La Provincia, 18 marzo 2017

Da Harvard a Como per studiare #ComoSC2

18 marzo 2017

Lorenzo Spallino
2012/2017
Published in
6 min readMar 18, 2017

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La Provincia di oggi ha dedicato la prima e la seconda pagina della sezione di Como alla visita di una delegazione dell’Università di Harvard, Institute for Applied Computational Science, guidata dal professor Protopapas, per studiare i dati di #ComoSC2 (Como Smarter City for Smarter Citizens), il progetto di Digital Trasformation promosso in collaborazione con il gruppo di Data Science del Dipartimento di Elettronica, Informazione e Bioingegneria (Deib) del Politecnico di Milano.

Gli articoli, a firma di Elena Roda e Sergio Baccilieri, danno conto del lavoro che in questi giorni i professori del Politecnico Marco Brambilla e Emanuele Della Valle hanno svolto con i ragazzi di Harvard e del Politecnico impegnati nell’analisi dei dati raccolti da #ComoSC2 e nella loro implementazione attraverso Tripadvisor, che si aggiunge ai nostri Twitter e Instagram,

Come ha colto Pavlos Protopapas, professore di Data Science all’Università di Harvard, ⁠⁠⁠è un progetto che ha “contato” le persone ma che allo stesso tempo mette al centro le persone perchè l’amministrazione può utilizzare questi dati rispetto alle proprie decisioni.

Se penso a quando abbiamo iniziato, nel 2012, proponendo ai commercianti il posizionamento di hotspot wifi che utilizzassero il 20% della banda del loro POS per creare un ambiente diffuso, ricordo la delusione per il fallimento dell’iniziativa: forse avevamo sbagliato periodo, ci dissero, perchè eravamo sotto Natale e i negozianti erano alle prese con i costi da sostenere con le luminarie.

Con l’ing. Giovanni Fazio, responsabile del settore Innovazione del Comune, non ci demmo per vinti. Decidemmo di implementare l’accesso alla rete wifi, che portammo da poche ore al giorno a sette giorni su sette, 365 giorni all’anno. Poche città allora lo consentivano.

Realizzammo poi delle scratch card da distribuire agli albergatori per consentire ai loro clienti stranieri di usufruire della rete senza problemi, ma sopratutto puntammo sul potenziamento della rete fisica.

Da una rete che viaggiava su ADSL passammo alla fibra, per fornire una stabilità e una velocità sino ad allora impensabili, e scegliemmo di dotare la città di hotspot posizionati non dove il wifi era già presente, ma dove non lo era, in modo da favorire lo stazionamento delle persone, non lo spostamento, e rendere più piacevole il rimanere in posti come Villa Olmo piuttosto che i giardini a lago o i giardinetti di via Vittorio Emauele, molto apprezzati dalle mamme e dai papà con bambini piccoli.

Grazie al distretto urbano del Commercio, guidato da Lorenzo Donegana, la rete venne finanziata in parte dalla Regione ed il nostro wifi si federò con quello di altre città lombarde in modo che l’utente non dovesse autenticarsi ogni volta.

Poi venne Fluxedo. Quando aprimmo l’Info Point al Broletto, decidemmo di posizionare un monitor che visualizzasse in tempo reale il sentimento della città, attraverso l’analisi di quello che la gente postava con i social. L’idea era venuta da quello che il Museo della Scienza di Londra ha al mezzanino: quello che scrivete sui pc disponibili viene trasformato in led luminosi e ^sparato^ attraverso tubi sulla parete di sinistra o nella parte libera tra i piani.

Ci venne in aiuto Emanuele Della Valle che ci propose di utilizzare i dati della rete wifi uniti a quelli di Twitter e Instagram, visualizzandoli attraverso un pannello di controllo. Lo implementammo e il risultato è quello che vedete nel monitor di sinistra all’Info Point o direttamente nella dashboard online all’indirizzo http://www.fluxedo.com/como247/, aggiornata in tempo reale.

Al Broletto inserimmo anche il primo esperimento di navigazione tramite gesture (Kinect) di una PA in Italia, sempre con una startup del Politecnico.

Lo trovate nella vetrata sulla passerella di collegamento con piazza del Duomo.

Ormai l’ambiente era creato. Il passo successivo fu #ComoSC2, un progetto ambizioso e davvero unico in Italia, che smonta il mito della pubblica amministrazione lenta e obsoleta.

Montammo i sensori IOT in piazza del Duomo (i così detti contapersone), incrociammo il calendario degli eventi con i nostri dati e in collaborazione con il gruppo di Data Science del Dipartimento di Elettronica, Informazione e Bioingegneria (Deib) del Politecnico di Milano, lanciammo #ComoSc2, un progetto che raccoglie e analizza i dati digitali generati da più fonti: social (Twitter, Instagram), rete pubblica dati (wi-fi pubblico), telefonia mobile (TIM) e apparati Iot (telecamere stereoscopiche posizionate in piazza Duomo).

Insieme al Comune e al Politecnico scesero in campo la Fondazione Politecnico, Fluxedo — una start up del Politecnico incubata in ComoNext — il Tim Joint Open Lab di Trento, il laboratorio i3 della Fondazione Bruno Kessler e il Teatro Sociale di Como: finanziammo il tutto grazie a Steriline e a un progetto europeo EIT Digital (la divisione Digital dell’European Institute of Innovation and Technology).

E siamo arrivati ad oggi. Il periodo di sperimentazione, avviato a metà del 2016, si è chiuso con la Città dei Balocchi, che ha finanziato l’estensione degli IOT in piazza del Duomo. In una delle scorse giunte ho portato un’informativa che riferisce come gli strumenti oggetto della sperimentazione abbiano permesso di verificare la possibilità di segmentare efficacemente e dettagliatamente l’utenza della città rendendo quindi auspicabile l’estensione del progetto:

  • all’intera città murata per la misurazione dei flussi pedonali;
  • a tutti i principali operatori telefonici al fine di avere, attraverso le loro celle, una misurazione puntuale e non predittiva al livello del singolo utente;
  • su un orizzonte temporale di almeno 12 mesi.

Ce la faremo? Non lo so. Dipende da molti fattori, quelli economici per primi. Però il sasso è lanciato e tra molti errori e cambi di direzione possiamo dire di avere creato, come dicono gli esperti di big data, un ambiente. Il turismo è una voce, quella più alta, ma pur sempre una voce. Sotto c’è la città. Ora sta a noi interrogare i dati correttamente. O meglio: fornire alla politica e alla dirigenza gli strumenti per farlo. Como, con i suoi 85.000 abitanti, è perfetta per un esperimento di questo genere, improponibile a Milano, come annota oggi il professor Salice del Politecnico su La Provincia.

Como città pilota in Italia e nel mondo nel campo dei big data e della loro analisi? Partirà da qui la rinascita del Politecnico a Como? Chi lo sa. Possibile. Bisogna volerlo. Perché nulla è scontato. Nemmeno il desiderio di conoscenza.

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