Come guadagnare con la tua arte (musica, fotografia, scrittura e molto altro)

Giuliano Di Paolo
ARTISTREVOLUTION
Published in
6 min readNov 11, 2017

Se sei un content creator, musicista, producer, fotografo, beatmaker, videomaker, autore, visual artist, blogger, pittore, vlogger o quant’altro non puoi non leggere quello che segue.

Sempre più persone dopo la disruption economy (l’avvento di internet e le nuove tecnologie) si sono lamentate di non riuscire più a monetizzare i loro prodotti/servizi. Che fossero discografici, editori, artisti, free-lance, ecc l’unica reazione che hanno avuto è stata quello di lamentarsi. Ma lamentarsi non è mai una strategia.

Quello che segue è uno degli articoli più completi che puoi leggere sul tema dell’ottimizzazione/massimizzazione monetaria, come artista. Ti illustrerò una guida pratica ed esaustiva per realizzare dei ricavi reali, concreti, tangibili. Prenditi il tuo tempo, armati di carta e penna, salva la pagina nei preferiti; perchè questo è un concentrato di nozioni e risorse indispensabili, sia che tu sia artista professionista o aspirante tale.

Piccola premessa

Il creativo di oggi non si limita a creare delle opere. E’ un imprenditore (tra le altre cose) e come tale si occupa di tutti gli aspetti della sua arte e commercializzazione. Per guadagnare, il contemporary creative, deve realizzare un mini-ecosistema (costituito da più attività parallele), che gli permetta di generare più entrate su due fronti principali: passive incomes/active incomes.

Per intenderci le entrate passive sono quelle che generano soldi anche quando stai dormendo (es. la vendita di un ebook). Quelle attive invece richiedono un’attiva partecipazione nel presente (es. shooting fotografico o qualsiasi altra gig).

Passive Incomes

  1. Streaming. Lo streaming su piattaforme come Spotify/Deezer/Apple Music (se scrivi canzoni)o YouTube/Vimeo (se realizzi video di qualsiasi genere), è una delle prime fonti di reddito. Per alcuni portali è necessario un’accordo con un distributore, che abbia una partnership diretta con le piattaforme (es. un aggregatore che distribuisca le vostre tracks sui servizi di streaming musicale), per altri puoi richiedere una partnership diretta con la fonte (es. utente in legame di monetizzazione diretta con YouTube). Ovviamente i numeri devono essere alti per generare dei compensi degni di nota. Ma lo streaming può essere una fonte sostenibile. Leggi questo, oppure googola per cercare altri feedback.
  2. Affiliazioni/Download/Membership. Se recensisci prodotti (via video o blog) puoi affiliarti ad Amazon (tra gli altri) e prendere una percentuale su ogni articolo venduto. Se hai velleità di scrittura/blogging, potresti raccogliere i tuoi articoli in un ebook e venderlo tramite Kobo/Amazon. O Se non hai il tempo di raccogliere il materiale per un libro, potresti rilasciare i tuoi articoli sotto membership esclusiva, come fa Medium. Spesso le più grandi rivelazioni autorali vengono da scrittori self-published (auto-pubblicati), piuttosto che da grandi editori (leggi qui se vuoi saperne di più). Purtroppo c’è ancora chi demonizza il self-publishing come la rovina del mercato o dell’editoria (solitamente sono gli editori stessi o ex-professionisti del settore, ora in crisi). Ma il progresso si auto-afferma sempre, a prescindere da critiche o polemiche.
  3. Royalties. Come musicista puoi guadagnare dalla royalties sulle sincronizzazioni. In sostanza fai soldi quando un tuo brano viene utilizzato per pubblicità/video/film (puoi trovare opportunità su portali come MusicDealers) o come colonna sonora negli in store radios (ad esempio tramite Soundreef o Jamendo), cioè la musica che si ascolta in sottofondo all’interno degli esercizi commerciali. Se sei un fotografo/videomaker puoi monetizzare le royalties delle tue immagini/video, attraverso siti di stock photography come Shutterstock, iStockphoto e via dicendo.
  4. Digital Goodies. Sei sei un producer puoi vendere i tuoi mixing templates, plugins; se sei un fotografo/videomaker, filtri fotografici, presets, film luts e altro ancora su portali come Sellfy. Se sei particolarmente dotato in ambito informatico (o collabori con chi ha questa skill) potresti anche realizzare/commercializzare un app (non hai bisogno di intermediari per vendere su App Store o Play Store) nel tuo ambito creativo (Instagram è inizialmente nata da due software developer, appassionati di fotografia).
  5. Physical Products. Anche qui puoi sbizzarrirti. Se sei un musicista puoi vendere vinili o merchandise su siti come Bandcamp. Se sei un fotografo/designer/visual artist vendere stampe o altri prodotti con le tue immagini serigrafate (come abbigliamento, accessori, canvas e altro) su siti come Redbubble. Se sei uno scrittore vendere la copia fisica del tuo libro su Amazon.

