SMART SPEAKER E RICERCA VOCALE: LE PREVISIONI SEO

Mary Meeker, una venture capitalist americana, stima che entro il 2020 la ricerca vocale e quella per immagini costituiranno almeno la metà delle ricerche online.

Andrea Gozzi
Webranking
Published in
4 min readJan 29, 2018

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Nel mondo digital, soprattutto in ambito SEO, settore di cui faccio parte, da qualche mese si fa un gran parlare di ricerca vocale.
Attualmente, i dati rilasciati da Google ci dicono che l’8% del totale delle ricerche è in forma vocale, percentuale che sale al 35% se si considerano i dispositivi mobili. Parliamo di miliardi di ricerche al giorno. Quindi è comprensibile che il settore dei SEO, con il quale i brand si relazionano storicamente tramite il concetto di keyword (es. “Voglio essere in prima posizione con la keyword X”) sarà coinvolto da questo cambiamento già in atto.

Ma cerchiamo prima di capire cosa implichi il concetto di ricerca vocale.

Sia che venga utilizzata tramite telefono, sia che si disponga di uno smart speaker come Google Home o Amazon Echo, la ricerca vocale sta vivendo un periodo di forte crescita: secondo la ricerca della società di consulenza Capgemini nei prossimi tre anni gli assistenti vocali diventeranno la principale modalità di interazione fra azienda e consumatore.

Sarà quindi gara fra i vari brand per adeguare i propri servizi e le proprie infrastrutture tecnologiche all’arrivo di questa rivoluzione. Le aziende che forniranno un’esperienza utente positiva e ottimizzata avranno buone probabilità che gli utenti continuino ad usufruire dei loro servizi. Infatti, dalla stessa ricerca emerge che il 28% di chi ancora non ne fa uso incrementerebbe le transazioni con un brand a seguito di un’esperienza positiva con la voice search.

La stessa ricerca però non tiene conto della scarsa inclinazione degli utenti italiani agli acquisti online che anche in questo caso prevediamo essere late-adopters.

Al momento, infatti, le statistiche mostrano come gli utenti italiani utilizzino la ricerca vocale soprattutto per query di tipo informativo, come le principali notizie del giorno o le previsioni del tempo. Questa tipologia di ricerche dovrebbe spingere gli editori e più in generale i publisher a essere i primi a investire in ottimizzazione per la voice search.

In questo senso il primo passo da parte delle aziende dovrà essere quello di discostarsi, per la gioia di noi SEO, dal concetto di keyword per abbracciare quello più completo di ambito semantico.

In ogni caso, a mio avviso è indispensabile che tutte le aziende, soprattutto le grandi, inizino a pensare ai propri piani di integrazione con questa tecnologia, come ha fatto Walmart negli USA grazie a una partnership con Google, integrando la voice search nel suo sistema di Easy Reordering. In poche parole, se si ha già acquistato un articolo da Walmart, è possibile riordinarlo semplicemente attraverso un comando vocale a Google Home.

Qui in Webranking utilizziamo Google Home da un po’ di mesi. Anche se non ancora disponibile per il mercato italiano, abbiamo quotidianamente la possibilità di fare pratica con la ricerca (e soprattutto con la risposta) vocale. Questo ci dà modo di prendere familiarità con un nuovo tipo di device, lo smart speaker, che fra qualche anno avrà una diffusione capillare, paragonabile a quella dei computer. La mia esperienza d’uso di Google Home è sicuramente positiva: al netto dei dubbi sulla privacy (i device sono ora sempre in ascolto, in attesa della parola che li attivi) e delle incomprensioni — dovute in gran parte al nostro accento italiano — il riconoscimento vocale appare molto affidabile. Le potenzialità dello strumento quindi sono sicuramente molto vaste.

Ricerca vocale: l’immediatezza della ricerca in cambio della varietà dei risultati

Fermo restando che finché un utente farà una domanda ad un motore di ricerca, sia in forma scritta che vocale, ci sarà sempre bisogno di un SEO che proverà a guidare la risposta: con l’utilizzo degli smart speaker gli utenti rinunciano alla varietà di risultati che una SERP (Search Engine Results Page) mette loro a disposizione. Questo implica che, con l’utilizzo della ricerca vocale, dobbiamo accontentarci del primo risultato, non avendo visibilità sugli altri. Nessuno potrà più permettersi di arrivare secondo e la concorrenza si farà molto più aggressiva.

Al fine di permettere una penetrazione capillare all’interno del mercato, l’abilità di Google, Amazon e degli altri player (è in arrivo anche Apple con il suo Homepod) consisterà nel trovare il modo di restituirci la possibilità di scegliere fra più risultati, magari limitando, almeno inizialmente, l’arrivo delle pubblicità.

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Andrea Gozzi
Webranking

FULL time NERD, from 2011 I spend 1/3 of the day doing SEO. Since 2017 I work for Webranking, the biggest italian search agency.