La costa a Vrobska (Saliceto)

Le spiagge di Hvar

22 agosto 2019

Lorenzo Spallino
2017/2022
Published in
9 min readAug 22, 2019

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Hvar (Lèsina in italiano) è un’isola croata nel Mar Adriatico, a sud di Split (Spalato in italiano).

Perchè si va a Hvar? Per il mare, che ha davvero pochi concorrenti.

Cercando “Hvar” sul web c’è di tutto ma nulla di approfondito: solo le guide cartacee sulla Croazia (come Mondadori) o sulla costa e le isole croate (come Dumont) vi saranno di aiuto ma ovviamente a livello generale.

Le righe che seguono vogliono essere una proposta (tra le moltissime) sulla base dell’esperienza personale, saltando ogni premessa descrittiva e indicando alcune possibilità per una settimana a Hvar dotati di automezzo, proprio o noleggiato.

Qualche informazione generale

Perché in auto (o in moto)? Perché i mezzi pubblici sull'isola scarseggiano, perché per arrivare in quasi tutti i posti avete bisogno di un mezzo, perché la barca è bella ma l’isola, lunga e stretta, ha una lunghezza di costa di 269,2 km e con un barchino di quelli che non necessitano di patente nautica non si va molto lontano.

Come arrivate a Hvar con il proprio mezzo? Ci sono tre possibilità: da Ancona a Hvar (Lesina), da Split (Spalato) a Stari Grad (Cittàvecchia) o, più a sud, da Drvenik a Sućuraj (San Giorgio). Da Ancona sono 14 ore e si fanno di notte, da Hvar sono 2 ore e da Drvenik poco più di mezz’ora. Le linee dalla costa croata sono gestite da Jadrolinija. Tenete presente che per essere sicuri è meglio essere all’imbarco non meno di un’ora prima.

C’è un sito dedicato a Hvar? Sì, lo trovate all’indirizzo https://www.hvarinfo.com/it/ nella sua versione italiana: è abbastanza completo.

Le spiagge a Hvar sono sabbiose? No. Non esistono spiagge sabbiose come le intendiamo noi. Per essere chiari: se siete stati a Mondello in Sicilia piuttosto che a Porto Pollo in Sardegna, beh non troverete nulla di simile. Le formazioni sono troppo recenti per essere state erose fino a formare i granelli di sabbia. Il massimo che potrete trovare sono spiagge di ciottoli: in qualche raro caso (ad esempio a Sućuraj) la sabbia la troverete solo una volta entrati in acqua. Insomma, ci sarà un motivo se gli espositori fuori dai negozi offrono sempre una grande varietà di scarpette da bagno. Se non ve le siete portate, è il primo acquisto.

Ok. Detto questo: vale la pena andare a Hvar? Se amate il mare, assolutamente sì. Poco o nessun affollamento, mare limpidissimo, condizioni meteo stabili, giornate ventilate, notti fresche, centinaia di possibilità per fare il bagno.

Per comodità, tutti i percorsi stradali sono calcolati da Stari Grad, che è dove attracca il traghetto da Split.

1° giorno: Dubovica.

La spiaggia di Dubovica

Dopo aver visitato la città di Hvar (Lesina), nel pomeriggio c’è tutto il tempo di fare un salto alla piccola spiaggia di sassi di Dubovica, posta a 8 km da Hvar poco prima del tunnel che porta a Stari Grad.

Ci si arriva in auto? No. Ci sono degli spiazzi lungo la strada litoranea e da questi scende un sentiero ripido ma ben tenuto che in 15/20 minuti vi porta alla baia.

Qui troverete un bar molto simpatico e informale (il Beach Bar) e una piccola osteria (Konoba Dubovica) che serve pesce. Valgono entrambi la visita.

Scendendo verso la baia, il menu dell’osteria e l’”ingresso” del Beach Bar.

Consigliato l’ombrellone.

2° giorno: Baia Zenčišća.

