Pedemontana Parmense: affacciati su un vasto orizzonte di opportunità digitali

Chi è impegnato nella diffusione delle competenze digitali svolge un servizio simile a quello delle biblioteche, fondamentale per le comunità territoriali e ancor più per quelle lontane dai grandi centri. Parola di Maria Chiara Delendati, coordinatrice del Punto Pane e Internet attivato dall’Unione di 5 Comuni dell’Appennino Parmense

Pane e Internet
6 min readMar 7, 2016

Dalla scorsa primavera, in provincia di Parma è all’opera una nuova struttura impegnata nella diffusione delle competenze digitali ai cittadini. Si tratta del Punto Pane e Internet Pedemontan@, attivato dall’Unione Pedemontana Parmense — alla quale aderiscono i Comuni di Collecchio, Sala Baganza, Felino, Montechiarugolo e Traversetolo — per affermare l’idea che anche l’inclusione digitale rientra tra i nuovi diritti di cittadinanza dell’era di Internet. “Si tratta di un convincimento forte per la nostra Unione — spiega la coordinatrice del Punto PEI Maria Chiara Delendati — e non a caso le prime azioni di alfabetizzazione digitale sono state inserite nell’Agenda dei diritti digitali dei cittadini dell’Unione Pedemontana Parmense, che abbiamo varato a fine 2014. Il Punto PEI è stato attivato nella cornice di questa politica, per venire incontro a una esigenza espressa dagli stessi cittadini dei 5 Comuni, durante il percorso di partecipazione che ha portato alla sua scrittura”.

“Gli amministratori hanno assecondato questa esigenza — prosegue Maria Chiara — e hanno individuato delle risorse per realizzare iniziative in materia”. Arrivati al momento della progettazione vera e propria, si è quindi materializzata l’opportunità di aderire a Pane e Internet. “Proprio in quei mesi la Regione aveva lanciato l’idea dei Punti PEI — spiega — e per noi si è trattato di una coincidenza molto favorevole, perché abbiamo potuto contare su ulteriori idee e risorse per lanciare le prime attività”. E di attività ne sono state già organizzate diverse. Nel 2015 il Punto PEI ha messo a bilancio 10 corsi di alfabetizzazione digitale di base e 4 di secondo livello, per chi aveva già un minimo di conoscenze in materia, coinvolgendo poco meno di 250 cittadini. In aggiunta, ha attivato 5 presidi di facilitazione digitale, ai quali è possibile rivolgersi per chiedere consigli sulla navigazione in rete.

“Il lavoro è stato anche di qualità — continua Maria Chiara — la grande maggioranza dei partecipanti ha manifestato un elevato gradimento, anche in considerazione dell’alta preparazione dei docenti e della gratuità della maggior parte dei corsi. E in tanti ci hanno anche chiesto di poter partecipare a nuove edizioni per consolidare le proprie conoscenze”. Un altro indice del successo è che in diversi sono rimasti in lista d’attesa. E anche all’inizio del 2016, quando le attività sono riprese con una nuova programmazione, nel giro di pochi giorni si è registrato il tutto esaurito. Come se non bastasse, sono giunte richieste di partecipazione anche dai Comuni limitrofi e da Parma. “Segno che c’è tanta sete di sapere sul digitale”, aggiunge la coordinatrice del Punto PEI, secondo la quale ci sarebbero i margini per ampliare l’offerta attuale. “La Regione dedica gran parte delle sue attenzioni, giustamente, a chi è a rischio di esclusione digitale — spiega con un esempio — ma forse a livello territoriale, anche in considerazione dei feedback che abbiamo ricevuto, si potrebbe fare un ulteriore sforzo per organizzare dei corsi di livello intermedio, destinati a chi ha già delle conoscenze di base sul digitale e Internet, ma vorrebbe saperne di più, senza però addentrarsi troppo in discorsi settoriali e di tipo professionale”.

