Sfidando la sorte in Yemen

WFP Italia
Storie dal World Food Programme (WFP)
3 min readJul 26, 2017

“Non ci è rimasto molto cibo, ma almeno sappiamo che presto avremo l’aiuto che ci serve”.

Walid Abdel Malek è giovane, gentile ed educato. Nonostante alcuni anni molto duri, ha affrontato le difficoltà con grande dignità facendosi forza per amore di sua moglie e delle sue tre figlie. Anche se non può permettersi di pagare l’affitto o di comprare molto cibo per la sua famiglia, le sue figlie lo guardano con ammirazione.

“Capiscono la situazione e raramente chiedono qualcosa”, racconta. “Se una di loro volesse qualcosa e io rispondessi di non avere soldi, lo accetterebbero senza insistere”.

Sondos, 10 anni, la figlia maggiore, guarda sua padre Walid con ammirazione.

Laureato in giurisprudenza, Walid è stato sfrattato, con la sua famiglia, due volte. Non poteva pagare l’affitto. Adesso vivono in un’umile casa nel quartiere Bani al-Harith, a nord di Sana’a. Il proprietario ha permesso loro di vivere lì senza dover pagare un affitto.

Una foto della laurea di Walid (a destra), appoggiata sullo scaffale in un vecchio armadio prestatogli dai suoi vicini.

Originario di Taiz, nello Yemen centrale, Walid lavorava a Sana’a prima dello scoppio della guerra avvenuto più di due anni fa. Temendo per l’incolumità della sua famiglia, per via del conflitto particolarmente intenso in quella zona, ha deciso di portare tutti a Sana’a.

Vivere con il minimo indispensabile

Da dieci mesi, Walid, un dipendente del governo, non viene pagato. E’ da settembre 2016 che milioni gli impiegati pubblici non ricevono lo stipendio. La sua famiglia, così come i milioni di Yemeniti che dipendono da queste entrate, non ha più una vera e propria fonte di reddito.

“Non le sveglio mai. Se lo facessi, mi direbbero di voler mangiare qualcosa per cena. “

Attualmente la sua famiglia vive grazie a un piccolo reddito che Walid si procura grazie al suo lavoro di tassista. Ogni mese, sono grandi le difficoltà che Walid incontra per riuscire a pagare l’affitto dell’auto che usa per il suo lavoro.

“Abbiamo vissuto mesi molto duri, non avevamo nulla in casa — nessun mobile, niente cibo, niente soldi”, dice Walid.

“A volte, quando faccio tardi a lavoro e, tornando a casa, trovo le mie figlie che dormono, mi dico “ lasciale dormire fino a domani “. Non le sveglio mai. Se le svegliassi mi direbbero di voler mangiare qualcosa per cena”, spiega Walid. “Al mattino, i vicini di solito ci portano del pane o altro cibo”.

La moglie di Walid prepara il pranzo. Suo marito è riuscito a comprarle una stufa a gas, dopo mesi che utilizzavano scatole di cartone per accendere un fuoco per cucinare.

La famiglia dipende quasi completamente dal cibo che riceve dal World Food Programme. Da quando sono sfollati, ricevono razioni di farina di grano, legumi e olio, con le quali riescono ad arrivare quasi a fine mese.

“Siamo arrivati quasi alla fine del mese e non ci è rimasto molto cibo, ma almeno sappiamo che avremo l’aiuto che ci serve”, dice Walid, mentre la moglie prepara il pranzo. Esauriti i soldi e le razioni di cibo ricevuto, la famiglia dipende dalla generosità dei vicini.

Donare senza limite

Quando la famiglia di Walid si prepara per il pranzo, è lieta di invitare anche i loro ospiti a condividere il piccolo e umile pasto appena sufficiente per la loro famiglia di cinque persone.

“Abbiamo molto poco, ma è abbastanza per andare avanti”, dice Walid.

Walid e le sue due figlie più grandi mentre mangiano un semplice pasto composto di pane, riso e un piatto vegetale tradizionale dello Yemen, Salta.

In Yemen, 17 milioni di persone non sanno quando potranno mangiare di nuovo il loro prossimo pasto. L’assistenza alimentare che il WFP fornisce a sette milioni di persone ogni mese è indispensabile.

Foto: WFP/Marco Frattini

La storia in originale è di Reem Nada, per World Food Programme.

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