Palermo… Zona Espansione Nord

Pippo Bruno
ZEN PALERMO
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2 min readMay 10, 2020

Il linguaggio non è mai neutro, fa conoscere il nostro modo di pensare, il nostro essere in continua evoluzione.
In architettura il linguaggio diventa tecnico, ma disegnare, manifestare una qualsiasi idea o forma del pensiero, nel momento in cui s’intraprende un progetto non è mai neutro. Lo Zen a Palermo, con la sua configurazione sociospaziale, il concetto di “isolato” inteso come svincolato dal contesto, è la rappresentazione “simbolica” della storia urbanistica della città e della sua perenne cultura dominante.
I recinti hanno sempre separato l’una dall’altra, le società dei “benestanti” e dei “poveri”.

Ancora oggi con i linguaggi della “rigenerazione urbana”, gli interventi “istituzionali” prevedono per il quartiere, le forme segreganti “dell’enclave insulare”, che lasciano al suo interno, nel degrado complessivo, tutti gli spazi abitativi e le aree mai attenzionate e da sempre abbandonate.
Solo per la presenza dell’associazionismo si sono potuti realizzare minimi interventi di rigenerazione degli spazi comunitari, ma la “mano pubblica”non riesce ad “archiviare” la cultura urbanistica del passato.
Alla ricerca di una città vivibile, avremo modo di raccontare cosa si fa in concreto per ricomporne il suo tessuto urbano, sociale e umano.

Ferdinando Fava, che ha vissuto per molti anni in questa realtà, non poteva fare a meno che scriverne in profondità(1).

(1)Ferdinando Fava. Lo Zen di Palermo-Antropologia dell’esclusione. Franco Angeli

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Pippo Bruno
ZEN PALERMO

Quello che tu credevi ​​un piccolo punto sulla terra fu tutto