Il tempo è un’opinione?

Progetto Coscienza
3 min readJun 10, 2016

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“Una coppia di gemelli: uno vive al mare e uno in montagna” - Illustrazione di Mara Tassinari

Un minuto trascorso in modo piacevole, ad esempio in compagnia della persona amata, sembrerà volare via in un attimo. Invece un minuto seduto su una stufa bollente sembrerà interminabile. Basta già questo a sostenere la natura illusoria del tempo, non credete?

La nostra società post-moderna, con il suo stile frenetico e consumistico, richiede spesso quella “necessaria velocità” senza la quale abbiamo la sensazione di rimanere indietro. Ma la scienza e in particolare la psicologia ci dicono anche altro!

Non essere travolti dall’ansia del tempo, imparare a gestirlo e a non esserne gestiti, addentrarsi nel “qui ed ora”, assaporare il presente con intensità… tutto questo rappresenta un innegabile vantaggio, e la costruzione di un approccio psicoterapeutico deve tenerlo presente.

Il modello mentale a 4 sfere, che si propone di integrare e riassumere i punti di vista delle diverse scuole, ha nel concetto di “centratura” la ricerca di una migliore qualità del vissuto, capace di leggere oggettivamente la realtà suggerita dall’intelletto.
Rallentare, approfondire, dilatare la percezione temporale, evocare l’“hic et nunc”, sono vissuti sia propedeutici che conseguenti alla “centratura” della mente.

Ma com’è strano, il tempo!

La scienza ha scoperto che almeno qui, sul nostro pianeta, il tempo passa più veloce in alto e più lento in basso.

Oggi abbiamo strumenti di misura precisissimi, per cui possiamo osservare che due orologi, uno sul tavolo e uno sul pavimento, rilevano due tempi diversi. Certo, parliamo di differenze minuscole, ma ciò non toglie che sia vero: si chiama “dilatazione gravitazionale del tempo”. Questo fenomeno si riferisce al fatto che il tempo “si allunga e si accorcia a seconda della presenza di masse vicine: la Terra, come tutte le masse, distorce lo spaziotempo rallentando il tempo nelle sue vicinanze. Di poco, ma due gemelli che abbiano vissuto uno al mare e uno in montagna, si ritrovano uno più vecchio dell’altro, quando si reincontrano.” (Carlo Rovelli. La realtà non è come appare. Raffaello Cortina Editore, 2014, p.76)

Anche la velocità con cui un orologio scandisce il tempo è diversa se l’orologio è, ad esempio, al polso di un pilota durate una gara o posizionato stabilmente in un luogo qualsiasi.
In questa prospettiva scientifica, newtoniana e relativistica, il tempo appare vincolato allo spazio.

Ma come apparirebbe il tempo se ci occupassimo delle cose molto piccole, come fa la fisica delle particelle?
“Anche il tempo locale non funziona più, quando prendiamo in considerazione la natura quantistica del campo gravitazionale…” scrive Carlo Rovelli. “Non dobbiamo pensare al mondo in termini di ‘cose’ che stanno in questo o quello stato, bensì di processi, e un ‘processo’ è un passaggio da una interazione all’altra. La realtà è relazione.”. E quindi: “Le cose non cambiano nel tempo, ma solo in relazione una all’altra. A livello fondamentale, il tempo non c’è. L’illusione deriva dal fatto che osserviamo il mondo in modo grossolano.” Infatti nella teoria dei quanti “non c’è più lo spazio che contiene il mondo, e non c’è più il tempo lungo il quale avvengono gli eventi… La visione dello spazio e del tempo continui intorno a noi è la visione sfocata di un fitto pullulare di eventi elementari. Come un quieto lago alpino, è in realtà formato dalla danza veloce di miriadi di minuscole molecole d’acqua. “ (Opera cit. p. 159).

Ma noi siamo esseri umani e viviamo la complessità del mondo, non la sua natura elementare. Siamo soggetti al filtro soggettivo della mente, prima ancora di accorgerci dei sottili suggerimenti dell’intelletto. E forse questo accade, come sostiene Rovelli, a causa del nostro sguardo grossolano…

Eccoci quindi giunti a riconsiderare le vecchie concezioni sulla meditazione e sul rilassamento, oramai scientificamente confermate da innumerevoli esperimenti di neuroscienza effettuati nelle università di tutto il mondo.
E dunque rallentare il tempo, sfocare lo sguardo e ascoltare il silenzio possono essere modi per diventare più sensibili alla “trama” fondamentalmente quantistica della realtà?

Chissà se “un giorno” potremo arrivare a percepire e verificare che nel tempo, come nello spazio, non siamo poi così limitati… esattamente come sostenuto dalla fisica quantistica!

Cristiano Daponte

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Progetto Coscienza

Associazione no profit composta da studiosi di varie discipline in particolare della psicologia