Non buoni propositi ma prese di coscienza: nuovo anno low-profile

Premessa: non sono qui per tediarvi con un riassunto del mio 2022 (cui prodest?) né a farvi un elenco dei mirabolanti successi ottenuti, o delle nuove incredibili sfide che non vedo l’ora di affrontare, o dei buoni propositi e degli ambiziosi obiettivi che mi pongo.

Nossignore, quest’anno lo inizio in una sorta di “goblin mode” dell’anima. Semplicemente, non sono pronta. Ancora 5 minuti di 2022, lasciatemi riposare, non l’ho mica metabolizzato bene, mi sa che non l’ho digerito…

Avete presente quando, sul bordo di un dirupo o una scogliera, avete quella sensazione di “testa pesante in avanti” che vi porta a pensare di saltare?

Anno nuovo e horror vacui

Gennaio per me è il mese più duro in assoluto. Sono una persona mattiniera, sono una di quelle che vuole iniziare a fare le cose subito, finirle bene e in fretta, fare oggi anche quello che potrei fare domani.

Ergo si potrebbe pensare che ami il primo mese dell’anno. Invece no, lo detesto. Per me non è una nuova alba, non ha l’energia della mattina. Settembre è così. Gennaio è solo horror vacui, puro terrore del vuoto siderale di giorni e ore che abbiamo davanti, non ancora programmato, né definito o pianificato.

Potrebbe accadere di tutto, potrebbe essere splendido o terribile, potrebbe non prendere forma mai. Se non capisco da che parte andare? Se si riaffacciasse qualche problema di salute, mio o di chi amo? Se spuntasse qualche grosso guaio da fronteggiare?

Avete presente quando, sul bordo di un dirupo o di una scogliera, avete quella sensazione di “testa pesante in avanti” che vi porta a pensare di saltare, di lasciarvi cadere? Ecco, per me questo è gennaio. Quella frazione di secondo di vuoto, quella farfalla di panico alla bocca dello stomaco.

Forse è solo la mia voglia di controllare e organizzare tutto, di dare una forma al caos, di trarre sollievo dal mettere le cose in ordine. Ma se non so nemmeno quali materiali utilizzare per costruire, né ho un progetto di cosa costruire, né so se avrò tempo e modo di farlo, allora come faccio a costruire?

Risultato? Vorrei solo dormire, rintanarmi sotto le coperte con un libro e non sentire più il telefono, non ricevere più una mail.

Meno ma meglio, il mantra del mio 2023

Sono stufa di leggere su LinkedIn e altrove sui social di persone entusiaste della vita che si stanno già imbarcando in ventordicimila nuovi progetti, che si sentono cariche di energia, che hanno “una buona sensazione” che il 2023 sarà l’anno della svolta.

Io parto molto sottotraccia quest’anno, come aspettativa e come mood. E non è detto che sia male, anche se la sensazione che ti lascia il paragone con questi super-eroi professionali è di essere un po’ sfigato-ingrato.

Però ehi, tant’è per me, oggi.

Di norma sono un’entusiasta ma ora non riesco, scusate.

Sarà che il 2022 è stato bello pieno: un libro pubblicato, un trasloco, un cambio di lavoro mio e una nuova avventura professionale del mio Consorte. Ho lavorato davvero instancabilmente, me lo devo riconoscere, ho lavorato troppo, spesso mettendo da parte me stessa, il mio benessere psico-fisico, il mio tempo libero, le mie passioni. Il buonsenso…

Ecco, non lo voglio fare più. Forse è per questo che mi spaventa il nuovo anno, non voglio ripartire così. Ho bisogno di prendermi cura di ciò che conta davvero. Di riposo, di tempo, di cibo decente, di libri, di musica, di una prospettiva nuova, di passeggiare a lungo perché solo così riesco a pensare, a guarire.

Come sempre, appena la giostra riparte salterò su, mi rimetterò insieme e farò tutto ciò che posso, tutto ciò che mi si chiede, dando il massimo.

Ma voglio anche dire qualche no: no alle call inutili, no al lavoro fuori orario, no alle mail intrusive all’alba o alle dieci di sera, no al “lavoro ancora un’oretta, il cane lo porto fuori più tardi/a correre ci vado domani”, no a pranzare con un pacchetto di cracker davanti al PC.

In generale, non solo sul lavoro ma nella vita, vorrei tararmi su un ritmo più lento — il che è difficile per una persona ansiosa e frenetica come me — fare meno cose ma fatte meglio, con più attenzione, più consapevolezza.

In questo 2023 non voglio raggiungere obiettivi né spuntare buoni propositi da una to-do list: voglio intuizioni, visioni nuove, prese di coscienza.

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Greta | Consulente Digital MKTG & Comunicazione

Da 14 anni nel settore Comunicazione&Marketing, focus sul Digital. Strategia Comunicazione | Media Relation | Blog | Contenuti | Eventi | Social | Formazione