Trasformare la paura

Una storia sulla creatività dove meno te lo aspetti

Letizia Piangerelli
Mozaic
3 min readJan 7, 2021

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Paura - studio docus.do

“La paura è il desolato camposanto dove i nostri sogni si seccano al sole”, scriveva Elisabeth Gilbert nel suo libro-manifesto sulla natura della vita creativa, per poi specificare che “paura e creatività sono nate nello stesso istante e condividono ancora qualche organo vitale.”

Come a dire che una volta escluso il pericolo imminente, accertato che nel qui e ora sei al sicuro, la più democratica tra tutte le emozioni può trasformarsi in un catalizzatore del nostro processo creativo, purché alla fuga tu preferisca il dialogo ed ascoltare cosa ha da dirti senza farti annichilire.

Organismic growth is what happens when we make full contact with our experience. Fritz Perls

Insomma, invece di lasciare che il meccanismo evolutivo si inceppi e conduca all’estinzione delle tue parti migliori, farti incuriosire da quel pulsare insistente ed instaurare una qualche forma di contatto. Perché è da quel passaggio arduo e stretto che si accede al regno delle possibilità ancora sconosciute, il luogo dove si attiva e rigenera la nostra naturale predisposizione alla creatività, che è anche abilità di rispondere alle sfide della vita.

Paura — studio docus.do

E’ proprio ciò che ha fatto Francesca Schioppo durante il primo lockdown, svelando quel paradosso generativo per cui più dai voce alla tua esperienza personale più è facile toccare corde universali. Da un giro di telefonate a colleghi e amici per raccontare le proprie paure attivate dal COVID-19, nasce “Paura”, un progetto editoriale che trova i suoi semi nella cura della relazione primaria: quella con se stessi, con i limiti ritenuti invalicabili e con i sogni che insegnano a saltare.

Nell’anno che più di tutti ha messo alla prova il nostro coraggio, conversare con lei è stata una fonte straordinaria di ispirazione e spunti pratici su come interpretare la paura come forza positiva. Una forma di resistenza non da nascondere o sradicare, ma da portare prima di tutto alla consapevolezza, per poter reindirizzare la sua energia verso progetti utili, non solo a se stessi.

Il paradosso del cambiamento

Facendo eco alla teoria paradossale del cambiamento della terapia della Gestalt, a cui il progetto “Paura” si ispira, il cambiamento non accade cercando di essere ciò che non siamo, ma piuttosto abbracciando pienamente tutto di ciò che fa di noi stessi, noi. Comprese le nostre paure.

Qui la traccia audio della nostra chiacchierata: dalle motivazioni che hanno portato Francesca a lasciare un lavoro stabile per fondare Docus, alle origini e sviluppi del progetto “Paura”, per chiudere con 3 consigli su come ascoltare i propri sogni e trasformarli in progetti duraturi.

Docus è nata per fare una cosa che non avevo mai fatto ma che desideravo fortissimamente fare, non certo come l’apice della mia carriera professionale. La visione iniziale è servita come traccia per mantenere la rotta, accettando i cambiamenti come espressione naturale della nostra evoluzione.

Progettare è un esercizio di pazienza. E’ un cammino continuo, in questo è di esempio la terra, prima coltivi, poi c’è il maggese e poi ricoltivi. Devi mettere, prendere, aspettare, sono fasi. Quindi far crescere un sogno, trasformare un’idea in qualcosa di solido è un esercizio di pazienza, prima ancora che di creatività.

Per più info sul progetto Paura: www.trasformiamolapaura.com/progetto

Questa storia fa parte della serie di conversazioni “Artigiani dell’Invisibile”. E’ possibile leggere l’origine del progetto e la prima intervista qui; la terza qui e la quarta qui.

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Letizia Piangerelli
Mozaic

On a mission to keep sense of wonder alive. Making and Writing @makinglife.substack.com | Team member & Facilitator @CocoonPro