Tornando al bilancio del primo anno di attività, se in generale è molto positivo, non sono mancate delle criticità. “Le linee guida regionali sulle questioni organizzative e metodologiche erano chiare e sono state molto d’aiuto — afferma Maria Chiara — ma per realtà piccole come la nostra, dove anche nelle scuole le strumentazioni informatiche non sono esattamente di ultima generazione, non sempre è stato facile reperire le aule adatte per organizzare i corsi. D’altro canto, il dovere fare di necessità virtù ci ha portato a collaborare proprio con le scuole e anche con altre associazioni, e queste relazioni ci torneranno utili per organizzare nuove iniziative”. Il problema dimensionale si ripresenta anche su altri versanti, a partire dalla mancanza di personale pienamente dedicato a questo progetto. “A mio parere — prosegue la coordinatrice del Punto PEI — è questa la vera sfida da vincere per realtà come la nostra: se vogliamo affermare pienamente il diritto all’alfabetizzazione digitale, occorrerebbe ripensare ai servizi degli enti locali anche in questo senso e dedicare maggiori risorse, umane ed economiche, a progetti di sviluppo delle competenze digitali della popolazione. E non solo, occorre anche dotare alcuni spazi pubblici di postazioni informatiche adeguate per lo svolgimento dei corsi”.

Quanto alle sue sensazioni personali, Maria Chiara si dice più che soddisfatta di questi primi mesi di esperienza. “Da diversi anni mi occupo di comunicazione pubblica e di promozione e organizzazione di eventi — spiega — il passaggio all’alfabetizzazione digitale, e in particolare alle relazioni con i cittadini che esprimono una domanda di questo tipo, non è stato perciò traumatico. A dirla tutta, ho anche avuto spesso la sensazione fortissima di contribuire a soddisfare dei bisogni concreti, cosa che non sempre si riesce a fare lavorando per una pubblica amministrazione, e dal punto di vista dei rapporti umani il progetto è molto stimolante. Le persone vivono questi corsi come una occasione di socialità e confronto con gli altri, e spesso esprimono gratitudine perché assecondiamo un loro bisogno di conoscenza che altrimenti rimarrebbe inascoltato”. “È quasi come se avessero paura di disturbare gli altri, specie i figli e i nipoti — prosegue — anche perché temono di non essere all’altezza. In un certo senso quindi, il nostro primo compito è di rassicurarli, facendo passare il messaggio che apprendere le basi per usare il computer e Internet è alla portata di tutti. D’altronde, è quello che ci confermano loro stessi, ma anche i loro docenti, al termine dei corsi, quando quasi sempre ci chiedono di saperne di più, perché ci hanno preso anche gusto”.

E qui si torna a quella necessità di consolidare e ampliare l’offerta di inclusione digitale che fa da filo conduttore a gran parte delle riflessioni di Maria Chiara: “per me i Punti PEI, o qualsiasi struttura analoga, sono assimilabili alle biblioteche. Come queste ultime, dovrebbero essere pensati come un servizio pubblico fondamentale ed essere presenti in tutti i territori. Forse ancor più in realtà periferiche come la nostra, dove è naturale che le opportunità di apprendimento siano minori rispetto a quelle presenti nelle grandi città”. Perché ciò avvenga però, occorre che le tante Agende Digitali, da quella europea a scendere fino a quelle locali, siano qualcosa in più che semplici affermazioni di principio e si traducano in azioni concrete. In Pedemontana Parmense, anche col Punto Pane e Internet, si è già imboccato un percorso del genere, ma c’è ancora tanto lavoro da fare, sia dal punto di vista operativo sia a livello progettuale. “Per quanto mi riguarda — conclude Maria Chiara — anche per crescere professionalmente e umanamente, sono più che disponibile a fare la mia parte!”.

Leggi anche l’intervista a un docente e a un partecipante ai corsi organizzati nei Comuni dell‘Unione Pedemontana Parmense

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