3. Biennale d’Arte 2019 Venezia

Dal nostro inviato Claudio Barna

Mnamon
3 min readJan 19, 2020
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3. Facebook di George Condo

Dopo le recenti, ultime disquisizioni sulla possibilità dell’interpretazione critica della realtà tramite l’arte, che abbiamo potuto considerare nelle puntate precedenti, ora verteremo la nostra attenzione su un’opera di George Condo (Concord, USA 1957; attualmente vive a New York): Facebook, acrilico, olio e stick di pigmenti su lino, in tre parti, 571, 5 per 203, 2 cm. Opera del 2017–2018.

quadro astratto

L’artista americano descrive attentamente quello che è, a dire il vero, il principale problema del nostro tempo, cioè le comunicazioni su internet. Divenute uso comune, tanto da sostituire la corrispondenza tramite lettera cartacea, rivelano lo strapotere della rete. Il che non è cosa da poco, se si tiene conto che in Italia ci sono partiti che si basano sulla rete come sistema, come i 5 stelle.

Cos’è la rete, ci si può fidare di essa? Condo propone un’interessante soluzione, che conclude in maniera perentoria, perché affrontata con la necessaria indagine artistica, il che significa tramite la ricerca della verità, che tale deve essere lo scopo dell’arte, farsi tramite dell’interpretazione della realtà. Egli è convinto che i social media siano “i principali responsabili dell’ascesa di questa politica”. E così rappresenta la sua Weltanschauung nell’opera Facebook.

Questo strumento apparentemente innocuo ha sostituito, ormai da tempo, i contatti umani diretti. Ora, possiamo sentirci sicuri su questi social, possiamo dare loro tutta la nostra fiducia? Se, come è noto, il caso degli hacker, della loro influenza nel manipolare le notizie, spesso in chiave politica, ha scosso l’opinione pubblica, tanto più ci si deve chiedere se tale stato di cose non ci riguardi direttamente. L’opera denuncia tali dubbi sull’uso dei social, tanto più se suscitati da un artista americano, sensibile quindi in modo particolare all’esercizio della democrazia nel senso più ampio del termine. Condizionamenti esterni, come il tentativo di influenzare le elezioni, lo dimostrano. Se ci sono tali manovre, come essere tranquilli?

L’artista americano esprime liberamente la propria opinione e con quest’opera denuncia il timore che l’uso dei social suscita nelle coscienze liberali.

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Claudio Barna

ritratto di barna, uomo bianco con occhiali

Nato nel 1958 a Domodossola (VB), si è laureato in lettere classiche.
Ha insegnato all’Università di Kaunas (Lituania).
Collabora con l’Università degli Studi di Milano.
Parla Inglese, Francese, Tedesco, Spagnolo e Lituano.
È single e non ha figli.
Ha una forte passione per la musica.
Ha pubblicato 11 volumi di poesie e un romanzo.

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