Terzo giro di boa per i protagonisti di ONSTAGE, l’Internship Program di Wind Tre.

Nel maggio scorso è stata lanciata la Prima Edizione di OnStage. Questo percorso, che vede protagonisti venti laureandi e neolaureati tra Roma e Milano, è stato strutturato creando una serie di tappe per accompagnare i ragazzi in un processo di scoperta del mondo aziendale e delle proprie competenze. Il 26 luglio si è conclusa la III Tappa di OnStage dedicata al Personal Branding e all’Effective Communication, trascorsa con Michéle Favorite, docente alla John Cabot University di Roma.

Wind Tre
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7 min readSep 1, 2017

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Vendersi in un minuto non è facile. Ogni secondo è prezioso. E’ una sfida che richiede, oltre ad una comunicazione incisiva e persuasiva, anche la capacità di autocritica ed introspezione. In un contesto di concorrenza spietata come quello attuale, è necessario abbandonare gli schemi che standardizzano ed “appiattiscono”. Ho spronato i ragazzi ad “osare”, individuando quali sono le loro vere competenze (competenze, non qualifiche) che permettono loro di creare valore, e metterle in luce in maniera nuova, fresca, originale. Siamo riusciti a fare tutto questo con un grande lavoro individuale e di squadra, con curiosità ed entusiasmo, mettendoci tutti alla prova. Siamo cresciuti un po’ tutti, io per prima!”

Michéle Favorite

A raccontarvi questa esperienza sarà una dei ragazzi di OnStage, Eleonora Desiderio, Stagiaire in HR.

Eleonora Desiderio, Stagiaire in Human Resources, Employer Branding

Cos’è il personal branding?
Unicità, la nostra.

Being Unique” è l’assunto da cui la Prof.ssa Michéle Favorite ci ha fatto iniziare un processo introspettivo: l’obiettivo era “scovare” e comprendere a pieno la propria unicità. Nell'era della standardizzazione, dei CV Europass, noi Stagiaire abbiamo avuto la grande opportunità di confrontarci con un’esperta di comunicazione per capire cosa realmente non bisogna “vendere” di sé stessi: l’ovvio, lo standard, il banale. Ognuno è unico a modo suo, ma bisogna isolare e analizzare introspettivamente il perché o il come una certa competenza crediamo sia nostra in un modo del tutto unico. La creazione di un proprio “marchio” con cui introdursi, è la traduzione pratica della presa di consapevolezza di ciò che si è e di ciò che si sa fare. Il personal branding, in altre parole, insegna a far trasparire i propri punti di forza, i propri valori, le proprie conoscenze e a far comprendere il beneficio che un’azienda ne potrebbe trarre.

Giorgia, Stagiaire in Finance, così parla di “presa di consapevolezza”, di una riscoperta e riconsiderazione di competencies mai troppo tenute in considerazione.

Giorgia De Santis, Stagiaire in Finance, Control Procurement
Planning & Control

Non siamo solo attestati e diplomi. Iniziare a ricoprirsi, a valorizzare quegli aspetti che prima sembravano superflui, è stato difficile. Ci siamo messi alla prova tutti e tutti insieme. Il segreto è essere consapevoli, conoscersi e conoscere l’altro così da creare un ponte comunicativo per arrivare ad un arricchimento reciproco.”

Il personal branding è “Io sono quello che vi serve, ecco il perché”. Senza arroganza ma con fierezza e convinzione.

“Osare” è stata la parola ripetuta più volte nel corso della giornata. In un mondo piatto, dove molti hanno LinkedIn, tutti hanno un CV e una foto professionale (più o meno), osare, dare spazio al proprio Io senza rilegarsi ad inutili formalismi è la chiave per, ad esempio, ottenere colloqui. Bisogna far diventare le persone curiose di conoscerci perché noi non siamo il solito neolaureato.

Il primo impatto crea l’80% dell’idea che una data persona si fa di un’altra: il fenomeno del thin-slicing è, di fatto, una scienza supportata da numerosi studi. In pochi minuti (o addirittura secondi) ci si crea un’immagine della controparte e tutto sta nel fare in modo che questo primo impatto sia il riflesso di ciò che ci distingue dagli altri.

Come gestire tutto questo?
It’s not about you, it’s about THEM”. Il “loro” cui Michéle si riferiva è l’audience. Bisogna entrare nel meccanismo secondo cui ogni nostro intento comunicativo deve essere tarato sull’audience, “cucito addosso al destinatario.”

Bisogna avere un MINDSET, una attitude che punti a tradurre ciò che siamo e i valori che abbiamo con la sfumatura “Tu vuoi me, nessun altro”.

