Falso hackeraggio di +Europa: gli effetti sulla visibilità online del sito

Analizziamo insieme come questa strategia abbia influenzato alcuni KPI SEO

Andrea Gozzi
Webranking
4 min readNov 5, 2018

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Un paio di settimane fa, fra il 22 e il 29 ottobre, il sito internet e i canali social del partito europeista di Emma Bonino e Benedetto Della Vedova si presentavano così:

l’home page di piueuropa.eu durante l’ “hackeraggio”

In molti ci siamo cascati (sotto il mio post su LinkedIn) e abbiamo pensato ad un hackeraggio, guidati forse dal pattern “soggetto importante con parte digital gestita male” con il quale troppe volte ci siamo scontrati.

Invece si trattava di un atto di protesta: il partito politico presentava in quei giorni un esposto all’Agcom per denunciare la scarsa presenza dei suoi esponenti nelle reti RAI e Mediaset. Dal comunicato ufficiale:

“[…] Per denunciare la violazione da parte delle emittenti radiotelevisive, pubbliche e private, nel periodo giugno-settembre 2018, delle norme e dei principi vigenti in materia di pluralismo politico e parità di accesso ai mezzi di informazione nei periodi non elettorali”

Analisi degli effetti di una strategia che in pochi si possono permettere

Innanzitutto, questa particolare strategia comunicativa ha portato ad un aumento delle ricerche pure brand del partito?

In effetti, utilizzando Google Trends si nota un aumento di circa il 60% rispetto alla media del periodo post-elettorale.

Google Trends, la freccia indica il picco avuto proprio durante il periodo in questione, 21–27 ottobre

La viralità dell’operazione è confermata anche da un aumento di pagine e domini linkanti che il tool Ahrefs registra proprio a partire dalla settimana incriminata.
500 link in più in 10 giorni: non male come strategia di link earning!

Ahrefs, profilo dei domini linkanti degli ultimi 30 giorni

Per adesso quindi non ci sono grandi novità. Abbiamo visto molte volte strategie di comunicazione ben pensate, e questa è una di quelle: si tratta di un’operazione che ha fatto scalpore e, diciamocelo, che ha sortito gli effetti che gli ideatori si erano prefissi.

Da qui però nasce una riflessione, più che altro data dalla deformazione professionale dell’essere un SEO 24/7 e non solo dalle 9 alle 18:

Nei giorni di “hackeraggio” il sito non presentava menù di navigazione, l’architettura informativa e i contenuti erano quasi irraggiungibili e non c’era per i visitatori alcuna possibilità di interagire, fornendo quindi l’impressione di essere stato “bucato” non solo agli utenti, ma anche ai motori di ricerca.

Questo ha portato ad un peggioramento nella visibilità organica su Google?

All'inizio, sì.

Come è possibile notare, il sito ha subìto, nel periodo del finto hacking (in rosso nel grafico) un brusco calo nel traffico stimato da SEMrush (-60%) poi recuperato alla grande a partire dagli ultimi giorni di ottobre (+150%, in giallo nel grafico).

Traffico stimato di SEMRush nell’ultimo mese per piueuropa.eu

Vuol dire che Google ha capito l’errore e ha portato un miglioramento nei posizionamenti? Anche, sì.

Ma soprattutto, il tool SEMrush ha rilevato un aumento sostanziale del volume di ricerca della keyword “piu europa” nei giorni immediatamente successivi al finto hacking e di conseguenza ne ha aggiornato il traffico stimato.

trend di ricerca della keyword “piu europa”

Ecco spiegata quindi la quasi totalità dell’aumento nel traffico stimato (rettangolo giallo).

Dal punto di vista delle keyword, infatti, la situazione dal 26 ottobre in poi rimane stazionaria, con piccole variazioni di keyword di coda lunga non certo in grado di spostare di così tanto traffico il traffico stimato.

Conclusioni

Dal punto di vista social e digital PR in generale, la mossa ha avuto sicuramente successo, godendo di una rilevanza mediatica che raramente viene riservata a partiti rappresentanti meno del 3% dell’elettorato.

Dal punto di vista SEO, è plausibile supporre che l’aumento dei link in ingresso porterà prima o poi ad un miglioramento nei posizionamenti, ma in realtà quello che è stato fatto è stimolare la crescita delle ricerche brand, un’attività comunque sempre consigliabile per business (o partiti!) giovani.

Come prossimo passo, il consiglio potrebbe essere quello di puntare a posizionamenti nobrand un po’ più competitivi, magari lavorando sui contenuti in pagina. Ad esempio, nel momento in cui sto scrivendo questo articolo, il sito non è in prima pagina per la query “Partito di Emma Bonino” (vedi screenshot sotto).

Si sa, le vie della viralità sono infinite, d’altro canto è comunque evidente come l’applicazione e la riuscita di una strategia così azzardata ed aggressiva difficilmente possano essere riapplicabili o scalabili su altri business.

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Andrea Gozzi
Webranking

FULL time NERD, from 2011 I spend 1/3 of the day doing SEO. Since 2017 I work for Webranking, the biggest italian search agency.