STAMPANTE 3D a FOTOPOLIMERO

Serena Marzari
Witlab Space
Published in
3 min readJul 25, 2015

--

La Formlabs Form 1+ non è una delle normali stampanti 3D che si possono comunemente vedere ad estrusione diretta di filamento (FDM), ma sfrutta una tecnologia del tutto diversa. La Form1+ è una stampante stereolitografica (SLA), che stampa solidificando un fotopolimero mediante un piccolo laser.

Il metodo di costruzione è totalmente inverso rispetto le stampanti a filamento, infatti il piano di costruzione è capovolto e s’immerge nella resina sottostante aderendo ad un piano di vetro e silicone dove una sorgente di luce solidifica uno strato alla volta con una precisione da record. Al passaggio del laser la resina si solidifica creando uno strato solido pieno che andrà a costruire strato a strato il tuo progetto. Una volta creato il primo strato il piano si alza distaccando la lavorazione e si allontana della risoluzione scelta (25–50–100–200 micron) ed il laser crea un altro strato e così via.

La costruzione di un oggetto, in modo simile alle stampanti a filamento, avviene mediante alla realizzazione di un piano, raft, con dei tipici supporti ramificati che permettono la realizzazione di geometrie molto complesse. Per avere la massima resa nella stampa i pezzi devono essere sempre leggermente inclinati - dai 10 ai 30 gradi -questa inclinazione infatti permette di avere dei piani estremamente dettagliati e non curvi. Caratteristica importante per la costruzione di prototipi funzionali ad alta precisione.

La Form1+ ha una risoluzione verticale (Z) dai 25 ai 200 micron, dalle tre alle 5 volte migliore delle stampanti più performanti attualmente in commercio sfruttanti altre tecnologie.

Il volume di stampa è di 125 x 125 x 165 mm e può ospitare più pezzi in un’unica essa in stampa, il “nesting” infatti permette di ridurre notevolmente il tempo di stampa medio per pezzo in quanto molto spesso la stampa di due elementi simili influisce solo di pochi minuti sul totale di stampa.

La carattestica di questa tecnologia è la possibilità di realizzare progetti di microfluidica, potendo creare cavità e persorsi all’interno dei pezzi estremamente precidi e dettagliati oppure di realizzare componenti aventi una texture superficiale come la torre qui a fianco. Se guardate bene le pietre della torre hanno un disegno superficiale per dare l’aspetto della pietra naturale.

Questa particolarità diventa importantissima nei progetti di architettura per esempio dove un modello può essere veramente realistico non avendo le classiche linee di costruzione.

La stampante è protetta da una copertura dal tipico colore arancione in grado di filtrare gli UV della luce del sole e delle lampade da internoche potrebbero interferire con il processo di stampa o danneggiare la resina mentre non utilizzata creando pellicole o piccole formazioni, oppure variando il colore. Questo piccolo accorgimento permette di avere una resina sempre perfetta.

L’oggetto stampato emerge dalla tanica di resina ricoperto da un sottile velo di fotopolimero, una volta distaccato dal piano e pulito dai residui è necessario metterlo in un bagno di IPA (alcool isopropilico) puro per alcuni minuti agitandoal fine di eliminare ogni residuo di resina. Per una migliore riuscita del pezzo poi consigliamo di lasciarlo in immersione per altri 5–7 minuti per renderlo non più appiccicoso al tatto.

Nel caso di pezzi complessi suggeriamo un passaggio nel bagno ad ultrasuoni e poi pulirlo con le apposite pezze imbevute di IPA per avere una finitura perfetta.

Le resine possono essere poi verniciate, lucidate o lasciate al naturale applicando una piccola quantità di olio minerale al fine di mantenere idratata la superficie del pezzo.

Sono disponibili in stock le resine color nero, bianco e trasparente, mentre su ordinazione sono disponibili le resine flex, castable e tough per applicazioni speciali.

Senza ombra di dubbio è la nostra stampante più utilizzata, vieni a provarla al Witlab!

--

--