Active Incomes

  1. Sessions. Se sei un producer puoi vendere le tue gigs come arrangiatore/beatmaker, mixing engineer, ecc o se suoni uno strumento/canti, farti pagare come session player su siti come Fiverr. Idem se sei un grafico/webmaster o se hai skills di scrittura creativa o di video/photo editing. Puoi anche promuovere/commercializzare i tuoi servizi (photographer/videomaker/makeup artist/ecc) su Groupon (qui venderai a un prezzo più basso, ma acquisirai nuovi clienti).
  2. Events. Qualsiasi sia il tuo settore creativo di competenza puoi realizzare eventi live. Questo se ben strutturato è uno dei modi più veloci e attuabili di fare soldi. Che sia un concerto, una mostra fotografica, vernissage, dj set, public speaking, rappresentazione teatrale, cabaret, evento di danza, learning class o alcune di queste cose messe insieme. La forza sta nel avere un target specifico (sapere a chi rivolgerti) e nel coinvolgere artisti che abbiano un appeal sul pubblico (fanbase consolidata). Creando un evento trasversale/multidisciplinare è possibile realizzare qualcosa di davvero interessante (culturalmente ed economicamente).
  3. Brand Partnerships. Se hai un buon seguito su Instagram (o altri social) puoi guadagnare dai €200 ai €450 per post! Cosa significa? Che postando un contenuto (foto+relativo testo), sponsorizzato da un brand, si possono ricavare degli utili scattandosi un selfie (per semplificare!). Per farlo non bisogna essere Kim Kardashian o affini. Basti pensare che un influencer piccolo/medio, con un seguito che va dagli 30k ai 140k followers, può già trarne profitto. Solitamente i brand contattano direttamente gli influencer. Ma esistono anche siti come Makeoverburo che si occupano di fare da tramite. Potrei citare altre centinaia di esempi di brand partnership o endorsement, ma volevo solo mostrarti la punta dell’iceberg di questa opportunità (se già non la conoscevi).
  4. Patreon. In passato esistevano i mecenati. Un mecenate solitamente era un nobile (ricco), amante dell’arte, che sosteneva con i suoi fondi, la vita e le opere degli artisti. Oggi abbiamo un forma più contemporanea di mecenatismo che si chiama Patreon. Per spiegarvi cos’è cito Wikipedia, così mi risparmio la fatica.

Patreon è una piattaforma Internet che permette ai creatori di contenuti di creare il proprio servizio di contenuti con sottoscrizione. È diffuso tra i produttori video di YouTube, artisti web, scrittori, creatori podcast, musicisti e altre categorie di creatori di contenuti che pubblicano regolarmente on line le loro produzioni. Permette agli artisti di ricevere direttamente i finanziamenti dai propri fan definiti patrons (“patroni”, “benefattori”). Questi possono finanziare in maniera continuativa e regolare o su singola opera. Wikipedia

Dunque se hai una buona fanbase: accedi al sito, crei gratuitamente il tuo profilo, pubblichi i tuoi contenuti e vivi dei proventi del tuo genio. As simple as that.

Active vs Passive Incomes = Free Gigs

L’economia della gratuità ha rovinato l’economia.

Mai fesseria più grande fu declamata. Rendere disponibile parte del tuo catalogo (o interamente) for free, può permetterti di acquisire nuovi clienti/ followers e di monetizzare in altre forme (o in un secondo momento). Molteplici sono gli esempi di successo di album/libri/learning contents, ceduti in download gratuito. La stessa affermazione dei servizi freemium (due versioni dello stesso prodotto, una più semplice, gratuita, e una più ricca, a pagamento) rappresenta l’emblema della nuova economia.

Nulla di quello che ho scritto è fattibile se non hai un’audience (o clients) che sostenga il tuo lavoro. La gratuità è uno dei sistemi possibili per creare attenzione, dunque un bacino d’utenza. Ma non è l’unico. L’importante in una strategia è guardare a lungo termine (5/10/15 anni), con obiettivi concreti a breve termine (1/6/12 mesi).

Nota che ogni punto di questo articolo andrebbe approfondito a dovere, per comprendere appieno le opportunità sopraesposte. Ma se così fosse, non sarebbe più un’articolo. L’importante è che tu abbia intuito nuovi approcci per realizzare un guadagno sostenibile, attraverso la tua arte.

Diffida dei pregiudizi di chi ti dice che di sola arte non si può campare. Sono parole solitamente pronunciate da chi non lavora nel business della creatività, o da chi specula sulle tue ambizioni artistiche.

La realizzazione delle tue aspirazioni è a tua portata. La monetizzazione di anni di studi e sacrifici è possibile. Se solo riuscissi ad attuare il 10% di quello che hai letto, potresti vivere allegramente delle tue passioni. Ho sicuramente omesso qualcosa (nelle forme per guadagnare come creativo del nuovo millennio). Non esitare ad aggiungere le tue esperienze nei commenti oppure twittami!

Ho scritto un libro ARTISTREVOLUTION, che parla dei segreti per trasformare la tua creatività in un lavoro. Lo puoi scaricare su Amazon, Kobo e Mondadori.

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Originally published at giulianodipaolo.com

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