Snapchat è il Futuro del Giornalismo

Nando
3 min readFeb 16, 2017

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…e non solo perché voglio vedere un selfie di Mentana con le orecchie da cagnolino e la corona di fiori.

Nel tentativo di giustificare la mia tesi ho studiato i dati Auditel e Audipress per due divertentissimi giorni.
Ancora più divertente è stata la mia conclusione: il mio lavoro è stato inutile. Chiunque abbia a cuore il futuro del giornalismo (e i futuri giornalisti) DEVE utilizzare Snapchat, non servono quei numeri per capirlo.

Il Social di Evan Spiegel potrebbe anche scomparire domani, ma rimane in crescita esponenziale; è la piattaforma social con il tasso di Engagement più alto (e, qualunque cosa significhi, sembra una cosa positiva); si prepara a un debutto in borsa da 25 miliardi (giusto due spicci); conta più di 150 milioni di utenti attivi ogni giorno e, soprattutto, metà degli utenti è under 25 e rientra nella fascia anagrafica che più si sta allontanando dai media tradizionali (spesso preferendo fonti di informazione alla pari di Lercio).

Come si ricollega tutto questa al giornalismo?
La sezione Discover di Snapchat è già occupata da colossi dell’informazione come CNN, National Geographic e The Economist, che offrono contenuti esclusivi eccezionali (cerco di ignorare la presenza del Daily Mail e di BuzzFeed; purtroppo nulla è perfetto).
Nella speranza di poter, prima o poi, ottenere uno spazio in questa sezione, giornali e giornalisti italiani dovrebbero cominciare a prendere confidenza con la piattaforma, ed evitare di fare la fine di Yahoo, brutalmente rimossa da “Discover” per aver prodotto articoli considerati non alla altezza.

“Ma Perché farlo se non si può monetizzare?”

Se un editore, nel 2017, ha bisogno di fare questa domanda, allora il suo giornale merita di fallire, insieme alla politica del “meglio un euro oggi che una credibilità domani”.
Per un diciottenne studioso di Marketing è difficile non dare per scontato come l’uso dei social può aumentare le entrate di una attività, quindi proverò a spiegarvi perché ho ragione nel modo più schematico possibile.
1) Mille Startup diverse (tra le quali proprio Snapchat e Instagram) ci hanno dimostrato che il Business Plan non è l’aspetto più importante quando si comincia un nuovo progetto. È molto più facile trovare un Modello di Business quando il tuo servizio ha l’attenzione dei consumatori.
2) Brand Recall e Brand Awareness sono fondamentali per una testata, e per svilupparli è necessario mettere a disposizione contenuti gratuiti e di qualità, ma nessuno ne se preoccupa perché è difficile quantificarne l’impatto in euro.
3) Stesso discorso vale per lo per lo Scaling delle iterazioni One-to-One. L’effetto “Taylor Swift” che un giornale sarebbe in grado di produrre su un singolo individuo viene snobbato perché “richiede troppo tempo”, ma tutti scrivono della cantante che si presenta a un matrimonio dei suoi fan.
4) Qualità > Quantità. Chiunque sia dotato di spirito critico è in grado di informarsi gratis sul web. In un mondo dove il consumatore è disposto a pagare solo per qualcosa che non è reperibile altrove, quale posizione di mercato occupano i giornali superficiali che pretendono di farsi pagare?
5) Creare contenuti su Snapchat non vuol dire fare la rassegna stampa. Trattando dei temi diversi da quelli trattati sulla carta stampata sarete sicuri di non intaccare le vostre preziose vendite.
6) Se questo non dovesse rassicurarvi abbastanza, sappiate che arriverete ad un pubblico che non comprerebbe il vostro giornale neanche sotto minaccia, non abbiate paura di perdere dei fedeli abbonati.

Rimane una sola domanda: sarà un cambiamento positivo per il giornalismo?
Non fatevi illudere dalle righe rimanenti, la risposta è molto breve: sì.
Su Snapchat (e Instagram Stories) devi essere utile allo spettatore; scompaiono (o quasi) i mezzucci impiegati per vendere i giornali.
L’unica cosa che conta è che il tuo prodotto sia valido.
A prescindere dal futuro di queste piattaforme, spero che possano rappresentare la tappa iniziale di un nuovo percorso, durante il quale i media tradizionali capiranno finalmente che è inutile fare guerra ai social facendo cronaca con 24 ore di ritardo.
Un percorso durante il quale capiranno che il loro asset principale è la competenza dei giornalisti, e non il video esclusivo del gattino sul parabrezza (anche se devo ammettere che questo è un grande momento di comicità).

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