Il benessere digitale : come migliorare il rapporto utente-device?

L’importanza di abitudini digitali sane per vivere bene in un mondo iperconnesso.

Chiara De Masi
Innovation Eye
3 min readMar 20, 2020

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Benessere digitale, dall’inglese digital wellbeing, è l’espressione con la quale si fa riferimento al rapporto che ognuno di noi possiede con la tecnologia. Si tratta di un concetto ancora poco noto, ma di fondamentale importanza, tanto da spingere un colosso come Google a intraprendere delle azioni volte a migliorare la consapevolezza degli utenti.

“Credi di avere il controllo sulla tecnologia o è essa ad avere il controllo su di te?» Google pone questa domanda per analizzare l’utilizzo della tecnologia nella vita quotidiana e per far riflettere sull’uso di quest’ultima.

Nell’indagine effettuata quest’anno da Google sul Benessere Digitale in Italia, è emerso che il 19% degli Italiani dimostra di essere consapevole dell’uso smisurato della tecnologia, ed il 55% è disposto a cambiare le sue abitudini digitali per migliorare il rapporto con il proprio device.

Al fine di acquisire maggiore consapevolezza delle proprie abitudini digitali, l’azienda statunitense ha reso disponibile nel suo percorso formativo “Google Digital Training”, un corso gratuito composto da 4 lezioni intitolato “Introduzione al Digital Wellbeing”.

Analogamente, all’interno del Google Play Store è possibile scaricare in forma gratuita numerose applicazioni, tutte volte a migliorare la concentrazione dell’utente e la qualità del rapporto utente-device. Tra queste:

  • Unlock Clock, per impostare uno sfondo che tiene il conto delle volte che il dispositivo viene sbloccato;
  • Post Box, tramite cui è possibile raggruppare le notifiche di posta elettronica e scegliere la frequenza con la quale riceverle;
  • Desert Island, per mezzo della quale si è vincolati a utilizzare solamente 7 delle app più importanti presenti sul proprio smartphone;
  • Morph, attraverso la quale è possibile selezionare le app da visualizzare all’interno della schermata del telefono, per evitare distrazioni, ad esempio sul posto di lavoro, causate da un’esposizione ad un numero elevato di app.

Tuttavia, Google non è l’unica azienda a voler affrontare la relazione tra utente e device. Apple, per esempio, dall’aggiornamento iOS 12 ha implementato la funzione “tempo di utilizzo”, un monitoraggio di attività per comprendere la quantità e la qualità del tempo che si trascorre con il proprio dispositivo. Tramite queste impostazioni è possibile non solo controllare il proprio tempo trascorso sui social, bensì impostare un tempo limite, con una notifica che avviserà l’utente nel momento in cui giungerà in prossimità del tempo prestabilito.

Apple ha implementato la funzione “tempo di utilizzo” in IOS 12

Il benessere digitale degli utenti sembrerebbe essere importante anche per alcuni dei più famosi social network, tra cui Instagram e Facebook. In “impostazioni e privacy” Facebook ha introdotto la voce “Tempo speso su Facebook” , che mostra i giorni della settimana ciascuno contrassegnato da una barra verticale di colore azzurro; queste barre mostrano il tempo passato sul social: basta toccarne una per vedere comparire i minuti giornalieri investiti nel social. Qui possiamo sia controllare il report temporale sia impostare un limite giornaliero di utilizzo o un alert quotidiano che ci avvisi di quante ore o minuti abbiamo passato nelle ultime 24 ore all’interno della piattaforma.

Nelle impostazioni di Instagram e nello specifico alla voce “La tua attività”,è possibile monitorare il tempo speso secondo una media giornaliera. Le funzioni in basso invece consentono di impostare un limite di tempo di utilizzo con un promemoria giornaliero e di disattivare le notifiche per un periodo di tempo, opzioni entrambe disattivabili in qualsiasi momento.

La “tua attività” su Instagram e il “tempo speso su Facebook”.

Qui l’approfondimento sul benessere digitale nelle aziende.

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