I numeri dietro la crisi dei rifugiati Rohingya — e le azioni per sostenerli

WFP Italia
Storie dal World Food Programme (WFP)
4 min readAug 23, 2018

E’ passato un anno esatto da quando centinaia di migliaia di musulmani Rohingya si riversarono in Bangladesh per sfuggire ai massacri dei militari nel Myanmar. I Rohingya vivevano da molto tempo nello stato del Rakhine, nel Myanmar, senza aver mai potuto acquisirne la cittadinanza. Molti rifugiati raccontano di gravi violenze dei militari e degli alleati civili. Il loro esodo ha dato inizio ad una delle più gravi crisi umanitarie.

La crisi dei rifugati Rohingya è una delle più gravi emergenze umanitarie. Foto: WFP/Saikat Mojumder

706.000 Rohingya sono fuggiti dal Myanmar da quando l’esercito, in risposta ad attacchi da parte di separatisti Rohingya, ha colpito la comunità che in gran parte è ‘senza stato’. Tra le atrocità, si riportano omicidi, stupri e l’incendio di centinaia di villaggi.

918.000 Rohingya ora vivono a Cox’s Bazar, dove alcuni membri della comunità si erano rifugiati negli anni passati in fuga dalle persecuzioni. Il campo rifugiati di Kutupalong è il più grande al mondo. Già assai fragile, l’ecosistema costiero ha subito ora un forte deterioramento a causa della deforestazione.

L’80 per cento di quanti hanno trovato rifugio in Bangladesh sono donne e bambini. I tassi di nascita sono molto alti tra i Rohingya; è comune far sposare le ragazze molto giovani, che in qualche modo è considerato una maniera di proteggerle da ripetuti attacchi a sfondo sessuale. In questo modo, avranno anche più possibilità di non soffrire la fame.

I rifugiati ricevono cibo e voucher che danno loro la possibiltà di scegliere cosa mangiare. Foto: WFP/Saikat Mojumder

L’80 per cento dei rifugiati Rohingya dipende dall’assistenza umanitaria. Tuttavia, nel complesso, sono 1,3 milioni le persone che hanno bisogno di qualche forma di aiuto. La presenza dei rifugiati, ora più numerosi dei residenti, ha messo a dura prova le risorse già limitate. In una regione famosa per le immense spiagge e i boschi popolati da elefanti, il turismo è ormai solo un ricordo del passato.

866.000 rifugiati ricevono cibo e voucher elettronici dal World Food Programme. I voucher elettronici stimolano i mercati locali e offrono una maggiore scelta alimentare ai rifugiati. Al costo di 800.000 dollari al giorno, il WFP ha bisogno di 110 milioni di dollari per poter fornire cibo a tutti fino a gennaio 2019.

1.068 centri per l’apprendimento ospitano oltre 100.000 bambini nei campi. Gli studenti ricevono pasti caldi e biscotti nutrienti. Nelle emergenze umanitarie — come anche nei paesi più poveri — i pasti a scuola servono a mantenere i bambini in classe aiutando, in questo modo, anche economicamente le famiglie.

Cox’s Bazar. Quasi un milione di Rohingya vivono in questo immenso campo. Foto: WFP/Saikat Mojumder

100.000 rifugiati potrebbero essere spostati nella vicina isola di Bhashan Char che il governo del Bangladesh ha identificato per alleggerire la pressione su Cox’s Bazar. Le organizzazioni umanitarie non sono contrarie all’idea, in linea di principio, ma sottolineano che ogni spostamento dovrebbe essere su base volontaria.

212.000 famiglie — quasi tutta la popolazione rifugiata — hanno ricevuto dei kit speciali di protezione contro le intemperie per fare fronte alle forti piogge monsoniche. Sono cominciate, inoltre, le costruzioni di rifugi per il medio-termine, resistenti a venti più forti.

Bambini rifugiati Rohingya giocano sul tetto di un rifugio appena costruito nell’area di Kutupalong a Cox’s Bazar. Foto: WFP/Saikat Mojumder

L’88 per cento delle risaie, in parti dello stato di Rakhine, in Myanmar, sono abbandonate. Il coprifuoco di notte è ancora in vigore. I villaggi di Northern Maungdaw e Buthidaung, dove si sono verificati molti atti di violenza e l’agricoltura è stata quasi distrutta, fino all’anno scorso erano abitati in gran parte dai Rohingya.

9.500 Rohingya sono arrivati in Bangladesh dall’inizio dell’anno. Si tratta di una forte riduzione rispetto alle cifre del 2017 di centinaia di migliaia di persone. Ad oggi, tuttavia, la gran parte dei Rohingya hanno lasciato il Myanmar, quindi la cifra potrebbe rappresentare la fine di quello che è stato un enorme spostamento di popolazione causato dal conflitto. Il Myanmar si è detto d’accordo a riprendere i Rohingya, ma con molta lentezza, mentre ci sono dubbi sulla volontà di tornare di molti.

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