Nessuno compra più musica. E allora?!

Giuliano Di Paolo
ARTISTREVOLUTION
3 min readJan 26, 2017

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Che l’album musicale sia morto è un dato di fatto! Allora perchè in cinque anni e mezzo ho pubblicato 4 full album (senza contare remix, singoli e cover), e con me migliaia di musicisti? E che impatto può avere sulla carriera di un’artista e sul suo pubblico?

Formati

Il formato fisico non esiste più (anche se c’è ancora una nicchia affezionata al vinile o cd. L’incremento delle vendite fisiche su bandcamp ne è un’esempio!). Negli anni 2000 prima Napster poi iTunes hanno dato il via alla rivoluzione digitale con il download (che ancora includeva il possesso della musica). Negli ultimi ⅗ anni il mercato si è nuovamente rivoluzionato con lo streaming. La musica non è più un bene da possedere, ma un servizio di cui usufruire (pagando una fee mensile o attraverso la pubblicità). Nessuno scarica più la musica (o almeno la maggioranza). Dunque operazioni di marketing come preorder o deluxe edition non hanno più alcun senso!

Licenze Creative

In meno di un anno i miei primi 3 album sono stati scaricati oltre 30000 volte.

Ma come non avevi detto che nessuna scarica più i dischi?

Certo! A meno che non sono licenziati sotto copyright Creative Commons. Questo permette agli utenti di poter scaricare gratuitamente la tua musica, purchè la utilizzino privatamente e non per scopi commerciali. Un’operazione che può drasticamente ampliare il tuo fanbase, creando nuove opportunità di guadagno come: sponsorizzazioni, brand partnership, live gigs, sincronizzazioni. Puoi continuare a chiederti come ampliare il tuo pubblico (vendendo poche decine di album, se sei fortunato) o seguire gli esempi di artisti indipendenti come Kellee Maize o Proleter che hanno superato rispettivamente il milione di download la prima, e mezzo milione il secondo. (Ma gli U2 non avevano dato il loro ultimo album in download gratuito?)

Il presente. Non il futuro

Chiudersi per anni in uno studio per pubblicare un LP ogni quarto di decennio non ha più significato (eccetto per qualche major artist!). Il problema è che molti musicisti, pur non avendo ancora alcun nome (e per nome intendo un brand riconosciuto), si atteggiano da major artist, assumendo comportamenti che non gli si addicono (vedi appunto chiudersi in studio per anni)!

Negli ultimi 2 anni ho pubblicato un singolo (con relativo video) ogni 2/3 mesi circa. Nel gennaio di quest’anno ho raccolto i brani precedentemente editi, aggiunto 3 inediti e pubblicato il mio quarto album ‘You Can’t Stop Us’. L’ esperimento di pubblicare una canzone ogni tot e racchiuderne l’insieme all’interno di un disco, lo definisco evolving album: ossia un LP in evoluzione in cui il pubblico fa parte della sua nascita, sviluppo, e finalizzazione.

Viviamo condizionati dai nostri feed (Facebook, SoundCloud, YouTube, ecc). Le nostre home page vengono aggiornate di minuto in minuto, dunque perchè aspettare anni perchè una tua composizione faccia parte di questo flusso (il feed appunto)?

Non c’è più nulla di straordinario nel pubblicare un disco o una canzone.

Oggi chiunque può farlo. Dunque inutile dargli troppa importanza! Ogni brano o composizione pubblicata può permetterti di raggiungere nuova audience o fidelizzare la tua. Ciò che più conta (in termini numerici) non è quanti download raggiungi ma quanti stream ottieni o in quante playlist vieni aggiunto. La musica è arte, poesia, ma le canzoni che scrivi sono anche il tuo catalogo/portfolio. Dunque più è esteso, più puoi penetrare il mercato. Indiscutibile che il numero conti relativamente se la qualità non è presente.

Questo è il presente. Indispensabile accettarlo!

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Originally published at giulianodipaolo.com

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