Un Vademecum per l’ecosistema delle università

Gianni Sinni, Ilaria Ruggeri, Irene Sgarro

Gianni Sinni
9 min readFeb 20, 2023

Sommario: 1. Un modello condiviso per l’ecosistema digitale delle università | 2. EDU. Verso un modello standard di sito web per le università italiane | 3. Vademecum | 4. *** Scarica il Vademecum! *** | 5. Credits

1. Un modello condiviso
per l’ecosistema digitale
delle università

Gianni Sinni

Se c’è uno spazio dove forse più di altri la dimensione ibrida del nostro vivere immersi in reti di informazioni emerge con particolare evidenza, questo è lo spazio dell’università. La stretta interrelazione che lega le attività di didattica e ricerca a distanza alla pratica dei laboratori progettuali e della frequentazione delle aule, l’accesso ai servizi digitali di ateneo così come ai touchpoint fisici, per non parlare della vita universitaria esterna alle strutture istituzionali, consente di dare un significato tangibile al fortunato neologismo onlife coniato dal filosofo Luciano Floridi.
Il tema del Laboratorio di design della comunicazione del Corso di laurea magistrale dell’Università Iuav di quest’anno ha preso in esame lo spazio digitale dell’università, le sue problematicità e le possibilità di innovazione collocandosi all’interno del progetto EDU — Ecosistema Digitale dell’Universita, che ha preso l’avvio nel 2022 con lo scopo di dotare l’ateneo veneziano di un nuovo sito web completamente riorganizzato nei contenuti e nella navigazione. Tale progetto ha costituito l’occasione per intraprendere il redesign del sito con una prospettiva più ampia che, condividendo in modalità open source le analisi e le ricerche sviluppate, ponesse le premesse per la definizione di un “modello” per l’ecosistema digitale delle università pubbliche italiane.
È stato di aiuto nel definire questo (sicuramente ambizioso) obiettivo la collaborazione, già avviata lo scorso anno accademico, con il Dipartimento per la Trasformazione Digitale (DTD)* che aveva portato alla realizzazione di un esteso “Atlante” dei servizi digitali della pubblica amministrazione.
L’attività di ricerca svolta nel Lab si è concentrata principalmente sugli aspetti dei servizi universitari rivolti agli studenti individuando quattro ambiti (1. Studiare, 2. Insegnare, 3. Ricercare, 4. Presentarsi) e, all’interno di questi, undici temi (1. Scegliere, seguire, realizzare, vivere; 2. Orientare, ambiente della docenza; 3. Scuola di dottorato/master, biblioteche, archivi e musei, organizzazione di eventi; 4. Servizi, rapporti con le aziende) che sono stati sviluppati da altrettanti gruppi di studenti.
A una prima fase di analisi, che ha fatto un ampio uso dei metodi della user research, è seguita una fase di elaborazione dei dati raccolti, sia quantitativi che qualitativi, e la loro messa in forma grafica mettendo a frutto le competenze di data visualization approfondite nel corso del laboratorio.
Il risultato che vi trovate in mano è dunque un Vademecum che presenta in maniera estesa i risultati della ricerca svolta, certo non esaustiva
ma sicuramente circostanziata, rivolta a tutti coloro interessati a sviluppare un ecosistema digitale universitario usabile, accessibile e inclusivo.
Un viatico, insomma, per designer e decisori pubblici nel quale l’evidenziazione delle criticità e delle complessità riscontrate si accompagna spesso a suggestioni e proposte sui possibili percorsi risolutivi. Il Vademecum si propone come uno strumento di lavoro da cui partire per i progetti futuri dei servizi universitari e la testimonianza di come la didattica del design possa contribuire sensibilmente ad avvicinare il mondo del settore pubblico a quello del progetto in una prospettiva di pubblica utilità 2.0.

  • * Nell’ambito della collaborazione con il DTD si è svolto un incontro con Marco Maria Pedrazzo, Head of design, sul tema Designers Italia: diffondere la cultura della progettazione in ambito pubblico e un workshop condotto da Daria Cantù su come Comprendere gli ecosistemi dei servizi pubblici digitali (università).

