social, utenti Twitter e Facebook si scagliano contro Augias per le sue parole. Il padre della piccola vittima dichiara che lo querelerà per diffamazione. Adesso, all’improvviso, vuoi vedere che il pedofilo è proprio lui? Infatti osa dire che una bambina possa essere come un’adulta.

Questo trand interpretativo vince sui social. Gli utenti e i lettori credono che Augias abbia detto che la bambina era stata vittima di violenza perché cercava di essere attraente. I giornali riprendono questo trend. “Mai e in nessun caso i bambini sono oggetto sessuale”. Dicono i forcaioli di Augias.

La criminologia, purtroppo, li smentisce. La storia, purtroppo, li smentisce. Ma Augias dice qualcosa di molto più profondo: la nostra cultura adultizza i bambini, è la cultura che è pedofila. I bambini dovrebbero solo fare i bambini ed essere bambini.

Influenzati dalle campagne pubblicitarie e dalle veline della televisione.

Augias dice che già il solo fatto di vestire i bambini di 5 anni come se ne avessero 16, è qualcosa che sottende un atteggiamento adultizzante e consumistico della società. Per Augias a volte sono le stesse madri che:

<< Scaricano sulle sue figlie i loro sogni, truccandole e abbigliandole come avrebbero voluto essere alla loro età, influenzate certamente dalle campagna pubblicitarie e dalle veline della televisione>>, dichiara il giornalista in un secondo momento.

Una cultura che adultizza i bambini, anche la religione fallisce e diventa mera idolatria.

Sempre in questo secondo intervento, spiega meglio anche il riferimento alla statuina di Padre Pio:

<<Rimane il buco del sacro: la religione cattolica non riesce a passare nei valori e diventa mera idolatria>>

Augias sta dicendo: eppure questa è una società cristiana, i simboli del Cristianesimo si trovano in questo ambiente, degradato, dove è maturato il delitto. E noi tutti siamo costantemente circondati da quei simboli, ma, evidentemente, rimangono vuote immagini. Immagini da venerare, che non trasmettono più il contenuto di cui dovrebbero essere simbolo.

E invece no. La gente attacca Augias “ehy hai detto che una bambina di 6 anni se l’è cercata!”, “Addosso a Augias!”. “Augias è uno stupido!”, dichiara il padre della bambina.

Salvo poi corpizzare e mercificare le vittime nei programmi televisivi. Con dovizia di dettagli che davvero è superfluo e terribile aggiungere.

C’è bisogno dell’immagine di valori, ma non dei valori stessi. Ci sono stili di vita che li attaccano, ma se glielo fai notare, il gruppo si alza con i denti e le unghie a difenderli. In una cultura pornocratica e corpo-centrica, dove la prima e incontestabile merce è proprio l’essere umano, la verità è il più grande tabù.

Moda social o consumismo non-criticabile?

Anche la stampa però attacca Augias. Gli sono quasi tutti addosso. E, infatti, lui alla fine si scusa.

Come mai si è imposto il trend della lettura negativa delle sue parole? I giornali stanno solo seguendo l’onda social o appoggiano un modello ideologico-culturale, dove c’è qualcosa, un qualcosa che proprio non può essere messo in discussione?

Rassegna stampa

Alcuni articoli reperibili online.

Il Fatto Quotidiano 4/05/2016 Augias e i boccoli da sedicenne

Il Secolo XIX 4/05/2016 Omicidio Fortuna, Augias “massacrato” sul web e difeso dalle femministe

Huffington Post 4/05/2016 Dalla parte di Corrado Augias

Huffington Post 4/05/2016 Corrado Augias: “Mai visto una bimba truccata e conciata come Fortuna, tradita anche dalla madre senza riferimenti culturali”

Huffington Post 4/05/2016 Corrado Augias sulla piccola Fortuna Loffredo: “Si atteggiava a ragazza di 16 anni”. Il web contro il giornalista

Corriere del Mezzogiorno 4/05/2016 Caso Fortuna, parole choc di Augias
«Si atteggiava a bambina di 16 anni». Il web insorge, pioggia di tweet

Huffington Post 5/05/2016 Non sto con Augias

Il Giornale 5/05/2016 I genitori di Fortuna querelano Augias. Lui li sfotte: “Vi perdono”

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Pensosa dell'andar. Arte, libri e osservazioni sparse.