La baia di Zenčišća.

Subito dopo Jelsa, molto carina, se andate in direzione sud trovate prima una zona con degli accessi al mare dalla pineta molto belli ma invasi dalle popolazioni di campeggiatori stanziali di Kamp Mina e Kamp Holiday, entrambi collocati a ridosso del mare.

Basta però proseguire di pochissimo per arrivare a Baia Zenčišća, una piccola spiaggia con un parcheggio ombreggiato sulla sinistra e un improbabile bar in una posizione spettacolare.

Ci siamo stati a Ferragosto: l’affluenza era quella della prima foto sopra. Ogni commento è superfluo.

Ombrellone non necessario.

3° giorno: Sućuraj.

La costa est a poca distanza da Sućuraj.

La giornata è dedicata all’isola. Partite a un’ora decente e in un’ora e mezzo percorrete la spettacolare strada interna (n. 116) che vi porta all’estremità meridionale di Hvar. La strada attraversa diversi paesini dove è facile trovare un bar o un minimarket. I fichi venduti dalle signore ai banchetti lungo la strada sono ottimi. Il vostro obiettivo è la piccola cittadina di Sućuraj, da dove partono i traghetti per Drvenik, sulla costa dalmata.

Proprio il traghetto è all'origine della lunga coda che troverete entrando in paese. Nessun problema. Con il sorriso sulle labbra e ringraziando sempre, superate pure la fila viaggiando contromano. Se trovate qualcuno, accostate a sinistra. In fondo alla coda sarete ad un bivio: voi proseguite dritto per il centro, gli altri piegano a destra per l’imbarco. Troverete dei vigili del fuoco che regolano il traffico e che non vi diranno nulla: la cosa è assolutamente normale dato che non esistono altre possibilità per arrivare in centro.

L’ingresso a Sućuraj: cerchiato in rosso il bivio per il centro (dritto) e il ferry (sx).

Arrivati al porto, fatevi un caffè al bar di fronte al molo e poi proseguite sulla strada che porta al faro. Dopo il faro la strada piega a sinistra e comincia a risalire la costa est dell’isola. Come molte altre, dopo poco la strada diventa sterrata per alcuni tratti ma non preoccupatevi. Percorretela per pochi minuti e poi fermatevi dove volete. Le rocce scendono dolcemente in mare, ci sono alberi e l’acqua è 30 metri dalla strada.

In rosso da dove sono state prese le foto: ma la costa è vastissima.
Il faro di Sućuraj e la costa in direzione nord.

L’ombrellone è inutile: non riuscireste a piantarlo e in ogni caso, siccome il sole tramonta alle spalle, la macchia mediterranea garantisce l’ombra. Il posto è frequentato dalle famiglie locali.

4° giorno: isola di Šćedro.

La baia di Porterusa sull’isola di Šćedro

La faccenda si fa più complessa ma la visita vale assolutamente la pena. Da Stari Grad si punta a Jelsa e poi a Zavala, situata sulla costa opposta e raggiungibile tramite uno stretto tunnel scavato nella roccia a passaggio alternato, che si imbocca a Pitve.

Poco dopo l’uscita del tunnel, si gira a sinistra per Zavala. Qui non c’è un cartello per arrivare al porto. Ci vuole un po’ di intuito puntando in discesa al mare tra casette e villini abbarbicati sulla montagna. In ogni caso, quando sarete arrivati all’unico molo presente, tenete presente che è possibile parcheggiare sulla scogliera artificiale di fronte al bar di fronte al mare (Cofe Bar), a destra del molo da cui vi imbarcherete per Šćedro (Torcola).

So che sembra incredibile, ma questo è l’ingresso del piccolo parcheggio.

Dal molo parte il taxi boat che per 50 kune (poco meno di 7 €, andata e ritorno), in mezz'ora vi porterà all’isola di Šćedro (Torcola). Attenzione: la partenza da Zavala è alle 10 e alle 11, mentre il ritorno alle 17 e alle 18.