La seconda domanda cui Michéle Favorite ci ha invitato a rispondere è stata “Come si comunica in modo chiaro ed efficace?” e ci ha guidati nei molteplici tentativi , tra cui la simulazione di un elevator pitch.
Con nostro grande stupore, ci è stato spiegato come la concentrazione media di una persona adulta non vada oltre gli 8 secondi, perciò si rende indispensabile saper essere brevi, diretti, accattivanti e abili nel creare uno storytelling.

Gian Marco, Stagiaire in Marketing, si è confrontato con me sul concetto di effective communication. L’idea di storytelling può sembrare banale e marginale ma anche i più grandi se ne sono serviti, si pensi ai celebri discorsi di Steve Jobs e J.F. Kennedy. Non si tratta di privarsi della spontaneità, si tratta di imparare a raccontarsi, a raccontarsi davvero e a farlo nel modo migliore, così da far trasparire le nostre emozioni e passioni reali, senza la necessità di doversi nascondere dietro ad una Laurea, Master e così via. Dobbiamo raccontare noi stessi.

Gian Marco Balletti, Stagiaire in Consumer &
Mobile Marketing

“Un filo rosso fatto di esempi, e una fine d’impatto sono il segreto per aumentare esponenzialmente le probabilità di successo, di ottenere gli obiettivi prefissatici. Nella mia ingenuità credevo che osare, elaborare un proprio storytelling, e non trasmettere messaggi standardizzati, non fossero fattori così dirimenti. Posso e devo raccontare ciò che realmente sono, andando oltre gli attestati. Tutto questo mi spaventa ed esalta al tempo stesso.”

La giornata organizzata per noi di OnStage è stata un challenge pensato per renderci consapevoli di noi stessi.

La mia collega Sofia, Stagiaire anche lei in HR, in un momento di pausa mi ha raccontato perché, come e cosa le è davvero rimasto. Leggete con attenzione:

Sofia Scarpitti, Stagiaire in Human Resources, Development

“E’ difficile per tutti rispondere alla domanda: “Qual è il valore aggiunto che io, neolaureata di 24 anni, posso apportare ad un’azienda?”
Il progetto OnStage vuole fare proprio questo: farci crescere, sviluppare, arricchire e valorizzare. Per alcuni di noi credo sia stato disorientante all'inizio. Ci siamo trovati difronte noi stessi, ci siamo guardati e ci siamo chiesti: “Come siamo fatti? Queste qualità possono essere utili a qualcuno, oltre che a me?
In cosa sono il migliore?
Questo è ciò che mi è rimasto più impresso. Perché è ciò che è stato più difficile.”

Chiara, Stagiaire nella divisione Marketing, mi parla di coraggio. Colpisce come ci sia stato richiesto di buttarci, di non rilegarci nella prigione dei formalismi. Se vogliamo far trasparire le passioni, ciò che realmente siamo, dobbiamo osare senza paura di sbagliare.

Chiara Picarone, Stagiaire in Consumer
Brand Communication

“Ho capito che se vogliamo essere qualcuno e se sogniamo di diventare grandi, allora non dobbiamo avere paura di osare e, perché no, di fallire. Dobbiamo avere il coraggio di abbattere il muro dell’ordinario e di trovare il modo per far capire agli altri che abbiamo qualcosa di unico e che possiamo essere straordinari.”

Insomma, in una singola giornata abbiamo imparato tanto, abbiamo iniziato a vedere determinati aspetti di noi stessi in una luce diversa. Ci siamo spinti oltre vincendo la sfida di “metterci a nudo” davanti ad altre persone.

Antonino Spada, Stagiaire in Consumer
Mobile Marketing
Device

“Parlare di me, della mia vita e del mio percorso di studi davanti ad un pubblico mi ha aiutato a combattere la timidezza che mi caratterizza in queste tipologie di situazioni,” mi ha spiegato Antonino, Stagiaire nel Marketing. “La parte relativa al personal branding mi ha aiutato a scavare meglio dentro di me, a capire quali sono i miei interessi e soprattutto le mie attitudini e come comprovarle. Sono dell’idea che giornate come queste dovrebbero essere un must nel percorso universitario, in quanto aiutano ad individuare la propria strada, ed anche durante il percorso lavorativo perché cambiamo day by day, siamo in continua evoluzione e ne dobbiamo essere consapevoli!”

Abbiamo abbracciato le difficoltà e abbiamo fatto nostri i tool per muoverci in una nuova direzione.

Tutto ciò è personal branding:

Expressing how you are unique and why you are unforgettable.

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