2. EDU. Verso un modello standard
di sito web per le università italiane

Ilaria Ruggeri, Irene Sgarro

L’affermazione della cultura progettuale nella dimensione pubblica italiana è un fenomeno relativamente recente, il cui momento fondativo coincide con un disegno normativo delineato a partire dagli anni Novanta* e volto a potenziare la costruzione di un nuovo rapporto tra la pubblica amministrazione e il cittadino. È solo in questo momento che le norme relative alla modernizzazione della PA, che ne impattano anche la dimensione comunicativa, cominciano a trattare in modo più consistente temi legati al processo di digitalizzazione del sistema pubblico. Nel 2014, con il progetto Italia Login, si vede per la prima volta nelle istituzioni pubbliche italiane l’attivazione di un processo aperto di coinvolgimento dei designer finalizzato a una migliore qualità dei servizi pubblici e alla redazione delle Linee Guida di Design per la PA. Nel 2016, la costituzione del Team per la Trasformazione Digitale, il cui lavoro confluirà nel 2019 nell’istituzione del Dipartimento per la Trasformazione Digitale, segna un punto di transizione per il metodo di lavoro e le competenze tecniche grazie allo sviluppo di una serie di piattaforme digitali aperte come
luogo di condivisione e collaborazione.
La rivoluzione digitale della pubblica amministrazione italiana è dunque un processo di lungo periodo che abbraccia l’intera società con l’obiettivo di creare maggiore benessere sfruttando le opportunità derivanti dall’applicazione di tecnologie digitali. Investendo processi, modelli e strumenti del quotidiano, la trasformazione digitale modifica radicalmente non solo le dinamiche di comunicazione della sfera privata, ma anche di quella pubblica, alterando gli spazi e i paradigmi di relazione tra cittadino e istituzione e introducendo nuovi possibili scenari di intervento. Progetti, pratiche e servizi di digitalizzazione sono oggi obiettivi fondamentali per l’identità delle istituzioni pubbliche, nonché strumenti di innovazione sociale che offrono risposte funzionali e strutturate nel metodo — attraverso strumenti operativi e processi quali il design thinking, il service design o la user experience.
È su queste premesse e come parte del processo di trasformazione digitale delle pubbliche amministrazioni italiane che è stato istituito il progetto EDU — Ecosistema Digitale delle Università in collaborazione con il Dipartimento per la Trasformazione Digitale. Pur avendo come prima applicazione operativa la realizzazione di un sito web completamente rinnovato per l’Università Iuav di Venezia, EDU ha come obiettivo principale la realizzazione di un “modello standard di sito web per le università italiane” attraverso un percorso di ricerca volto a definire le caratteristiche del servizio e i bisogni degli utenti nella prospettiva di un progetto di user experience e user interface design improntato ai principi del “design antropocentrico” (human-centered design). L’oggetto della ricerca riguarda dunque i siti universitari, intesi come l’insieme dei servizi informativi digitali che vengono messi a disposizione di studenti, docenti, personale amministrativo, partner pubblici e privati, e in generale di tutta la comunità universitaria. All’interno di questo contesto, l’identificazione di uno scenario strategico e organizzativo che tenga conto di fattori interni alla comunità universitaria ( come le sue necessità di servizio e di gestione operativa) e fattori esterni (normative, trend socio-culturali, introduzione di nuove tecnologie) diventa necessaria.
Il programma metodologico del progetto di ricerca segue il modello del Dipartimento per la Trasformazione Digitale basato su cinque macro-fasi (organizzare, comprendere, progettare, realizzare, validare)
il cui denominatore comune rimane sempre l’utente — contemporaneamente fruitore e validatore, in un processo agile, iterativo e incrementale che consente di ridurre il rischio e produrre progressivamente nuovo valore. All’interno di questo scenario diventa particolarmente rilevante il tema del modello che, rappresentando un processo di co-progettazione tra design e utente, assicura al servizio pubblico un carattere non discriminante attraverso l’utilizzo di un linguaggio condiviso che tenga in considerazione un ecosistema in tutte le sue declinazioni, esigenze, necessità e criticità. Un modello permette infatti di definire gli obiettivi da raggiungere, i processi da seguire e gli strumenti necessari per ottenere risultati in linea con le necessità, e garantisce coerenza e compatibilità tra i vari servizi offerti dalla pubblica amministrazione, facilitando la comparazione e la valutazione delle prestazioni. Ma l’idea di modello è rilevante anche da un punto di vista progettuale: si tratta infatti di un processo aperto e sempre migliorabile, improntato sull’idea di condivisione delle best practice. In quanto tale, al prodotto o servizio che lo sfrutta viene garantita trasparenza, accessibilità e facilità d’uso per i cittadini.
Il principio di massima inclusività (design for all) è anche quello che caratterizza la costruzione di ogni componente all’interno del progetto EDU: la facilitazione delle procedure attraverso l’utilizzo degli strumenti messi a disposizione dalla tecnologia e dal design è un elemento essenziale per garantire una navigazione semplice e intuitiva all’interno dell’ecosistema. Per fare in modo che le scelte progettuali siano rivolte ad assicurare le migliori condizioni di utilizzo e il più ampio accesso possibile ai servizi, EDU prevede un’estesa attività di ascolto e confronto con portatori di interesse e referenti della comunità universitaria. L’ecosistema si configura così come una costruzione a-dogmatica, dinamica e in continuo aggiornamento, grazie ai contributi collettivi di tutti i partecipanti della comunità universitaria e all’approfondimento di temi specifici utili a integrare il quadro sulle necessità, criticità, e istanze. Non di minore importanza è la trasparenza del processo in un’ottica di condivisione dei dati pubblici come bene comune: il progetto EDU è accompagnato da una repository GitHub pubblica (ecosistemawebiuav.github.io) che documenta la progressione delle attività intraprese e l’evoluzione dei risultati, affinché il patrimonio informativo raccolto possa rappresentare un punto di partenza per azioni future e guidare lo sviluppo di servizi digitali sempre più performanti e accessibili.

