Piccola guida a come puoi cambiare tutto…
La cosa più difficile di tutte, credo sia guardarsi da fuori.
Ognuno di noi in fin dei conti abita il proprio mondo e le proprie certezze. Vediamo quello che ci circonda sempre attraverso gli occhi delle nostre esperienze, di quello che abbiamo imparato, di ciò che è stato utile e ci ha fatto stare bene (o male)…
Poi ci chiediamo come mai alla fine andiamo a letto sempre con le stesse stronze (o gli stessi stronzi) o perché il capo ci continua a trattare sempre alla stessa maniera.
Ognuno di noi possiede una propria mappa del mondo e del suo funzionamento. Gli uomini delle donne, le donne degli uomini, i figli dei genitori e i genitori dei propri figli. Il cittadino dei politici, i politici dei cittadini, il commerciante dei propri clienti, e i clienti del commerciante. L’imprenditore delle sue persone e le persone dell’imprenditore. Il capo del collaboratore e il collaboratore del capo.
La nostra esperienza del mondo presente è fondata sugli eventi passati.
Perdiamo fiducia nel presente perché non viviamo qui, ma perché abitiamo un’altro tempo. Un tempo che è già stato.
Questo ciclo generalmente si rompe in tre casi: davanti ad un trauma inaspettato, per una grande frustrazione o grazie ad un sorprendente atto di coraggio.
In tutti e tre i casi fratturiamo la nostra immagine di mondo e, più o meno consapevolmente, ne ricomponiamo un’altra.
Proviamo a vederci più chiaro.
Il trauma è un evento inaspettato che cambia la forma di tutto e ci costringe a reagire. È una liberazione di energia imprevedibile rispetto alla quale non possiamo fare altro che rimboccarci le maniche o soccombere. I lutti, i tradimenti, i fallimenti inaspettati rientrano in questa categoria.
C’è poi una sotto categoria del trauma, quella del trauma auto-indotto, in cui facciamo in modo di creare una situazione irreversibile perché non abbiamo la forza di affrontare un certo tipo di problemi.
È la classica storia di quelli che si fanno beccare il messaggio dell’amante sul cellulare o delle malattie che ci costringono a rallentare i ritmi.
La seconda maniera è invece l’accumulo.
Nell’accumulo rientrano tutte quelle situazioni in cui ritardiamo la nostra reazione ad un problema. È il caso in cui, per sfinimento, ci rendiamo conto che la nostra immagine del mondo non funziona.
Non funziona più stare zitti davanti a qualcuno di prepotente o maleducato, non funziona più provare a farci andare bene un lavoro che bene non va.
La frustrazione crea un disagio per accumulo appunto, che spinge a trovare una soluzione alternativa che rompa con il passato.
Se ci pensiamo bene, tutti conosciamo i cambiamenti per accumulo o per trauma.
Il problema con queste due modalità è che sono estremamente costose e rischiose.
Assunto che il trauma, in quanto tale, è imprevedibile; l’auto trauma e l’accumulo sono due forme di cambiamento reattive che consumano moltissime energie. Sono molto efficaci ma a che prezzo?
Chi è abituato a sviare i problemi si muove solo quando costretto.
In questi casi molto spesso siamo a corto di risorse fisiche, emotive, ed economiche.
La terza maniera in cui possiamo rinnovarci è agendo in maniera coraggiosa.
Questo tipo di cambiamento trae la sua energia dal sogno e dal desiderio. Da un mondo apparentemente impossibile, da un’utopia che vale la pena provare ad inseguire.
Trauma e frustrazione ci fanno accedere a quel mondo impossibile attraverso il dolore. In sostanza ci troviamo a fare qualcosa di diverso perché costretti.
Il coraggio parte invece da un altro presupposto: riempire la propria mente di utopie, sogni e desideri, e prenderli molto sul serio.
Il sogno aiuta a rompere con il passato integrando il vecchio con il nuovo.
Il sogno crea una distanza tra ciò che è oggi e ciò che può essere domani. Colmare questa distanza richiede un atto creativo su noi stessi e sulla nostra visione di mondo. Significa creare da sé un nuovo paradigma.
Il primo passo in questo senso è quello di cominciare ad immaginare la propria versione 3.0 in azione, evocare il nostro io futuro che metterà in atto certe azioni e darà nuova forma al proprio mondo.
È chiaro, nella vita sono rari i momenti in cui si ragiona solo trauma, accumulo o coraggio.
La maggior parte delle volte, un trauma o una frustrazione possono essere l’occasione per inseguire un proprio sogno.
Il problema rimane però sempre lo stesso .
Vale davvero la pena di aspettare, o siamo in grado di rinnovare il nostro mondo senza attendere che le cose non funzionino più? Troppe persone costringono sé stesse a pene e sofferenze inaudite perché non trovano il coraggio per agire in maniera diversa.
Si portano dietro rancori passati, fallimenti e frustrazioni, stanchezza e insoddisfazione.
Il trucco per liberarsi e andare oltre il proprio passato è quello di cominciare a prendere seriamente i propri sogni.
Lavorare con grande dedizione nello sviluppare la versione migliore di noi stessi.
La versione di noi che saprà essere più paziente, attenta, coraggiosa, libera e indipendente.
La versione che avrà deciso di smettere di rimandare.
Guardiamoci da fuori: siamo persone che aspettano il trauma, accumulano, o siamo artefici coraggiosi della nostra vita?