Il picco dei decessi Covid-19 si intravede nei dati ISTAT

Paolo Meridiani
3 min readApr 17, 2020

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Daniele del Re (Università Sapienza & INFN) e Paolo Meridiani (INFN)

17 Aprile 2020

L’ISTAT ha appena rilasciato, per la terza volta, i dati più recenti sulla mortalità nei primi mesi del 2020. Il numero dei comuni presenti nel campione è salito a 1689 comuni, corrispondenti a circa 19 milioni di persone con un aumento del campionamento complessivo del 10%; i dati sono aggiornati al 4 aprile. Combinando questo campione con quello SiSMG, relativo allo stesso periodo, si ottiene una copertura totale di quasi il 40% della popolazione italiana, più di 23 milioni di persone. In particolare per la Lombardia, il campionamento raggiunge quasi il 75% della popolazione, fornendoci quindi dei dati molto affidabili.

L’analisi è per lo più invariata rispetto a quanto già discusso in [1] e [2], ma questi nuovi dati ci permettono di fare due cose importanti:

  • valutare l’effetto di sottocampionamento che colpisce i dati ISTAT nella settimana più recente tra quelle rilasciate. Dal momento che si tratta del terzo rilascio di dati, ci è stato possibile fare una stima di questo effetto confrontando il rilascio più recente con quelli precedenti. L’effetto è soprattutto presente nell’ultima settimana disponibile, indicando che spesso i comuni non riescono a comunicare tutti i decessi avvenuti nei 7–10 giorni precedenti. Esso varia da regione a regione, risultando, per esempio, piccolo per il Piemonte e significativo per la Lombardia (che mostra circa il 10% di decessi mancanti nell’ultima settimana). Con tale stima è ora possibile correggere l’andamento temporale. Per tener conto dell’incertezza nella determinazione di questa correzione è stata assegnato un errore del 10% (pari all’entità della correzione stessa) al conteggio dell’ultima settimana di dati raccolti.
  • studiare i primi dati successivi al picco dei decessi identificabile nei dati dalla Protezione Civile intorno alla fine di Marzo. In questo modo possiamo cominciare a valutare l’evoluzione temporale del contagio con i dati Istat.

Nelle tabella che segue riportiamo i risultati ottenuti per le diverse regioni, confrontati con i dati della Protezione Civile. Abbiamo voluto fornire un intervallo di incertezza, per certi versi arbitrario, per la stima dei decessi ufficiali usando come limite inferiore il dato ufficiale scalato per la frazione di campionamento (la stima più corretta in assenza di ulteriori ipotesi o bias), e come limite superiore il 50% della differenza fra questo valore ed il dato non riscalato. L’incertezza si riduce chiaramente nelle regioni dove la frazione di campionamento è maggiore.

Stima dei decessi sul campione ISTAT+SiSMG confrontata con i dati ufficiali della Protezione Civile fino al 04/04/2020. L’intervallo riportato per i dati ufficiali è ottenuto scalando alla frazione di campionamento e utilizzando aribitrariamente come incertezza il 50% della differenza con il dato non corretto.

Gli andamenti dei decessi in funzione del tempo sono invece riportati di seguito:

Andamento dell’eccesso di mortalità settimanale nei dati ISTAT+SiSMG confrontata con la stima ottenuta a partire dai dati ufficiali della Protezione Civile. L’ultima settimana è stata corretta per tenere in conto dell’effetto di sottocampionamento presente nei dati ISTAT.

Mostriamo infine il dato ISTAT+SiSMG nazionale confrontato con quello della protezione civile dopo aver incluso, anche in questo caso, la correzione sui dati dell’ultima settimana.

Conclusioni

  • La discrepanza nel numero di decessi tra dato Istat e dato ufficiale si sta riducendo. Questo effetto, discusso in [1], era atteso. La discrepanza si conferma comunque molto significativa, tra 2 e 3 volte superiore rispetto ai decessi ufficiali (il numero ora appare più coerente tra diverse regioni). Il prossimo rilascio dei dati dovrebbe permettere di valutare ancor meglio questo effetto.
  • Il picco dei decessi comincia a essere visibile nei dati Istat (vedi grafico nazionale) e risulta anticipato rispetto al dato della Protezione Civile di qualche giorno, forse anche una settimana. L’andamento nel tempo è sicuramente diverso. Differenze nei dati ufficiali tra le diverse regioni sembrano inoltre replicarsi anche nei dati ISTAT: è quindi possibile utilizzare questi dati anche per valutare l’efficacia delle misure di contenimento e gestione del contagio. Come abbiamo già evidenziato, questi dati sono complementari rispetto a quelli ufficiali, e possono aiutare ad ottenere un quadro più coerente dell’evoluzione del contagio.

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