È meglio l’80% di qualcosa o il 100% di nulla? Come recuperare i carrelli abbandonati con il remarketing

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2 min readJun 23, 2014

Lo so, lo so, non è bello cominciare con una domanda, soprattutto se retorica, ma non ho resistito. Lo chiedo, quindi, di nuovo: è meglio l’80% di qualcosa o il 100% di nulla?
Sicuramente l’80% di qualcosa, ma come ottenerlo?

Durante le campagne pay-per-clic che conduciamo quotidianamente, attiriamo sui nostri siti migliaia di potenziali clienti ma solo una piccola percentuale di questi si traduce in acquirenti (secondo i dati più ottimistici il 2%) generando, quindi, una larga fetta di mancate conversioni.

Come possiamo recuperare questi mancati clienti?

La risposta, come sempre, è dipende, ma nel mondo PPC abbiamo un’arma in più: il remarketing o retargeting che dir si voglia.

Molti di voi sanno di cosa si tratta, ma vorrei spiegarlo anche a chi non ne ha mai sentito parlare ma sicuramente lo ha visto: avete presente quando cercate un volo o guardate l’ultimo modello di cellulare e poi lo ritrovate su tutti i siti che navigate?
Ecco quello è il remarketing. Tecnicamente si tratta di installare un cookie sui dispositivi degli utenti che hanno navigato il vostro sito e che vi permetta di identificarli come persone conosciute rispetto ai nuovi visitatori.

E’ possibile targettizzare queste persone in diversi segmenti a seconda della profondità della loro visita e dare a ciascun segmento un valore diverso, poiché più i visitatori si saranno avvicinati alla conclusione dell’acquisto, maggiore sarà il loro interesse dimostrato nei nostri confronti e maggiore sarà il loro valore per noi.

Fino a qui sembra tutto fantastico: so che hanno già visto il mio sito, mi conoscono, posso dedicare loro un’offerta CPC più forte per apparire maggiormente nelle SERP o su altri siti, le conversioni arriveranno in un batter d’occhio.

Ma non sempre accade questo: spesso le conversioni, o meglio il tasso di conversione, migliora solo di pochi punti decimali (e oltretutto non sempre). Potremmo ottenere di più?
Secondo me sì, agendo sulla leva più sensibile ai fatturati e ai clienti: il prezzo.

Molto spesso, il vantaggio dato dalla possibilità di personalizzare l’offerta e di conseguenza il messaggio pubblicitario sulla base del funnel viene poco sfruttata dalle aziende, sottovalutando le potenzialità che questo strumento offre, e ricercando le cause della mancata vendita altrove e non nel prezzo o nella poca conoscenza da parte del cliente del prodotto.
Perché allora non proporre, magari ai soli cart abandoners, uno sconto di cui possa usufruire e che gli dia la possibilità di conoscerci meglio?

Il mercato dei carrelli abbandonati vale 4 trilioni di dollari (circa 53 volte la fortuna di Bill Gates!), non sarebbe opportuno recuperare in qualche modo questi “non acquisti” magari rinunciando, in un primo approccio con il consumatore, ad una piccola percentuale di prezzo?

Avete deciso? Volete l’80% di 4 trilioni di dollari o il 100% di nulla?

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