«Pace cinese»: la proposta di Pechino per mettere fine alla guerra in Ucraina

Donatello D'Andrea
2 min readMar 9, 2023

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Fonte immagine: Google Immagini

Lo scorso 24 febbraio, la Cina ha presentato, ad un anno di distanza dallo scoppio del conflitto, un “piano di pace” per mettere fine alle ostilità tra Russia e Ucraina.

Innanzitutto c’è da dire che non si tratta assolutamente di un “piano di pace”, bensì di un position paper, il quale delinea la posizione, appunto, della Cina nei confronti di quanto sta succedendo in Europa. I 12 punti descrivono sostanzialmente cose già lette e viste, un sunto delle affermazioni fin qui uscite dalla bocca dei massimi funzionari cinesi.

Ciò non toglie che quello compiuto da Pechino sia comunque un passo importante per una serie di ragioni. Si tratta del primo passo ufficiale, dal punto di vista istituzionale, teso a bilanciare da un lato la sua amicizia “senza limiti” con il Cremlino e dall’altro il processo di consolidamento delle relazioni con l’Occidente.

I punti toccano “parecchie corde”: dal cessate il fuoco, al diritto internazionale umanitario, passando per il rispetto della sovranità e la sicurezza delle centrali nucleari. C’è anche spazio per la garanzia delle esportazioni di grano, una richiesta fondamentale in ottica africana.

Nonostante le buone intenzioni, molti hanno derubricato il piano a una dichiarazione di intenti, senza alcun valore tangibile per il conflitto e mirante soltanto a soddisfare le le esigenze cinesi di presentarsi come un attore ragionevole, sempre nel rispetto della tradizionale ambiguità cinese, che dice «tutto e niente» allo stesso tempo.

Alcune indiscrezioni, non confermate, dicono che la proposta sia frutto del fallimento della spedizione del consigliere Wang Yi in Russia, dove si credeva che Putin sarebbe giunto a più miti consigli. Il Presidente credeva di poter annunciare al mondo che “la Cina ha avviato i colloqui per la pace”. Così non è stato, anzi. Pechino, ora, deve elaborare un’altra strategia per non affondare insieme a Mosca.

Fonti ucraine, poi, riferiscono che la redazione del piano non abbia coinvolto Kiev, ciò però non ha impedito a Zelenskyy di aprire a una visita di Xi Jinping, intuendo benissimo le potenzialità di tale evento nei confronti di Putin. Un’altra lezione di «comunicazione» del «fenomeno».

Il position paper risponde comunque ad alcuni obiettivi cinesi: sicurezza per tutti, soprattutto per Pechino, qualche piccola spallata alla Russia – rispetto sovranità, pericolo nucleare – e all’Occidente – che non può mancare mai.

Il position paper è stato respinto dall’Occidente e dalla Russia stessa, la quale ha proprio sottolineato come questo non sia il momento della pace.

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Donatello D'Andrea

International Relations analyst, political scientist, dreamer, AC Milan supporter.