L’isola è parco naturale dal 1972: un’associazione si occupa della sua tutela dal 2011( prijatelji-otoka-scedro.hr e facebook.com/PrijateljiOtokaScedro). Nei dintorni sono svolte diverse battaglie navali ai tempi dei romani, come quella tra Cesare e Pompeo per il dominio dell’Adriatico.

Giunti all’isola, il mio consiglio è di pranzare al ristorante dove attraccherete, ossia al Restaurant Šćedro, dove si mangia molto ma molto bene. Il trancio di tonno alla griglia è sublime e costa meno di quello dell’Ikea (e non mi pronuncio sull'impossibile confronto …).

Chiedete il depliant con i sentieri. Da lì, in mezz’ora, prima salendo poi scendendo, arriverete alla baia di Porterusa dall’altra parte dell’isola.

La baia dove si attracca all’isola e il ristorante Šćedro.
Mappa dell’isola con il percorso per la baia Porterusa e le rovine del monastero.

Le strade sterrate interne sono molto ampie, salvo il tratto del sentiero che scende alla baia Porterusa. Ci sono delle indicazioni lungo il percorso, anche se consunte dal tempo. Tenete con voi la cartina disponibile al ristorante, molto chiara. Qui la spiaggia è di sassolini molto piccoli, quasi di sabbia, che comunque c’è appena entrati in acqua. Il posto è notevole.

Arrivando alla baia di Porterusa

Portatevi l’acqua.

5° giorno: Veli Dolac

La baia di Veli Dolac

Se vi piacciono le strade sterrate, il posto fa per voi. La vostra meta è la baia Veli Dolac, che raggiungerete piegando a sinistra lungo la strada sterrata che inizia appena usciti da Rudina, poco sopra Stari Grad, lungo la penisola di Dolac. Ci potete arrivare tranquillamente anche in barca, affittandone una a Stari Grad. C’è un comodo ormeggio al ristorante Uvala Veli Dolac.

Il ristorante è gestito da una famiglia che cuoce un pesce alla griglia notevole: fidatevi e assaggiatelo con le verdure grigliate. Potete stare al tavolo tutto il pomeriggio mentre fate il bagno: nessuno vi dirà nulla. Se volete, in fondo alla baia c’è una spiaggetta di sassolini che si raggiunge in meno di 5 minuti.

La strada sterrata che da Rudina verso la punta della penisola di Dolac. Il cartello che indica dove svoltare per il ristorante. La baia di Veli Dolac.

L’acqua è limpidissima e la temperatura perfetta: non avete bisogno di nulla, data la presenza del ristorante.

6° giorno: Vrboska

La cosa poco oltre Vrboska
La costa poco oltre Vrboska

Come ultima meta, quella più vicina, soprattutto se il giorno dopo volete prendere il traghetto delle 7.45 da Stari Grad. È l’occasione per visitare Vrboska (Saliceto), enclave veneziana del 1500.

Vrboska al tramonto

Da Vrboska potete percorrere la stradina pedonale che corre sul lato sinistro verso Soline o in auto la strada litoranea che, sul lato destro, porta a Jelsa. Suggerisco la seconda soluzione, dato che da questo lato le rocce sono praticamente piatte. Lasciata alle spalle la marina del paese, pochi minuti e ci siete.

Di posti ce ne sono diversi. Lasciate l’auto lungo la strada e in 1 minuto siete in acqua. Lasciate nel bagagliaio l’ombrellone. La macchia mediterranea arriva a ridosso del mare: un’amaca da appendere agli alberi sarebbe perfetta per riposare.

Quelle illustrate sono solo alcune delle infinite possibilità sull’isola di Hvar: se vi piace andare alla ricerca di posti inesplorati, l’isola fa per voi.

Buon divertimento!

P.S.

Sempre in tema di viaggi, potete leggere Le case dei Durell a Corfù (2017)

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