Creative Coaching

Gregorio Di Leo
Wyde PlayGround
Published in
4 min readAug 25, 2017

Ogni individuo è un essere in continua trasformazione proteso verso una direzione nella quale si concepisce e misura il trascorrere degli eventi: Passato, Presente e Futuro. Queste tre dimensioni sembrano assolutamente collegate tra di loro fino a quei momenti in cui la narrativa non si interrompe con eventi inaspettati. Sono spesso infatti accadimenti eccezionali che frantumano l’immagine del nostro mondo ad offrire nuovi punti di vista e aprire scenari futuri.

Scenari mai pensati prima che cambiano la nostra immagine del mondo.

La maggior parte degli individui sviluppa una nuova prospettiva o cambia paradigma a seguito di traumi o esperienze negative, eventi, in sostanza, sui quali sente di possedere poco controllo. E non sono poche le persone, comunità, gruppi o organizzazioni che limitano il proprio cambiamento a quelle situazioni di trauma (eventi inaspettati) o accumulo (raccolta continua di esperienze negative).

Il cambiamento è visto come una situazione imposta dall’esterno, uno stimolo al quale reagire. Il cambio di paradigma è una forma di adattamento all’ambiente. In questa visione siamo soggetti passivi che cercano continuamente una nuova forma di adattamento a ciò che ci circonda. Se nulla cambiasse, noi non saremmo chiamati ad adattarci. L’obiettivo diventa quello di ridurre al minimo la possibilità di eventi fuori dal nostro controllo ricercando un personale equilibrio con l’ambiente. Uno spazio di sicurezza all’interno del quale agire.

D’altra parte ogni individuo non è forse in cerca della propria dimensione?

Un luogo nel mondo in cui potere dare voce alla propria natura all’interno dei confini imposti dalla vita. Uno spazio personale che possa garantire la migliore soddisfazione dei bisogni profondi, dotato della speranza di desideri raggiungibili, libero da traumi o esperienze negative.

Non bisogna però dimenticare che è sempre presente dentro di noi una spinta evolutiva. In ogni individuo sono presenti le potenzialità che hanno fatto attraversare ai nostri predecessori i grandi mari, conquistare montagne, attraversare i deserti, combattere battaglie, scoprire le forze che governano l’universo e cominciare a governarle.

E’ questa capacità di continuo rinnovamento — della quale ognuno di noi è dotato — che ci permette di rialzarci dopo i traumi o rispondere alle frustrazioni. Oppure collegare presente, passato e futuro in maniera creativa.

La prima visione del cambiamento vede l’uomo come un soggetto passivo e reattivo, mentre la seconda come un soggetto creativo.

Nella prima visione — come nel gioco dell’oca — dopo una trasformazione ci ritroviamo al punto di partenza ad accettare la realtà così com’è all’interno di confini prestabiliti che comprimono l’azione. Nella seconda invece, abbracciamo una dimensione creativa dell’uomo che trascende i limiti fisici e i confini materiali.

Il processo di rinnovamento che — nella mia esperienza di coach — permette all’individuo di creare e costantemente ricreare la propria dimensione partendo da sé è un processo di continuo allargamento dei propri confini. Un processo di apertura e inclusione di nuovo spazio e tempo in cui i limiti non sono prestabiliti ma vengono definiti e creati consapevolmente con quello che si ha a disposizione.

I confini personali, culturali, sociali e ambientali nell’opera di continuo rinnovamento vengono trascesi attraverso l’esplorazione dei presupposti e dei condizionamenti che influenzano l’azione quotidiana. L’uomo è creatore della propria realtà nel momento in cui diventa consapevole degli assunti che definiscono il suo agire e la propria visione del mondo.

E’ attraverso questa opera di auto-riflessione che comincia la disconnessione dal passato e la trasformazione dell’uomo in un essere creativo. Non c’è più bisogno di trauma o frustrazione.

In questa prospettiva ognuno è invitato ad allargare il proprio mondo non perché costretto dai condizionamenti esterni ma costruendo volta per volta i presupposti e l’immagine del mondo in cui vive. Immagini e presupposti che sono sempre vissuti da noi, e sui quali anche davanti alle più incredibili difficoltà abbiamo il potere di agire.

Il lavoro creativo che ogni uomo svolge su se stesso è come ogni vero lavoro d’arte un lavoro sull’origine. Un’origine che parte dal proprio passato personale per essere poi integrato con le origini diverse dentro le quali ognuno di noi è immerso.

Quando le considerazioni sull’origine non passano più dai genitori ma vanno alle intere famiglie, e poi alla società, alla geografia, alla storia, al sistema economico di riferimento, finalmente la dimensione del potere individuale si apre a considerazioni che svelano nuovi scenari e innescano il potere creativo. Martin Heidegger scriveva che “la nostra origine non è alle nostre spalle ma ci sta di fronte, davanti a noi”.

Aiutare ad accedere agli strumenti personali attraverso il quale questo processo di continuo rinnovamento può essere fatto è un percorso personale molto potente che sta alla base di ogni processo di coaching creativo. È un lavoro di continuo allargamento del proprio mondo che rende possibile l’accesso ad un immenso potenziale. Il senso del mistero da cui ci siamo liberati mappando ogni luogo del nostro pianeta viene riconquistato e apre nuovamente ad una dimensione generativa in cui siamo continuamente alla scoperta di ciò che potrebbe essere.

Non è in verticale che si cresce ma in orizzontale, in un modo che noi chiamiamo “wyde”: più apertura, maggiore intensità, più vicinanza a se stessi e al mondo circostante, più capacità di creare, di collaborare .

Conquistiamo una dimensione di rinnovamento che ci pone in una prospettiva più ampia e permette a noi stessi di essere degli autori creativi in grado di integrare e generare nuovo mondo. Non cerchiamo più un adattamento parziale con l’ambiente ma viviamo secondo le leggi del divenire della vita stessa che libera la nostra creatività e amplifica le nostre innate potenzialità dimenticate.

Un approccio al coaching basato sulla innata capacità umana di creare è utile quando le comunità, i gruppi, le organizzazioni decidono che è il momento di avviare processi di innovazione e trasformazione. E’ il momento in cui è più importante mettere le persone nelle condizioni di rivedere i propri assunti fondamentali e avere il coraggio di sfidare gli assiomi che hanno guidato fino ad oggi le scelte fatte.

Ed è proprio quando si comincia a mettere in discussione molto — se non tutto — che vi prometto comincia il vero divertimento.

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Gregorio Di Leo
Wyde PlayGround

Empowering people all around the world. Wyde Founder.