3. Vademecum

Il laboratorio racconta i servizi dell’università in undici ambiti di applicazione usando i metodi della user research — con interviste a studenti, docenti e operatori —, della ricerca quali-quantitativa e con la restituzione finale attraverso il data storytelling.

1. Scegliere l’università

2. Seguire il percorso di studio

3. Arrivare alla tesi

4. Vivere (e sopravvivere) all’università

5. Orientarsi nell’univers(ità)

6. L’ambiente della docenza

7. Dottorandi, assegnisti e altre figure

8. Utilizzare biblioteche, archivi e musei

9. L’organizzazione di eventi e convegni

10. I servizi e le piattaforme digitali

11. Rapporti con le aziende

4. Scarica il Vademecum!

Il Vademecum è liberamente scaricabile in CC BY 4.0

5. Credits

Laboratorio di design della comunicazione 1 / Corso di laurea magistrale in design / Università Iuav di Venezia / A.A. 2022–2023.
Docenti
Gianni Sinni con Irene Sgarro
Studenti Baglioni Claudio, Barletta Antonella, Belvedere Claudia, Bertozzi Lorenzo, Bisighini Ester, Boem Matteo, Braga Pietro, Brandolini Niccolò, Campolongo Federica, Canova Giovanni, Cappozzo Greta, Carlotti Agnese, Cartechini Tommaso, Chiari Mario, Covicchio Francesca, De Blasio Nice, Feng Yanlei, Filotto Angela, Forti Elena, Gatti Emanuele, Gattuso Alessia Maria Lucia, Gaudio Angiolina, Goi Sara, Hu Zhuoying, Huang Mengqi, Indrio Maria, Ivis Nikhita, Keijser Tazio, Leardini Laura, Leo Isabella, Londero Erica, Marangon Riccardo, Marchesin Luca, Medeot Elia, Nigro Manuel David, Palumbo Agostino, Perin Massimiliano, Pieretti Jim, Prati Giacomo, Razzano Caterina, Renzulli Silvia, Rivieccio Federica, Rizza Alessandro, Romano Valerio, Sciancalepore Rosalba, Serafini Rachele, Sole Federica, Stegnjaja Marija, Tonetto Beatrice, Ventruti Erika, Venturoli Luca, Visentini Irene, Vuocolo Angelica, Zanocco Giulio
In collaborazione con Marco Maria Pedrazzo, Daria Cantù / Dipartimento per la Trasformazione Digitale

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